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CI RISIAMO! di Luciano Pranzetti ![]() Roma, 17 aprile 2025: Carcere di Regina Coeli Il sostituto del Papa lava i piedi ai detenuti ![]() Roma, 17 aprile 2025: Carcere di Regina Coeli Il Papa bacia il piede di un detenuto dopo che è stato lavato dal suo sostituto Eh sì, ci risiamo con
la solita sceneggiata che Papa Francesco, per tredici volte da dodici
anni – 28 di marzo 2013 -- puntuale, organizza ad ogni Giovedì
Santo, una sceneggiata – termine esatto che vorrebbe invece, rivelare,
secondo il proprio intento, l’abbraccio della Chiesa agli ‘’ultimi’.
Di che cosa stiamo per parlare? Precisamente della cerimonia, memoriale della LAVANDA DEI PIEDI, effettuata da N. S. G. C. durante la CENA ai SUOI Apostoli e trasformata, dall’attuale romano Pontefice, per puro esibizionismo ecumenistico, in una pietosa e indegna farsa, condita da un mieloso tentativo di apparire quale gesto, significativo assai, di attenzione paterna verso i poveri, i diseredati, i periferici o, come abbiam detto, poc’anzi, verso gli ULTIMI. Vediamo, allora, che cosa si è ripetuto ieri, 17 di aprile, Giovedì Santo, nel carcere romano di REGINA COELI. Scelti 12 detenuti, il sostituto del Pontefice si è impegnato a lavare loro i piedi. Tutto qui? No, il teatrino va visto nella sua vera identità e per questo sarà necessario andare a rileggere il Vangelo di San Giovanni, dove. al capitolo 13 è dedicata la cronaca dell’evento la cui parte, che a noi interessa trattare, è la pericope 14 che riferisce le seguenti parole di N. S. G. C: “SE DUNQUE IO, IL SIGNORE E IL MAESTRO, HO LAVATO I VOSTRI PIEDI, ANCHE VOI DOVETE LAVARVI I PIEDI GLI UNI GLI ALTRI”. Che cosa voglion dire queste parole? Una soltanto: che la lavanda ai piedi, quale memoria del gesto di umiltà e di servizio, è riservata esclusivamente al collegio episcopale, l’erede di quello apostolico la cui direzione sarà affidata da N.S.G.C. a San Pietro, in due momenti: 1 – allorquando istituisce
la SUA Chiesa nominandolo PIETRA su cui questa resterà salda (Mt
16);
2 – allorquando, apparso agli Apostoli dopo la Resurrezione, gli affida il suo gregge conferendogli, nel contempo, il primato regale, sacerdotale e magisteriale (Gv. 21, 15/19). La lavanda dei piedi sta, quale segno, a significare la forza che gli Apostoli – e i Vescovi, loro successori – debbono esprimere, ed esercitare, nell’opera di evangelizzazione la cui metafora è il CAMMINARE, così, come le pantofole rosse, calzate dai Papi per lunga Tradizione, erano il segno del sangue, sparso dai Martiri della Chiesa Cattolica, roba antiquata che Papa Bergoglio ha eliminato sostituendole con delle . . . democratiche, normali scarpe di cuoio nero. D’altra parte, se N. S. G. C. avesse inteso fare ciò che, da tredici anni, fa Papa Bergoglio, avrebbe impartito ordine a Pietro di andare per Gerusalemme, raccogliere dodici miserabili “ultimi’’ portarli nel Cenacolo, dove avrebbe lavato loro i piedi. Ma Papa Francesco ne sa più del FIGLIO di DIO avendone data ulteriore prova con la manomissione della SUA PAROLA, cambiando il PADRE NOSTRO. Che Sua Santità non abbia – per motivi clinici – attuato la messinscena, non ne viene assolto dacché, Egli presente, ha conferito legittimità a una violazione, a uno stravolgimento teatrale della Storia Sacra, di cui è, Egli, ideatore, sceneggiatore e regista. IN FIDE FIRMUS Prof. Luciano Pranzetti 18 aprile 2025 |