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C’era una volta il Giubileo. Origini e storia di un Anno di Grazia Intervista a Paolo Gulisano - condotta da Aldo Maria Valli ![]() Paolo Gulisano, Giubileo, Origini e storia di un evento che avvicina l’uomo a Dio – ed. Cantagalli, Siena, pp. 204, € 17,00 Paolo Gulisano è
medico di professione e scrittore per passione. Al suo attivo ha
numerosi libri dedicati a temi letterari e storici. Ricordiamo il
saggio sulla persecuzione dei cattolici in Messico e le biografie di
santi come J.H. Newman, Colombano, Malachia, Patrizio, Giuseppe Moscati.
Ed ora ha appena dato alle stampe un volume sulla storia degli Anni Santi, dal 1300 ad oggi. Perché un libro sui Giubilei? Il Giubileo è una
delle più straordinarie realtà prodotte dalla Chiesa
cattolica nella sua storia bimillenaria. Non fu il risultato di un
progetto pastorale – per usare un termine contemporaneo – ma l’esito di
una serie di fattori, provenienti in buona parte dalla Tradizione
popolare e da suggestioni della spiritualità medievale, che
andarono a innestarsi sul patrimonio religioso ereditato dall’ebraismo.
Il primo Giubileo della storia fu indetto nel 1300 da papa Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani. Ne fu occasione l’ondata di spiritualità, desiderio di perdono e ricerca di fratellanza che si stava diffondendo in tutta la cristianità in contrapposizione agli odi e alle violenze dominanti in quell’epoca. Il giubileo nasce quindi nel clima particolare del Medioevo. Ben lungi dall’essere stato il tempo più “buio” dell’umanità, come sostenevano gli ideologi illuministi, il Medioevo fu un’epoca di grande vivacità culturale, di arti, liberi mestieri, viaggi, scoperte, avventure, e di una religiosità intensissima. Che significato aveva il Giubileo? Il Giubileo nasce al culmine
del Medioevo, mentre diverse civiltà sono all’apogeo, prima che
nel giro di un secolo andassero a decadere, in particolare per colpa
della più grande pandemia che abbia mai afflitto
l’umanità, la Morte Nera del 1348. Nasce all’indomani della fine
delle Crociate. L’ultima aveva avuto luogo nel 1270, ed era finita con
un insuccesso. La Terra Santa era irrimediabilmente perduta. Preso atto
realisticamente della sconfitta, la Chiesa cercò di promuovere
altri tipi di pellegrinaggio. Il viaggio non era più indirizzato
verso l’Oriente, ma lo scopo della ricerca era sempre lo stesso:
lasciarsi alle spalle le violenze e le contraddizioni della propria
terra per giungere al regno della giustizia e tornare a casa portando
in sé il miracolo di un cambiamento.
Nel libro si racconta di come l’idea di pellegrinaggio andò a coniugarsi con quella di penitenza, di riparazione delle conseguenze del peccato. Infatti. Le premesse
all’idea di Giubileo vengono poste da San Francesco d’Assisi, che aveva
ricevuto da Gesù il mandato di riparare la sua Chiesa, ovvero di
restaurarne la sua primitiva bellezza. Riparare, sottolineo: non
riformare. L’unica vera riforma della Chiesa è tornare
pienamente a Cristo. Il Perdono di Assisi, che prevedeva che chiunque
avesse visitato la Porziuncola dal mezzogiorno del 1º agosto alla
mezzanotte del 2 agosto avrebbe ricevuto l’indulgenza plenaria, fu un
ulteriore passo di avvicinamento all’idea di Giubileo.
Il libro ripercorre oltre settecento anni di storia. Attraverso le vicende degli Anni Santi, e dei Papi che ne furono i protagonisti, sei riuscito a realizzare una vera e propria sintesi di storia della Chiesa. In effetti, ripercorrendo
gli Anni Santi passiamo dal Medioevo allo Scisma d’Occidente, con le
divisioni tra seguaci dei Papi e dei vari antipapi che si susseguirono.
