Vaticano: nomina esplosiva – aprile 2025
 


Articolo della Fraternità San Pio X







Bénédicte Lemmelijn



Nominando una teologa progressista ad un posto di responsabilità in cui sarà chiamata a supervisionare l’insegnamento offerto nelle Università gestite dalla Chiesa in tutto il mondo, la Santa Sede invia un segnale appena percettibile in un momento in cui la formazione sacerdotale sembra essere una delle questioni principali nella crisi vocazionale che colpisce l’intero universo cattolico.

Se Papa Francesco è entrato in una lunga convalescenza che alcuni considerano come un periodo di transizione, l’agenda progressista all’opera sotto l’attuale pontificato non conosce rallentamenti, anzi!

Infatti, il 21 marzo 2025, la Santa Sede ha annunciato la nomina di Bénédicte Lemmelijn, teologa belga e decana della facoltà di teologia dell’Università Cattolica di Lovanio (KU Leuven), al Consiglio scientifico dell’Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità delle Università e delle facoltà ecclesiastiche (AVEPRO).

La missione dell’AVEPRO – organo creato nel 2007 da Papa Benedetto XVI – è di assicurare che le istituzioni ecclesiastiche mantengano gli standard accademici internazionalmente riconosciuti in materia di insegnamento, di ricerca e dei servizi.

La nomina di Bénédicte Lemmelijn al Consiglio scientifico dell’AVEPRO colloca una teologa dalle vedute progressiste in una posizione influente per la valutazione delle Università cattoliche nel mondo intero.

Il giornale cattolico conservatore The Pillar nota che questa decisione rischia di ravvivare le tensioni emerse in occasione della visita del Papa in Belgio, quando le Università cattoliche, in particolare KU Leuven e UC Louvain, si sono dimostrate particolarmente critiche sull’insegnamento tradizionale della Chiesa, specialmente in materia di etica.

La teologa promossa dal Vaticano, professoressa di esegesi al KU Leuven dal 2003, membro della Pontificia Commissione Biblica dal 2021, si è fatta notare in occasione dell’ultima visita del Pontefice romano nei Paesi Bassi, nel 2024.
Sotto la sua direzione, la facoltà di teologia di Lovanio ha pubblicato un testo che affermava che i teologi non devono limitarsi ad essere i «ventriloqui» del Magistero, ma devono sottoporlo ad una analisi critica.

Inoltre, durante questa visita, Bénédicte Lemmelijn ha offerto a Papa Francesco un libro, L’évêque de Rome et les théologiens de Louvain [Il vescovo di Roma e i teologi di Lovanio], che contiene un capitolo che invita a «ripensare le norme della Chiesa in tema di sessualità».
Queste posizioni sono state percepite come una messa in causa dell’autorità pontificia, esacerbata da un comunicato dell’UC Lovanio che criticava le dichiarazioni del Papa sulle donne, definite «conservatrici» e «riduttive».

Il Sommo Pontefice, in una conferenza stampa in volo, aveva denunciato questo comunicato come «premeditato» e «immorale». Da qui la sorpresa all’annuncio della nomina in questione.
Almeno a prima vista, poiché a ben vedere non vi è necessariamente soluzione di continuità con il reiterato appello del Papa attuale a favore di una «teologia in uscita», in particolare nel motu proprio Ad theologiam promovendam, in cui il Pontefice argentino insiste su una teologia «contestualizzata» e «dialogica», che cioè ignori il Magistero tradizionale.

E’ questo l’effetto voluto? La scelta dell’universitaria di Lovanio, che dà anche un osso da rosicchiare all’ala progressista con il probabile obiettivo di evitare eventuali rotture, non mancherà di alimentare le divisioni tra le divere tendenze della Chiesa, mentre le ferite provocate dalla Dichiarazione Fiducia Supplicans (2023) sono appena rimarginate.

Poiché, anche se Bénédicte Lemmelijn sarà lungi dall’avere mano libera nel suo nuovo incarico all’AVEPRO, la sua nomina non è una buona notizia per la formazione sacerdotale, la quale, in un momento di crisi delle vocazioni e più in generale dell’ideale sacerdotale e religioso, meritava dei teologi di ben altra statura e di altro genere.






 
aprile 2025
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