UMILTÀ – MODESTIA – MODERAZIONE

1^ puntata


di Luciano Pranzetti



Prima che i lettori ci chiedano ragione della nostra posizione ostativa alla figura e al Magistero di Papa Francesco, riveliamo loro la causa.
Essa risale al primo atto ufficiale siglato pochi minuti dopo la sua apparizione quale nuovo Papa col nome di Francesco, la sera del 13 di marzo 2013, allorché salutò l’ecumene cattolica con un estraneo, laico e disdicevole ‘’BUONA SERA’’, indiziario di una sua visione del proprio ruolo, argomento gravissimo di cui parleremo in appresso.

Ed eccoci al tema:                       
si parla tantissimo, e in termini ammirati, dell’umiltà, della modestia e della moderazione del defunto Papa Francesco – R.I.P. – del quale si narrano episodî attestanti queste sue tre virtù. Sono episodî che tracciano la personalità di un Pontefice Cattolico e ne segnalano spesso la disattesa della dovuta, coerente corrispondenza ai principî che sottostanno, quali fondamenti, alle tre predicate virtù.

Noi vogliamo entrare in questi episodî per cercare di verificare che la realtà coincida, collimi con la verità - e ci sembra assai opportuno, iniziare con quello che è stato definito, un gesto esemplarmente modesto, l’ultimo che si pone come la carta d’identità del Papa, vale a dire, l’aver lasciata espressa, quale disposizione finale, la volontà di essere sepolto in un sacello semplice, modesto, privo di ornamenti, recante, sulla lastra marmorea verticale del tutto spoglia, il solo CROCIFISSO – che altro non è che la sua croce pettorale di ferro -, e con sulla lastra marmorea in basso il nome, vòlto in latino: FRANCISCUS.




La tomba di Papa Francesco


Certamente una dimostrazione di umiltà che, riferita ad un personaggio di larghissima fama, suona quale esempio da meditare. Una tomba, quindi, collocata – sembra di capire - in un cimitero remoto, lontano dal chiasso mondano e dal vivace fervore dei fedeli apparsi, in questi giorni, spiranti un entusiasmo tracimante e una commozione insopprimibile, fenomeno mai rilevato per un Pontefice – ma che diciamo? – addirittura per nessun grande della Terra.

Resi così edotti, stavamo anche noi, sul versante dei commossi fedeli quando, dalla stampa e della tv, abbiamo appreso, e visto, che il sepolcro non era stato posto in una landa deserta, alla “fine del mondo”, ma nel cuore della Basilica romana di SANTA MARIA MAGGIORE, sul colle Esquilino.
E, allora, ci siam chiesti che gesto di modestia fosse quello per cui, a dirla schietta, se non è da tutti farsi tumulare in una chiesa parrocchiale, figuriamoci in una Basilica quale quella delle quattro cosiddette Papali, cioè: SAN GIOVANNI IN LATERANO, SAN PIETRO IN VATICANO, SAN PAOLO FUORI LE MURA, ed essa, SANTA MARIA MAGGIORE ove sono stati sepolti sette (7) Papi – Onorio III (+ 1227), Niccolò IV (1292), Pio V (+ 1572), Sisto V (+ 1590), Clemente VII (+ 1605), Paolo V (+ 1621) Clemente IX (+ 1669) -- con Francesco (+ 2025) che sarà, nell’ordine cronologico, l’ottavo ed ultimo, per il momento.

Riposare in un monumento funebre – perché di questo si tratta – richiesto con atto ufficiale testamentario, seppur privo di orpelli e, proprio per tale particolare essere declamato dall’orbe mediatico, semplice, umile e modesto, significa godere di un privilegio che contrasta con la predetta connotazione di austera semplicità, di docile umiltà e di esemplare modestia.
   
Or dunque, al tirar delle somme, ci viene spontaneo considerare questo evento non tanto un esempio di nascondimento, quello autentico, quanto, invece, nel presente caso, ostentata, sventolata virtù proprio nel suo essere tale.
In sostanza, un ossimoro quale si può ritenere, per un uomo che dica di sentirsi ORGOLIOSAMENTE UMILE.


Prof. Luciano Pranzetti







 
aprile 2025
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