Poi ecco il tempo delle spaccature dovute agli scismi protestanti, di
Lutero, Calvino e Enrico VIII. Poi la grande risposta che venne dalla
Controriforma, con il Concilio di Trento che prese il via proprio in
occasione di un Anno Santo. E poi ancora il Settecento, l’Illuminismo,
la Massoneria, la Rivoluzione Francese, l’odio implacabile scatenato
contro la Chiesa.
Il libro mostra che la storia della Chiesa non è solo storia di grandi successi spirituali e civili, ma è anche una storia di sconfitte, amarezze, delusioni, sofferenze. La Chiesa è fin dall’inizio Chiesa di Martiri, di perseguitati. I primi passi della Chiesa furono dolorosi e allo stesso tempo gloriosi. Nel corso dell’Ottocento addirittura la celebrazione dei Giubilei del 1800, 1850 e in parte del 1875 venne impedita dall’odio contro Cristo e la Sua Chiesa. Nel libro sottolinei il fatto che talvolta il Giubileo si svolse senza Papa. Un po’ come adesso… Esatto. Il Giubileo del 1350
si caratterizzò per l’assenza del Papa, poiché Clemente
VI, viste le circostanze politiche del momento, restò nella sua
sede ad Avignone. Come i suoi immediati predecessori, Clemente VI fu
subalterno alla Francia e fece mostra di questa preferenza restando
sordo alle richieste di rientro per lo meno in occasione dell’Anno
Santo.
Oggi a causa della malattia e della lunga e un po’ anomala convalescenza post ospedaliera di Papa Bergoglio il Giubileo si sta svolgendo senza la presenza del Pontefice. Forse anche per questo aspetto si avverte diffusamente scarso interesse ed entusiasmo nei confronti dell’Anno Santo in corso. Sembra evidente la differenza con i Giubilei del passato, come il grande Giubileo del 2000 che segnò l’ingresso nel terzo millennio… Certamente. Ma c’è un
altro aspetto da sottolineare: in tutta la storia dei Giubilei gli Anni
Santi sono sempre stati momenti di conversione, pentimento e di
richiesta di perdono dei peccati. Oggi ci troviamo di fronte a
un’eclissi del senso del peccato. Se Dio perdona todos, todos, a
prescindere, che bisogno c’è di un momento forte in cui rivedere
la propria vita, confessare i propri peccati e chiederne la remissione?
E’ come se si riscrivesse il Vangelo dell’adultera, quello del “chi
è senza peccato scagli la prima pietra”, ma senza Gesù
che si congeda dall’adultera dicendole con dolcezza ma anche con
fermezza “va’ e non peccare più”. Questa richiesta che Cristo fa
da duemila anni ai peccatori e alle peccatrici oggi non viene
più riecheggiata dalla neo-chiesa.
Nonostante tutto, dal libro traspare una lettura positiva della storia della Chiesa e un sentimento di speranza. In duemila anni di storia la
Chiesa è sopravvissuta agli attacchi esterni e alle debolezze
interne attraverso i Santi, la roccia solida alla quale la
Cristianità si è sempre aggrappata per non franare. I
Santi hanno mostrato che seguire Cristo vuol dire ottenere la salvezza
ma anche una gioia insolita nella vita terrena. In latino, la lingua
ufficiale della Chiesa, la parola giubilo, e il verbo giubilare, sono
strettamente connessi con il concetto di gioia. Il cristianesimo non
è semplicemente l’osservanza di un insieme di regole e di leggi,
ma l’annuncio di un avvenimento di gioia, conseguenza della salvezza
portata a ogni persona da Gesù Cristo. Nel Nuovo Testamento
Gesù si presenta come Colui che porta a compimento l’antico
Giubileo, essendo venuto a “predicare l’anno di grazia del Signore”,
come dice Isaia. La Chiesa ha una missione salvifica rispetto
all’intera famiglia, e il Giubileo, nonostante tutto, deve aiutarci a
viverla e a testimoniarla.
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