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Sette modi in cui il Papa ha cambiato radicalmente il cattolicesimo ![]() José Arturo Quarracino È innegabile e incontestabile che il pontificato di Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco abbia avuto un impatto, sia all’interno della Chiesa cattolica che al di fuori di essa. In termini generali, si può dire che è stato un papato totalmente dirompente come in nessun altro momento della Chiesa, promuovendo cambiamenti radicali che in molti casi non hanno significato un’evoluzione, ma piuttosto una brusca rottura con la vita, la dottrina e la prassi dell’istituzione fondata da Gesù Cristo e con il papato petrino e la sua ininterrotta continuità come pietra angolare. Un elemento da tenere presente è il fatto che, a causa di questi cambiamenti radicali, l’amministrazione di Bergoglio ha avuto, fin dall’inizio del suo pontificato, il sostegno e l’appoggio di settori e ambienti politici e mediatici storicamente antagonisti alla Chiesa: mentre i papati degli ultimi secoli erano considerati “tradizionalisti” o “conservatori”, l’amministrazione del Papa sudamericano è stata considerata “rivoluzionaria”. Tra questi cambiamenti radicali “rivoluzionari” possiamo citare: In primo luogo, il graduale prevalere di quella che potremmo definire la pastorale della misericordia sul primato delle verità dottrinali, un processo che ha avuto il suo primo impulso con il Sinodo sulla Famiglia, svoltosi in due tappe (2014 e 2015). In questa assemblea sinodale si è iniziato a discutere dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale e del divieto di accesso alla Comunione per i divorziati e risposati. In secondo luogo, c’è il riconoscimento e l’accettazione dell’omosessualità come parte normale della vita umana, a partire dalla sua famosa dichiarazione ad uno dei suoi collaboratori (monsignor Battista Ricca) all’inizio del suo pontificato: “Chi sono io per giudicare? ”, le sue successive difese di questa condizione – in realtà una condotta disapprovata sia dalle Sacre Scritture sia dal Magistero della Chiesa – fino alla famosa Dichiarazione Fiducia supplicans (2023), che autorizza la benedizione delle coppie omosessuali, che ha provocato il rifiuto unanime di quasi tutto l’episcopato di un continente (l’Africa) nel suo complesso. Un rifiuto che ha portato Papa Francesco a tollerare e accettare questo rifiuto collettivo “a causa delle idiosincrasie culturali” della popolazione e del clero africano. In terzo luogo, c’è il fatto dell’accettazione e dell’accompagnamento delle agende globaliste delle Nazioni Unite (Agenda 2030), del Forum Economico Mondiale (Il Grande Reset), del Summit di Parigi (Cambiamento Climatico), di Big Pharma, eccetera, tutte chiaramente anticristiane e con fondamenti e criteri puramente e strettamente politici e sociologici, totalmente estranei ai criteri del Magistero della Chiesa. Questa compiacenza nei confronti delle suddette agende aveva in generale pochissima o nessuna base negli scritti del Papa stesso. In quarto luogo, Papa Bergoglio ha portato avanti una chiara e inequivocabile adesione a gruppi e personalità politiche chiaramente allineate al progressismo globalista anticristiano e antiumanista, un progressismo che rifiuta l’intero patrimonio religioso, culturale e spirituale delle grandi culture e civiltà pre-bibliche, antiche, medievali e moderne, per produrre un nuovo risveglio nella nuova era transumanista, che si basa sulla concezione di un essere umano condizionato e dominato dalla sua subordinazione e sottomissione alla cibernetica, cioè un essere umano simbiotizzato con le tecnologie e i dispositivi elettronici inseriti nell’organismo umano. In quinto luogo, in relazione al punto precedente, salvo brevi e sporadiche espressioni in relazioni, interviste, conferenze stampa aeree, ecc. è impressionante l’assenza di qualsiasi considerazione e condanna del più grande e selvaggio di tutti i crimini perpetrati universalmente contro l’umanità, cioè l’olocausto demografico, nell’agenda ufficiale di questo pontificato è vistosamente assente qualsiasi considerazione e condanna del più grande e selvaggio di tutti i crimini perpetrati universalmente contro l’umanità, ossia