La Santa Tunica di Argenteuil, Francia



di Don Denis Puga, FSSPX


Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X

La Porte latine






La Santa Tunica di Argenteuil



Gli Ebrei che vivevano in Palestina nei tempi evangelici, in generale portavano diversi indumenti: una cintura di tessuto sui reni con una tunica piuttosto corta indossata a contatto con la pelle. Sopra veniva indossata una tunica più ampia, più lunga e più spessa. Il tutto coperto con un grande mantello.

Come raccontano i Vangeli, nel Pretorio di Pilato Gesù fu interamente spogliato per subire l’atroce supplizio della flagellazione. Dopo averLo schernito incoronandolo di spine, i soldati gli restituirono gli indumenti e Lo portarono via per crocifiggerLo.
In cima al Calvario, il Figlio di Dio fu nuovamente spogliato. I Suoi indumenti furono divisi tra i carnefici; i quali tirarono a sorte per prendere la Sua tunica senza cuciture.
Tutto questo ci è specificato nel racconto fatto da San Giovanni, testimone fedele dei fatti.

Nella Basilica di San Dionigi della città di Argenteuil, ad Ovest di Parigi, è conservata una tunica che, secondo la tradizione cristiana, sarebbe proprio quella che il nostro Divino Salvatore indossava durante la Passione. Una tunica molto corta di colore porpora scuro, simile a quella che indossavano gli uomini.
Si tratta di una pezza di lana a forma di T, larga 90 centimetri e alta 120 centimetri; tessuta in un unico pezzo, senza cuciture.

Questa Reliquia fu conservata in Oriente dai primi cristiani e in seguito fu regalata dall’Imperatrice bizantina: Irene, a Carlo Magno, il quale nell’anno 800 la affidò a sua figlia Teodrade, badessa di un monastero ad Argenteuil.

Fin dalla fine del XX secolo alcuni esperti hanno condotti degli studi scientifici su questo indumento, esposto regolarmente per secoli alla venerazione dei fedeli.

I risultati di questi studii sono tali da impressionare i cristiani come noi.
Delle foto a infrarossi hanno rivelato che la tunica è quasi interamente coperta di sangue: il sangue di un uomo vivo e non morto. Il patrimonio genetico riscontrato nel DNA dei globuli bianchi sparsi qua e là nelle fibre, indica che chi la indossava era un uomo (data la presenza del cromosoma Y); il gruppo sanguigno AB e soprattutto l’aplogruppo J2 M172 presente sul cromosoma Y, sono noti come appartenenti alle popolazioni ebraiche del Medio Oriente.

Gli studiosi sono riusciti anche a mappare le macchie di sangue presenti sul retro della tunica. L’analisi fotografica ha rivelato una lunga cicatrice verosimilmente provocata dal trasporto di un oggetto pesante che aveva sfregato per qualche tempo sulla schiena del portatore della tunica e che aveva escoriato la pelle già gravemente ferita.
La cicatrice, larga 20 centimetri, va dalla spalla sinistra all’anca destra.
E’ inevitabile il richiamo al racconto sul trasporto della Croce.

Tracce di urea – uno degli elementi del sudore – sono state trovate tra i numerosi ammassi di globuli rossi. Esse potrebbero corrispondere al fenomeno dell’ematidrosi, caratterizzato dalla presenza di sangue nel sudore.
L’Evangelista San Luca, che era medico, ci racconta di un fenomeno simile che occorse al Signore durante la Sua agonia nell’orto del Getsemani: il sudore di sangue.

Esaminando una ad una le fibre della Reliquia, un esperto ha concluso che la tunica, in un dato momento, fu interamente coperta di sangue. La pelle di Colui che l’aveva indossata doveva essere in uno stato spaventoso.
La forma abitualmente sferica dei globuli rossi che costituiscono le tracce di sangue, indicava che chi aveva indossato la tunica aveva subito un profondo trauma.
Come non fare riferimento alla riconsegna della tunica dopo l’orribile supplizio della flagellazione!

Infine, un risultato veramente sorprendente: è stato accertato che le macchie di sangue della tunica corrispondono perfettamente alle impronte visibili sulla Sindone: il sudario di Cristo conservato a Torino. La sovrapposizione di queste due immagini ha portato gli studiosi ad affermare che i due tessuti erano stati macchiati da un unico suppliziato.

Come si vede, questa Reliquia di Argenteuil merita di essere oggetto di una grande devozione.

In questo  anno 2025, per celebrare il 19° centenario del concilio di Nicea, la Santa Tunica di Cristo sarà esposta eccezionalmente alla venerazione dei fedeli nella Basilica di San Dionigi ad Argenteuil, dal Venerdì Santo (18 aprile) alla Domenica 11 maggio.
L’ultima ostensione pubblica risalente al 2016 aveva richiamato quasi 200.000 pellegrini.

La Santa Tunica di Argenteuil, infatti, è un ricordo commovente del fatto che il Figlio di Dio fatto uomo soffrì sotto Ponzio Pilato, come hanno dichiarato i Padri di Nicea.




 
aprile 2025
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