Il Papa è morto.

Lunga vita al Papato.




di Eric Sammons


Pubblicato sul sito di Sabino Paciolla









Ricordo chiaramente il giorno in cui Jorge Bergoglio è stato eletto Papa.
Lavorando per una diocesi, ero nel bel mezzo di una riunione con una donna anziana e un diacono. Volevano sapere se potevano avviare un gruppo di sostegno per famiglie con membri attratti dallo stesso sesso. Il figlio della donna era omosessuale praticante e lei voleva sostenerlo nel suo stile di vita (cioè approvare il peccato). Stavo per bocciare l’idea quando fummo interrotti da un grido: «Fumata bianca!».

Come la maggior parte dei cattolici americani, non avevo idea di chi fosse Jorge Bergoglio, quindi ero aperto al nuovo pontificato di Francesco.
Ma ben presto cominciai ad avere dei dubbi. A pochi mesi dall’inizio del suo pontificato, Francesco pronunciò la famigerata frase «Chi sono io per giudicare?», e solo poche settimane dopo, quella signora anziana e il diacono tornarono nel mio ufficio, insistendo che la Chiesa era cambiata. Perché non dovevano poter avere il loro gruppo pro-LGTBQ? Anche il Papa era dalla loro parte adesso!

Riprendendo da dove avevo interrotto, spiegai perché il gruppo che avevano in mente non poteva essere approvato dalla diocesi, fornendo una spiegazione di ciò che la Chiesa insegna realmente sulla sessualità come base razionale.
Conclusi con la frase che sarebbe presto diventata familiare: «Penso che ciò che Papa Francesco intendesse davvero fosse…», ma avevo la sgradevole sensazione che questo pontificato avrebbe reso il mio lavoro molto più difficile.
Non potevo immaginare quanto.

Una convenzione sociale impone di non parlare male dei morti. Il defunto non può difendersi e noi rischiamo di ferire i sentimenti dei suoi cari in lutto.
Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che ci sono momenti in cui questa convenzione sociale viene messa da parte; uno di questi è quando la persona in questione è stata una figura nota che ha assunto una grande responsabilità e ha esercitato un potere che ha avuto un profondo impatto sul mondo. Sarebbe non solo disonesto, ma anche sciocco nascondere la triste realtà:

Francesco è stato un Papa terribile.

Gli esempi della natura problematica del suo pontificato abbondano, dai suoi commenti improvvisati, alla scelta dei suoi stretti collaboratori, ai suoi atti ufficiali. Sarebbe impossibile elencarli tutti, ma un piccolo campionario dovrebbe bastare a dimostrare i fallimenti del suo regno.

Chi di noi non ha iniziato a temere i suoi viaggi in aereo? Questi viaggi sembravano produrre i campioni più noti delle sue opinioni, che andavano dal famoso «Chi sono io per giudicare?» al denigrante «I cattolici non devono essere come i conigli», che fin dall’inizio ha seminato una diffusa confusione sull’insegnamento della Chiesa sulla sessualità e la vita umana.
Poi, naturalmente, c’erano le sue numerose critiche ossessive e obsolete nei confronti dei cattolici tradizionali, che sarebbero state divertenti per la loro natura stereotipata se non fossero state così dolorose per le anime sincere e fedeli.

Si dice che “il personale è la politica”, e le politiche radicali di Papa Francesco si riflettevano nei suoi stretti collaboratori.
Si è costantemente circondato di uomini discutibili e persino apertamente malvagi, tra cui Theodore McCarrick, il cardinale Angelo Becciu, il cardinale Victor Manuel Fernandez, padre Marko Rupnik e padre James Martin.
Qualsiasi Papa può essere incline a commettere errori quando nomina uomini ad alte cariche, ma Francesco sembrava provare piacere nell’avere alcune delle persone peggiori come suoi più stretti confidenti.

E poi ci sono stati i suoi atti ufficiali, che sono i più scandalosi perché sono i più autorevoli. C’è l’Amoris Latitia, che ha usato una logica contorta per aprire la ricezione della Santa Comunione a coloro che erano in stato di peccato grave.
Poi c’è stata la Traditionis Custodes, che è stato un meschino tentativo di schiacciare proprio quella parte della Chiesa che stava crescendo, semplicemente perché non era conforme alla sua versione del cattolicesimo degli anni ‘60.

Nel 2019 Francesco ha firmato la Dichiarazione di Abu Dhabi, che affermava che Dio ha voluto diverse religioni e ha posto l’Islam essenzialmente sullo stesso piano del cattolicesimo.

È inquietante che non conosciamo nemmeno tutti i dettagli del suo scandaloso accordo con il governo cinese, perché ci è stato tenuto segreto.

Questo elenco potrebbe continuare all’infinito. In effetti, scommetterei che ho dimenticato più cose scandalose che ha fatto Francesco di quante ne ricordi.

Nelle poche occasioni in cui ha detto qualcosa di indubbiamente cattolico, come una dichiarazione contro l’aborto, i cattolici, in una speciale variante della sindrome di Stoccolma, lo hanno ricoperto di elogi stravaganti.
Quegli stessi cattolici cercheranno ora di manipolarci per farci credere che Francesco è stato un grande Papa. Forse hanno sostenuto il suo programma progressista, o forse hanno paura di riconoscere la possibilità che un Papa possa semplicemente essere cattivo.
Per quest’ultimo gruppo, vale la pena riscrivere la storia, fingendo che Francesco fosse qualcosa che non era. Ma le sue parole e le sue azioni, per quanto a volte confuse, parlano da sole.

