Francesco e Papa Giovanni Paolo II.

Oppure: La Chiesa ha un elefante nella stanza



di Padre Gioacchino Heimerl di Heimthal


Pubblicato sul sito di Marco Tosatti







Padre Gioacchino Heimerl di Heimthal


In occasione del 20° anniversario della morte di Giovanni Paolo II, i media ecclesiastici si sono sbizzarriti in omaggi e naturalmente, come durante la sua vita, in critiche.  Piccole menti si affannano contro il più grande Papa del XX secolo.

Ciò di cui non hanno parlato, tuttavia, è stato il grande elefante nella stanza: cosa avrebbe detto Giovanni Paolo II del suo successore, Francesco?

Ciò che è interessante qui non è tanto il fatto che Francesco voglia eliminare grosso modo l’eredità di Giovanni Paolo II, ma ciò che costituisce il papato: si tratta del continuum nella dottrina cattolica e nella tradizione della Chiesa.

Tutti sanno che le cose vanno male sotto Francesco: egli si discosta da molti degli insegnamenti di tutti i Papi e talvolta sconfina nell’eresia. Non c’è traccia di compatibilità tra il suo pontificato e quello di Giovanni Paolo II.
Si tratta invece di un papato isolato, per sé stesso e per una nuova Chiesa.

Il modo in cui Francesco si batte contro la liturgia tradizionale lo dimostra al meglio: egli sta combattendo l’unica forma di Messa che ha rappresentato la fede autentica fin dalla tarda antichità. 
Mentre Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno ipotizzato una “ermeneutica della continuità” per la ‘vecchia’ e la “nuova” Messa, Francesco conferma l’opposto: si preoccupa di una rottura fondamentale con la tradizione della Chiesa e, in definitiva, con tutto ciò che è cattolico.
La sua lotta contro la Santa Messa è la sua lotta contro la Chiesa esistente!

Come se dovesse ribadirlo, il Papa ha ora annunciato un’“Assemblea della Chiesa” che avrà luogo nel 2028. Molto probabilmente non vivrà questo evento, ma non è questo che lo preoccupa. Con questo annuncio, Francesco vuole invece mostrare qual è l’obiettivo ultimo del suo pontificato e a cosa impegna anche il suo successore. Il – puramente protestante! – termine “assemblea ecclesiale” parla qui da sé. E’ altrettanto estraneo alla Chiesa quanto la cosiddetta “sinodalità” con cui Francesco vuole stabilire l’apostasia diffusa come dottrina “cattolica”.

No, non si può davvero parlare di continuità tra questo Papa e Giovanni Paolo II.

Ma anche se tutto questo è così ovvio da poterlo toccare con mano, la maggior parte dei cattolici nasconde la testa sotto la sabbia e rimane in silenzio di fronte al grande elefante nella stanza: Francesco rappresenta una neo-Chiesa che ha rotto con quella precedente, e questa Chiesa “obsoleta” è a sua volta simboleggiata dal suo predecessore Giovanni Paolo II.

Ma perfino Giovanni Paolo II riuscì solo apparentemente a nascondere la frattura interna che si era creata dopo il Concilio Vaticano II. Certamente: ha insistito sulla fede tradizionale e le ha dato una “linea guida sicura” con il Catechismo Mondiale. Ma neanche questo ha potuto impedire l’evaporazione del cattolicesimo. – Così come? Molto di ciò che aveva caratterizzato la Chiesa cattolica per oltre 2000 anni era scomparso dopo il Concilio Vaticano II o sembrava improvvisamente distorto: la liturgia e l’amministrazione dei sacramenti erano cambiate non solo ritualmente, ma anche sostanzialmente. E nonostante siano rimasti validi, da allora sono diventati quasi irriconoscibili.

Siamo onesti: i 260 papi che hanno governato prima del Concilio Vaticano II difficilmente potevano identificarsi con ciò che oggi chiamiamo così naturalmente “cattolico”. Chi parla di “sviluppo” del “cattolicesimo” ricorre semplicemente a un trucco “teologico” a buon mercato.

Pensi che Pio V o Pio X approverebbero il modo in cui celebriamo la Messa? Oppure Giovanni Paolo II avrebbe tollerato la “benedizione” delle coppie omosessuali che Francesco “ha permesso”, in sfida al comandamento divino? Certamente no!

In questo senso, la Chiesa si trova di fronte a un grave problema, rappresentato da una doppia rottura, che è probabile che continui e si consolidi nei prossimi pontificati; Francesco ha già provveduto a questo. Ma questo, e solo questo, è l’elefante nella stanza, e finché questo elefante esisterà, bloccherà un rinnovamento della Chiesa che presuppone la conformità alla sua tradizione.
La neo-chiesa che Francesco vuole instaurare, d’altra parte, non fa altro che portarci su una strada sbagliata, o meglio, su una “strada dell’elefante”.








 
aprile 2025
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