Giuda, la sconfitta dello spirito
 


di Don Vincent Bétin, FSSPX


Pubblicato sul sito francese della Fraternità

La Porte Latine




Giotto: Il bacio di Giuda - Cappella degli Scrovegni, Padova



«sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!» (Matteo 26, 24)

Questa frase, questa terribile sentenza, non abbiamo il diritto di dirla di nessun altro.
Sull’esempio di Gesù, se possiamo, se dobbiamo maledire il crimine, se possiamo e se dobbiamo qualificare le azioni degli uomini, pena l’abolizione della legge morale, solo a Dio appartiene il giudizio definitivo delle coscienze; e questo rimarrà segreto fino al giudizio finale. Tranne che per Giuda: per lui sarebbe stato meglio che non fosse mai nato.

Questo discepolo di Gesù, istruito e amato con pazienza come gli altri, consegnò il suo Maestro a quelli che volevano la Sua morte, con un bacio… Egli ha ucciso Gesù. Il tradimento fu la sua sola risposta all’amicizia divina. Egli ha venduto il Figlio dell’uomo per denaro contante, come una cosa, come un capo di bestiame.


Voi siete puri, ma non tutti…

«In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà» … «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto… guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». - «sono forse io? Maestro» … «Tu l’hai detto».

Giuda udì quest’ultimo richiamo alla sua coscienza: egli sapeva che Gesù sapeva cosa stava per fare. In realtà lo sapeva da tempo. Ma questa risposta sussurrata, questo sguardo dell’Amore eterno non penetra più la sua coscienza oscurata, impermeabile. La risposta del Maestro è compresa solo da lui e da Giovanni, che avvertì il tremore angosciato del Sacro Cuore.

Gesù indicò il traditore e gli presentò un pezzo di carne inzuppata… e Satana entrò in lui. E Gesù gli disse: quello che devi fare, fallo presto.
Nessuno dei convitati capì, Giuda prese la carne … si alzò interrompendo il pasto rituale. Il Maestro gli aveva detto di andare. Allora affrontò lo sguardo di Gesù; il dannato è arrogante. Poiché aveva la borsa, gli altri pensarono che Gesù gli avesse detto di andare a comprare ciò che serviva per la Pasqua.


Ora era notte…

non solo in cielo, ma anche nella sua anima. Tutte le stelle erano tramontate una ad una. L’oscurità e il freddo dell’inferno lo avevano invaso. Maddalena era stata liberata dai sette demoni e lui aveva aperto a poco a poco la sua anima ad una legione infernale.
Posseduto dal demone dell’orgoglio e dell’invidia, sognando un ruolo da protagonista, egli aveva odiato questo Gesù a Betania, che a lui aveva preferito la saggezza di una povera donna.
Posseduto dal demone dell’ambizione, egli aveva rinnegato questo Gesù che annunciava la croce e rifiutava di farsi re.
Posseduto dal demone dell’avarizia, egli aveva disobbedito a questo Gesù che predicava l’abbandono alla Provvidenza.
Posseduto dal demone dell’ingratitudine, egli aveva vomitato tutto quello che Gesù gli aveva dato, rendendolo quello che era.
Posseduto dal demone dello scetticismo, egli portava nella sua anima, fin da Cafarnao, un sorriso beffardo su tutto quello che faceva Gesù.
Più Gesù esaltava la povertà, la sofferenza e l’umiltà, per meglio esaltare i valori spirituali, più Giuda era scettico nei confronti del Maestro.
Non comprendendo più il grande desiderio del Signore di fare delle nostre anime dei figli di Dio, egli soffocò in sé ogni possibilità dello Spirito.


E Satana entra in lui…

Giuda scomparve nell’oscurità dell’assenza di Dio. Il dolore del Signore era palpabile, quest’anima seguiva il suo nuovo amico, colui che non resta fino alla fine.
Basta invocare la stupida rapacità di Arpagone per spiegare la caduta di Giuda? Si dice che fosse avaro. E’ vero. Egli avrebbe potuto scegliere una funzione più lucrativa, avrebbe potuto cercare un impiego di pubblicano o tornare nel negozio di conciatore di suo padre Simone di Kérioth. Ma egli aveva scelto di seguire Colui di cui Pietro aveva solennemente dichiarato in nome di tutta l’umanità: tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente. Egli aveva scelto di essere povero al seguito del Signore.