Che penitenza è stato questo pontificato per i cattolici.
Non che tutto ciò che Francesco ha fatto sia stato negativo; dovremmo essere grati per i suoi sforzi per la pace tra le nazioni in guerra, in particolare tra Ucraina e Russia, e Israele e Palestina.
Ma nel complesso, gli ultimi dodici anni sono stati un disastro per la Chiesa. Probabilmente ci vorranno anni o addirittura decenni per riprendersi dai danni causati.

Eppure il papato stesso resiste. La Chiesa non è sopravvissuta per 2000 anni perché abbiamo avuto solo papi buoni e santi. Nella nostra storia abbiamo avuto alcuni veri e propri mascalzoni, e alcuni di loro sembravano più successori di Giuda che di Pietro, eppure il papato continua ad essere la roccia su cui è costruita la Chiesa. Durante i pontificati negativi può essere difficile vedere il valore del papato, ma è essenziale per la Chiesa, cosa che risulta chiara se guardiamo alla storia nel suo insieme.

Si pensi al protestantesimo, che è nato con il rifiuto dell’autorità del Papa. Da allora, la sua storia è stata una successione di divisioni. I protestanti non riescono nemmeno a mettersi d’accordo su un punto fondamentale come lo scopo del battesimo! Il caos che è il protestantesimo è ciò che accade quando si getta via il papato.

Anche l’ortodossia orientale, che in teoria accetta l’idea di un papato limitato, ma in pratica la rifiuta completamente, soffre della sua rottura con Roma. Attualmente la Chiesa ortodossa russa, la più grande chiesa ortodossa, è in scisma con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Questo tipo di scismi sono comuni nella storia dell’ortodossia, poiché non c’è un capo che mantenga unito il corpo. Gli ortodossi senza papa sono anche carenti su alcune questioni dottrinali, come dimostra la loro accettazione generale della contraccezione artificiale e del divorzio.
Quindi, anche se i cattolici possono di tanto in tanto dover sopportare papati cattivi (anche se meno di quanto ci si potrebbe aspettare), nel lungo periodo è l’ufficio papale che ha tenuto unita la Chiesa per 2000 anni e continuerà a tenerla unita fino alla seconda venuta di Nostro Signore.
Anche quando l’acqua del bagno è sporca, non possiamo buttare via il bambino.

Fingere che i papi cattivi siano solo qualcosa che poteva accadere in passato ma non oggi potrebbe essere un tentativo ben intenzionato di proteggere il papato, ma sacrifica la verità. Se Nostro Signore ha messo in guardia contro il pericolo degli scandali che allontanano le anime da lui, perché dovremmo rifiutarci di riconoscere tali cose quando si verificano?

La Chiesa è sia umana che divina. Cristo ha volutamente affidato la Sua Chiesa a uomini peccatori, sapendo bene che a volte lo avrebbero deluso. Ma ha promesso che lo Spirito Santo sarebbe sempre stato con la Chiesa, guidandola verso tutta la verità. Noi confidiamo in questa promessa, indipendentemente dal fatto che pensiamo che l’attuale Papa stia facendo un buon lavoro o meno.
La promessa è una promessa generale che il papato durerà e manterrà unita la Chiesa, non una promessa che ogni Papa sarà un santo o anche solo più che mediocre.
Avere un papa cattivo può essere un bene per i cattolici in un certo senso: ci costringe a comprendere meglio la teologia del papato.

Durante il pontificato di Francesco abbiamo visto cattolici negare che fosse Papa semplicemente perché pensavano che fosse un cattivo Papa. In qualche modo ha superato un limite che loro stessi avevano stabilito come invalicabile per un vero Papa. Abbiamo anche visto cattolici lodare tutto ciò che diceva e faceva, per quanto scandaloso, anche quando queste cose erano chiaramente non cattoliche. Era un «cattolicesimo di parte», simile a quello di un devoto di un partito politico che sostiene il proprio candidato, per quanto cattivo possa essere.

Entrambe queste reazioni a quello che è stato un pontificato difficile sono scaturite dallo stesso problema di fondo: un’esaltazione del papato al di là di ciò che è. Abbiamo avuto una serie così lunga di Papi generalmente buoni che molti cattolici ben intenzionati sono arrivati a credere – anche se non è mai stato insegnamento della Chiesa – che dovevamo seguire anche le opinioni dei Papi.
Siamo diventati la caricatura protestante dei temuti «papisti»: il Papa era praticamente un leader di una setta che dovevamo seguire ciecamente.

Un cattivo papato come quello di Francesco, tuttavia, aiuta a combattere questo errore. Il papato è vitale ed essenziale per la Chiesa, ma il Papa non è un oracolo divino al quale dobbiamo dare totale ossequio. Dovremmo essere grati a Dio per aver usato questo papato per aiutare a chiarire quell’errore che era cresciuto all’interno della Chiesa dal XIX secolo. Possiamo apprezzare veramente il papato quando comprendiamo meglio il suo scopo e il suo funzionamento.

Papa Francesco ha famigeratamente invitato i cattolici a «fare casino». Lui l’ha sicuramente fatto, e ora sta a noi ripulire.

Pregate per l’anima di Papa Francesco, pregate per il prossimo Papa e pregate per la Santa Madre Chiesa.

Francesco è morto, ma il papato continua. Rendiamo grazie a Dio.








 
aprile 2025
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