l’olocausto demografico e il genocidio dell’aborto, che ogni anno elimina circa 70 milioni di bambini non nati, secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite e delle famigerate organizzazioni dedite alla promozione di questo abominevole crimine. Peggio ancora, durante il suo pontificato Francesco ha nominato a varie cariche nei dicasteri vaticani persone che aderiscono ferventemente al genocidio prenatale, come, tra gli altri, l’economista italo-americana Mariana Mazzucato e il giurista argentino Eugenio Raúl Zaffaroni, oltre ad essere in rapporti amichevoli con promotori aggressivi dell’aborto globale come l’ex Presidente degli Stati Uniti Joseph Biden, la legislatrice democratica statunitense Nancy Pelosi, i coniugi Clinton, l’ex Presidente socialista cileno Michelle Bachelet, il leader politico boliviano Evo Morales, il Presidente brasiliano Luiz Ignacio da Silva (“Lula”), ecc. In sesto luogo, il cambiamento più rivoluzionario, anzi una mutazione, è certamente la promozione e l’attuazione istituzionale della Chiesa cattolica come “Chiesa sinodale”. Ciò significa mettere in secondo piano e diluire l’essenza della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica (come definita dal Credo niceno-costantinopolitano [381 d.C.] e dal Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 811) in un’assemblea deliberativa orizzontale i cui membri camminano insieme, cioè definiscono criteri e linee d’azione per consenso, in modo democratico, a tutti i livelli. Un’assemblea deliberativa in cui le gerarchie passano in secondo piano, in cui tutto è deciso dal “discernimento nello Spirito”. In settimo luogo, troviamo in questo pontificato la riduzione della Fede e della Chiesa cattolica a professare un credo e a praticare una religione che è sullo stesso piano di altri credi, poiché “tutte le religioni portano a Dio”. Sulla stessa linea è la condanna dell’evangelizzazione che porta alla conversione – missione affidata da Gesù Cristo a tutta la Chiesa – perché la si qualifica come proselitismo per incorporare nuovi membri nell’istituzione. È importante sottolineare che tutti questi cambiamenti non si sono basati su una nuova concezione dottrinale della Fede e dei Dogmi, ma su una diversa prassi istituzionale, in cui le fonti della Rivelazione – la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero ecclesiale – sono state messe da parte come criteri normativi, per privilegiare e dare il primato ai criteri personali di Francesco e del suo Magistero come normativi e indiscutibili. In questo senso, quando si leggono le Esortazioni apostoliche e le Encicliche emanate dall’attuale Pontefice, si può notare che più del 50% delle citazioni che sostengono le posizioni enunciate corrispondono agli scritti del Papa stesso, e poco o nulla all’insegnamento dogmatico e dottrinale bimillenario della Chiesa cattolica, salvo sporadiche eccezioni. L’estrema limitazione e in molti casi la proibizione della celebrazione della Messa tradizionale in latino accompagna e rafforza questa svolta, al fine di rimuovere ogni riferimento e radicamento nella storia viva della Chiesa cattolica, un atteggiamento che si qualifica come “indietrista”, come regressione al passato. Questa prassi bergogliana ha portato a un evento straordinario: l’assenza della presenza di Gesù Cristo nella Chiesa “sinodale” e della sua centralità nella vita istituzionale, come risulta dall’ultimo Sinodo sulla sinodalità svoltosi in due tappe (2023 e 2024), nelle cui sessioni si è discusso e si discute di tutto tranne che della Presenza viva del Redentore, come si evince dalla lettura dei Documenti di lavoro e dalle Conclusioni di entrambe le sessioni. In questa Chiesa “sinodale”, il centro non è più Gesù il Messia risorto, ma l’assemblea unita orizzontalmente che delibera nello Spirito”. La Chiesa di Cristo tornerà a essere una, santa, cattolica e apostolica o rimarrà una Chiesa sinodale senza la presenza centrale e attiva del Signore? Solo Lui lo sa, e noi credenti sappiamo bene che è la Sua volontà che alla fine prevarrà, prima che poi e in un futuro non troppo lontano, piuttosto prossimo. Nella vita del mondo e della Chiesa del Signore, “tutto concorre al bene di coloro che lo amano” (Romani 8:28). |