Alcuni hanno inventato un romanzo per spiegare il mistero di Giuda. L’eresia cainita ha immaginato un romanzo… Giuda sapeva dalle profezie che Gesù doveva riscattarci con la Sua morte, tradito da uno dei suoi. Discepolo anticipato di Lutero, egli avrebbe tradito per glorificare la fede, per compiere le scritture ed esaltare la misericordia di Cristo.
Quindi, sarebbe un santo… di più, sarebbe un martire della fede!

Nello stesso delirio, in contraddizione con i Vangeli, i razionalisti inglesi hanno immaginato un’altra cosa… Giuda ha peccato, ma solo materialmente, per eccesso di fede. Poiché aveva creduto nella divinità di Gesù, lo avrebbe consegnato per darGli l’opportunità di magnificare la Sua potenza…

La versione ebraica è più semplice, come il furto del corpo del Signore da parte degli Apostoli il mattino della Risurrezione. Più perspicace dei barcaioli del Lago, Giuda aveva scoperto l’impostura di Gesù e, da vero salvatore, egli consegnò Gesù per liberare un popolo maltrattato. Meglio… egli obbedì alla legge che ordina di consegnare i seduttori, e nel suo grande disinteresse si sarebbe guardato dal monetizzare la sua penosa missione, restituendo il bottino.
Il suo suicidio sarebbe una leggenda inventata dai cristiani. Giuda sarebbe morto, ma più tardi, di morte naturale.

Ma niente di tutto questo è vero riguardo a Giuda. E niente di tutto questo può aiutare a comprendere il mistero del peccato.


Ciascuno di noi porta sulle sue labbra il bacio di Giuda…

con la possibilità di darlo un giorno, scriveva Mons. Benson.
Giuda è attuale e antico come il mondo. Prefigurato da Caino, figlio di Adamo, uccisore del fratello per gelosia; prefigurato dai fratelli di Giuseppe che vendettero il loro fratello agli Ismaeliti per venti pezzi d’argento… la storia non cessa di presentarci troppi veri e troppi numerosi emuli di Giuda.

Il chiarimento, non starebbe più semplicemente nello studio attento dei testi del Vangelo completato dai lumi che ci fornisce la psicologia degli apostati?
I Vangeli, così deboli di particolari sulla maggior parte degli Apostoli, sono quasi prodighi sul figlio della perdizione. Non si espongono per divertimento i difetti della famiglia.

Il Giuda che la sincerità degli Evangelisti ci presenta, in verità non è un mostro straordinario… Sembra che non accettasse la piccolezza delle sue origini. Era la sua ferita. Ma quale figlio degli uomini non porta in sé il segno del peccato originale? Egli apparteneva ad una umanità classica, mediocre, molto vicina alla nostra.

Noi sappiamo che sotto la copertura della gloria di Dio, l’uomo è capace dei peggiori crimini. Saulo che perseguita i cristiani è un terrorista in buona fede. Noi conosciamo i Santi che furono vittime di carnefici che sulla carta erano loro fratelli… un San Giovanni della Croce che fu braccato dai suoi fratelli; la nostra Giovanna che fu condannata al rogo da centoventicinque preti, prelati o dottori della Sorbona che dichiararono di agire senza odio, in nome del Signore…


Una vocazione abortita

La notte precedente la scelta dei Dodici, Gesù si era ritirato sulla Montagna delle Beatitudini e pregava Suo Padre. All’alba ridiscese. Simone-Pietro fu scelto per primo, e Giuda Iscariota per ultimo.

Giuda era originario di Kérioth, un piccolo villaggio a pochi chilometri del Mar Morto. Apparteneva a quella Giudea che pretendeva la direzione intellettuale del paese e che considerava rozzi gli abitanti delle altre regioni, in particolare i Galilei. La sua relativa cultura, i suoi talenti pratici, l’aveva indubbiamente portato a ritenersi superiore agli altri undici, che erano della Galilea.

