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SCARPETTE ROSSE di Luciano Pranzetti ![]() Le scarpette rosse dei Papi
Ho ascoltato, in questi
giorni, e ancora oggi nei numerosi programmi, il commento alla morte di
Papa Francesco, un commento composto da una sequenza di attestati di
grandi benemerenze, soprattutto in termini di rinnovamento, tra le
quali l’abbandono delle scarpe rosse, e di alcuni paramenti, giudicati
sorpassati. Questo mi è parso di aver udito e se ho frainteso,
mi si abbia per scusato, recluso, come sono da circa 10 anni, da Mr.
Parkinson che mi ha tolto la parola e reso, la deambulazione insicura,
lasciandomi libere le mani e sufficientemente sveglia la testa.
Dunque le scarpe rosse. Esse non sono un SIMBOLO, che, per sua connotazione è polisemico, ma SEGNO –termine che vale “univoco” – e poiché, nella religione Cristiano-Cattolica, non esistono simboli ma unicamente segni, vediamone il significato – che non sarà una mia invenzione, ma la salda significanza assunta nella bimillenaria Storia della Chiesa. Che, scarpe o scarpette non sono, ma PANTOFOLE. E perché rosse? Per significare il sangue sgorgato dai piedi forati di CRISTO, il sangue dei martiri, il sangue della stessa Chiesa perseguitata, versato lungo il cammino della vicenda ecclesiale. Aver deliberato, Papa Francesco, di eliminarle a pro’ di un paio di normali “democratiche” e scalcagnate scarpe di cuoio nere e lacci neri, visibilmente ostentate nel salir le scalette dell’aereo, è come aver rinnegato la missione della Chiesa di CRISTO, e cioè: la missione evangelizzatrice come la comandò N. S. G. C, (Mc, 16, 14/18) ed affermato la propria smania di apparire mediante atteggiamenti, gesti e parole colorati di modestia, umiltà, nascondimento. Cosa che il defunto Pontefice non si è peritato di considerare tale azione, un gesto non di RINNOVAMENTO ma un atto RIVOLUZIONARIO. ![]() Le scarpe nere di Papa Francesco Ora, signori miei, l’ordinamento dato da CRISTO, il fondatore della SUA Chiesa, è tale che non abbisogna di RIVOLUZIONI che, specialmente in territorio teologico, portan seco rovine, apostasie, e abolizioni di realtà solide, ma, caso mai, necessita di norme che realizzino un “pieno compimento della Legge”, quale intendimento di N. S. G. C. (Mt. 5, 17/19). Il fragore encomiastico che accompagna, da lunedì 21 di aprile 2025, il ricordo di Papa Francesco, fa tornare, alla memoria, l’ammonimento di N. S. G. C. che avverte: ‘’GUAI, QUANDO TUTTI GLI UOMINI DIRANNO BENE DI VOI! ALLO STESSO MODO FACEVANO I LORO PADRI CON I FALSI PROFETI’’ (Lc. 6, 26) Non nego di essere stato, in larga parte, e da sempre, un oppositore di Papa Bergoglio, da quando, appena eletto –il 13 di marzo 2013 -- principiò il suo Pontificato, salutando l’ecumene cattolico, con un laico, estraneo BUONASERA; un oppositore – dicevo – per tante sue aberranti espressioni quale quella con cui definì l’attribuzione del titolo di VICARIO DI CRISTO, vecchio arnese, privo di verità storica e di sostanza reale. Il che lo ha dimostrato in molte occasioni che non sto ad elencare ma che se talun lettore lo desidera, sarò ben lieto – comunicato l’indirizzo di p.e -- di mostrarne il catalogo. lucianopranzetti@gmail.com 28 aprile 2025
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