Ma Gesù l’aveva scelto, e l’aveva scelto non perché avrebbe tradito, ma perché l’aveva amato di un primo Amore, di un Amore unico. Sarà lui, e non Matteo, impiegato alle dogane, ad essere l’uomo d’affari del piccolo gruppo. Perché Giuda possedeva delle qualità, senza di esse Gesù non l’avrebbe preferito. Generoso, fiducioso…come gli altri, Giuda si era donato con tutto il cuore al profeta; aveva condiviso la dura vita del Maestro, le Sue lotte, i Suoi pericoli e come gli altri, durante le Sue campagne missionarie, aveva fatto dei miracoli.

All’inizio, Giuda fu un discepolo corretto. Freddo, riflessivo – che non sono dei difetti. La testa prevaleva sul cuore. Freddo… che non vuol dire che non avesse delle passioni; ci sono delle persone terribili tra quelli il cui fuoco cova sotto la cenere. I suoi difetti? Era interessato, vanitoso, ambizioso, egli si aspettava da Gesù, come tanti altri, che ristabilisse il regno di Salomone, un regno che assicurava il trionfo del vero Dio e per estensione anche il suo. Questa ambizione era condivisa senza eccezioni da tutti gli Apostoli e aggravata in ciascuno secondo i propri difetti.
Per Giuda, l’ambizione si accompagnava alla cupidigia e alla dissimulazione.

Ciò nonostante, Gesù l’aveva messo da parte per meglio donarsi a lui: vi era in lui la stoffa del capo, del principe della Chiesa nascente, dell’Apostolo e del martire! E allora, possiamo rimproverare agli Apostoli e a Giuda i loro primi errori?
Dio si svela lentamente, secondo il Suo ritmo e secondo le disposizioni di ciascuno. Conoscere Dio così come che Egli è richiede molta purificazione interiore.
O mistero della divina Provvidenza a cui niente sfugge, e della libertà umana che può resistere a Dio!
Giuda può cadere come gli altri, seguire dolorosamente come gli altri il cammino ascendente… ma se la sua libera volontà lo avesse portato ad un minimo di collaborazione con la grazia, avremmo avuto, dopo il soffio della Pentecoste, un Giuda santo.

E non si può dubitare, Giuda aveva delle buone disposizioni. E neanche si può dubitare che fino all’ultimo respiro il declino di quest’anima non era né ineluttabile né irreversibile.  Nella corte del pretorio, con Pietro anche lui egli avrebbe potuto chiedere perdono.


La mia carne è vero cibo

Fino al secondo anno di vita in comune, Giuda differisce dagli altri Apostoli solo per un comportamento più discreto e una diplomazia più attenta. Se, come Giacomo e Giovanni, egli ambisce il primo posto, egli non lo dice. Se, come Pietro, egli si indigna nel sentire Gesù annunciare la croce, egli non lo dice.

Fu a Cafarnao che una specie di inclinazione lo separò dagli altri nel segreto della sua anima. L’annuncio dell’Eucarestia aveva sollevato il cuore dei discepoli e suscitato il loro mormorio. Giuda aveva unito le sue proteste a quelle degli altri, ma con un tono diverso.

Mentre un gran numero di discepoli se ne andava, Gesù aveva interrogato gli Apostoli: Volete andarvene anche voi? Pietro, un po’ perplesso, aveva risposto: Signore, da chi andremo? Solo Pietro aveva parlato. Giuda e gli altri erano rimasti in silenzio. Ma il Signore aveva notato la differenza nel silenzio di Giuda. Ci sono alcuni tra voi che non credono … Non sono io che ho scelto voi, i dodici? E uno di voi è un traditore.

Il Signore aveva parlato della Sua carne e del Suo sangue, nutrimento eterno delle nostre anime… In verità, in verità vi dico, se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il Suo sangue, non avrete la vita in voi.
Nessuno dei discepoli, in quel momento, poteva comprendere queste parole, talmente erano dure. Ma Pietro aveva aperto la sua anima alle parole del Signore, come ad una possibilità, rifiutando così il vuoto dello scandalo.
Giuda, invece si era rifiutato di credere, e facendo questo aveva chiuso la porta della sua anima allo Spirito.
Quando la fede vacilla, bisogna contrattaccare, bisogna compiere degli atti di fede ancora più grandi. E’ quello che fece Pietro: tu hai parole di vita eterna, Signore. La fede in Gesù impegna tutto l’essere e bisogna accompagnarla con le opere.
Giuda si arrende, diserta… egli dovrà trovare una giustificazione alla sua diserzione. Non avrà altro che il suo niente.

La defezione di Giuda comincia da questo momento, era la disperazione dei carnali. Eppure il Signore gli aveva detto: è lo spirito che vivifica, la carne non serve a niente. Le parole che vi ho detto sono spirito e sono vita.
La defezione di Giuda fu preceduta da una diserzione interiore. Numerosi saranno i tentativi del Signore per illuminare le tenebre in cui stava sprofondando. Gesù non pensava forse a lui quando disse: non potete servire Dio e Mammona? Ma Giuda ascoltava ancora il Signore? Quando ipocritamente si indignò per il prezzo del profumo che Maria Maddalena spargeva sui piedi del Signore, sentì quello che Gesù aveva appena detto? I poveri li avrete sempre con voi; ma a me non mi avrete sempre


E Satana entra in lui

Il soggiorno a Gerusalemme completerà la rovina della sua anima; non resisterà alle insegne, al potere e all’oro dei sacerdoti al potere. Il suo tradimento consisterà essenzialmente in questo: si offrirà per guidare una banda armata verso il luogo solitario in cui, caduta la notte, si era certi di trovare Gesù con i suoi pochi amici… di amico egli aveva più solo il nome, giusto per bastare per consegnare ai carnefici i segreti condivisi.

Il sabato, vigilia delle Palme, Giuda lascia Betania con la rabbia nel cuore. Ancora una volta, questo Gesù aveva preso la difesa di quella donna contro di lui. La delusione e il disprezzo ossessionavano la sua mente.
Presto, egli risale la valle di Giosafat con le sue mille tombe – che gli ricordavano la vanità, la vita dell’uomo – ma egli nemmeno le ascoltava.
Poi c’era la scala che dal Cedron conduceva al palazzo di Caifa.
Ai Sinedrini propose di consegnare a loro Gesù. Discusse del compenso? L’affare fu concluso rapidamente per trenta sicli d’argento, cioè niente … il prezzo di un capo di bestiame, e la tempesta di tenebre continuò a vincerlo.

Giuda non poteva fermarsi. E’ proprio dei Giuda non potersi fermare.
La sera del Giovedì Santo, trasformatosi in informatore della polizia, guidò la truppa che doveva arrestare Gesù.
E Gesù era là, all’incontro. Grondante di sangue, sulla roccia del torchio, schiacciato sotto il peso dei nostri peccati, vessato dall’eterno esercito dei Giuda, mercanti di carte sporche e di piccole voci calunniose, mercanti di leggi infami e di opinioni corruttrici, trafficanti di denaro e di corpi, trafficanti di impunità umane e di portafogli di vanità.
Giuda guarda questa apparenza d’uomo, questo niente … avevo ragione, dice a se stesso.

Allora, con le braccia tese verso quell’uomo spezzato, in un gesto di effusione, Giuda abbraccia Gesù. Era il sordido segnale che aveva concordato con i soldati. Un bacio… la sola espressione del suo cuore vuoto. Le sue labbra rimasero rosse di sangue ed egli consumò la sua eterna rivolta. Amico, è per questo che sei venuto? Giuda, tu tradisci il Figlio dell’uomo con un bacio

Il dramma precipita. Venerdì Santo. Pilato si lava le mani – non sarebbe Pilato senza questo gesto – e consegna colui che ha appena chiamato giusto.
Giuda vede il gesto di Pilato, come vedrà i legionari flagellare Gesù, coronarLo di spine. Giuda sente il clamore della folla… Crocifiggilo! Adesso è finito. Caricato della croce, Gesù va a morire in uno spaventoso supplizio. Giuda può respirare. Le ansie non hanno cessato di tormentarlo: la paura che Pilato non si rassegnasse, che il taumaturgo spazzasse via con un gesto il formicaio infuriato. No, eccolo lì insanguinato, sfigurato, con le spalle curve sotto la croce, che barcolla, cade e si rialza, Ancora poche ore e sarà finita.

Finita? No, tutto comincia per Giuda… Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete chi sono. Tutto comincia per Giuda: il regno del solo eternamente amato è la sua disperazione.


La psicologia del disperato

Finché dura l’azione, la volontà di riuscire nasconde all’uomo la terribile realtà. Ma quando la realtà del crimine è lì davanti a sé… Nerone comprese l’orrore del suo crimine solo vedendo il viso sfigurato del cadavere di sua madre! Tuttavia, l’aveva voluto, aveva preparato quella morte. Certo, non la amava, lui che non aveva mai amato. Odiava perfino sua madre a cui doveva tutto.
Ma attenzione! Questa presa di coscienza nell’anima criminale non consiste in un cuore spezzato, ma nell’orgoglio frustrato. Quante volte si è visto un criminale chiedere perdono a tutti invece di chiedere perdono alla sua vittima?
Una certa forma di coscienza rimane… non è facile disumanizzarsi… ma questa coscienza è arrotolata in se stessa.

Giuda aveva rinnegato Nostro Signore, si era rifiutato di credere… ma non è così facile come si pensa distruggere in se la Fede! Anche morta, essa resta nell’anima e i rimorsi che essa suscita conducono gli umili al pentimento, come San Pietro, o fanno sprofondare ancora di più l’orgoglioso nelle tenebre della disperazione. Anche i demoni credono e tremano nell’inferno per l’eternità.

Quando Giuda esce dal Cenacolo col demone nel cuore, è perduto? No, non ancora. Nemmeno quando tradisce con un bacio; nemmeno, assolutamente parlando, quando si mette al collo il nodo fatale. Egli può ancora salvarsi, poiché può ancora pentirsi. Ma questo diventa sempre più difficile. Per risalire da questo abisso alla vera e completa penitenza, è necessario, con una vera grazia, uno sforzo prodigioso.

Giuda la comincia questa penitenza, l’abbozza. Materialmente parlando, essa è anche completa. Egli confessa il suo peccato al Sinedrio, quel denaro gli brucia le mani, non vuole più vederlo. Ma il Sinedrio non può riconoscere la sua colpa, essi sono complici; e per Caifa, Giuda è stato e sarà il traditore, lo strumento dei suoi progetti: non è nessuno. Perché allora si rivolge a loro, se non per istintivamente e praticamente sfidare il cuore di Gesù affinché sia così generoso da fargli la grazia senza alcun’altra implicazione da parte sua?
Dato che la fede porta alla conversione e alle opere, Giuda non sentirà mai la tua fede ti ha salvato, poiché egli si è rifiutato di credere e di cambiare. Né sarà toccato dalle parole di Cristo nella bocca di Davide a suo figlio Assalonne … se il mio nemico mi avesse oltraggiato l’avrei sopportato, ma tu, con cui ho vissuto cuore a cuore, uno dei miei capi, uno dei miei familiari, tu con cui ha spezzato il pane dell’amicizia.

Che manca alla sua contrizione, alla sua giustificazione, alla sua salvezza? La fiducia e l’amore.

Maddalena aveva capito che la vita della sua vita era Gesù. Aveva capito che il cuore del suo cuore era Gesù.
Giuda è stato e sarà per l’eternità questa folla sorda o furiosa ogni volta che Gesù parla del Regno invisibile, del Regno accessibile, del Regno eterno.
Povera folla di cui Gesù ebbe pietà. Ogni volta che essa griderà: libera Barabba! Ma lui crocifiggilo.
Povera folla che non capì la vanità del sogno che è la vita umana. Povera folla che non capì la divina follia dell’Amore di Dio: Dio esiste e la Sua gloria è di elevarci a Lui, la Sua gloria è perdonare.








 
aprile 2025
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI