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Papa Leone XIV di Luciano Pranzetti (9 maggio 2025) ![]() Un atto di coraggio, quello
compiuto dal Cardinale Robert Prevost eletto il giorno 8 marzo
ricorrenza della B.V. di Pompei, Papa – 267° successore di San
Pietro – chiamarsi LEONE XIV, diretto riferimento a Papa LEONE XIII
(Gioacchino Pecci).
Atto coraggioso, certamente perché la corrispondenza onomastica con il Pontefice, autore dell’enciclica RERUM NOVARUM, deve – stando ai fatti – essere di un vincolo culturale ed interiore, indissolubile stante l’abbandono di un nome sperato da molti, quale quello di uno dei Papi postconciliari. E questo è sufficiente a spiegare il “diplomatico” riferirsi al suo predecessore Francesco, il non dare corpo -- pensiamo noi – al sospetto di un cambio radicale del senso di marcia della Chiesa Cattolica che, invece, sarà varato. Insomma: se intendeva rassicurare i tanti fedeli, “orfani” d Bergoglio, bastava che si nominasse Francesco II. E, invece, chi ti va a scegliere il cardinale USA? Ora, se, stando alla verità enunciata dal brocardo giustinianeo ‘NOMINA SUNT CONSEQUENTIA RERUM = i nomi sono la conseguenza (sostanziale) delle cose – commentata dalla sentenza ‘’CONVENIUNT REBUS NOMINA SAEPE SUIS = spesso i nomi convengono alle proprie cose -- stilata dal giurista Riccardo da Venosa, della Magna Curia federiciana, v’è da dire che si annuncia un problema e per il neo eletto e per la Comunità Cattolica. Eh sì, perché il Papa novello non può, con il nome che si è scelto, comportarsi da fotocopia/Bergoglio stante la distanza esistente tra il defunto Francesco e il Leone di fine ‘800, e, d’altra parte la Comunità Cattolica, tutta rapita dalla entusiastica estasi, spera nel prosieguo dell’opera bergogliana. Messa in questi termini, la faccenda assume una valenza notevole dacché, trasferita la questione esposta da Giustiniano e da Riccardo da Venosa, il nome proprio – nel presente caso LEONE XIV – non ammette alti significati che non siano quelli legati e collegati alla sequenza storica di quanti Pontefici hanno assunto tal nome di cui, l’ultimo, il XIII, si aggancia al nuovo per dare origine a una Storia simile, analoga e corrispondente nella sostanza, seppur diversa nell’accidente. Per questo dinamismo – il continuo riferirsi all’azione del precedente XIII – l’attuale Pontefice farà cadere nell’oblìo il ricordo di Papa Bergoglio suscitando, per tale causa, l’ostilità di quanti, nel segno del ‘’progressismo’’ ecclesiale – la sinodalità – tenteranno di porlo nella condizione in cui misero Benedetto XVI il quale non reagì ma trovò comodo sfruttare l’occasione per scendere dalla barca di Pietro e salutare la compagnìa. Intanto, abbiamo apprezzato il saluto all’ecumene cattolica, di tutt’altro contenuto del precedente laico ed estraneo BUONA SERA, un salto, cioè, in perfetta sintonia non solo del momento ma anche del tempo liturgico, tempo pasquale, espresso con le parole di CRISTO Risorto: ‘PACE A VOI’’ (Lc. 24, 36). Vediamo allora quali saranno gli àmbiti in cui si spera Leone XIV possa muoversi, e quali i risultati e le mete da raggiungere nella prospettiva tracciata dal XIII. -- ci aspettiamo che Papa Leone XIV – monaco agostiniano – percorra la strada che percorse Leone XIII, quella che, diritta, punta alla supremazia spirituale e temporale della Chiesa Cattolica, in virtù della garanzia concessa da CRISTO, quando EGLI rassicurò i SUOI Apostoli con l’affermare: “ECCO, IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, FINO ALLA FINE DEL MONDO” (Mt.28, 20). -- ci aspettiamo che Papa Leone XIV tracci, di nuovo, la linea di demarcazione tra la Katholika e la Massoneria, confine che, con il tristo Magistero del Concilio VATICANO II applicato da tutti i Papi conciliaristi, ha condotto le due realtà mondiali, incompatibii fra loro, a scambiarsi momenti di “amorosi sensi”. -- ci aspettiamo che Papa Leone XIV dia forte impulso alla stampa cattolica mediante un dialogo che non sia mai, nel rapporto reciproco, supina o prona all’altra, ma sia capace di tagliare i “ponti” quando questi non consentono l’andare verso la Chiesa. -- ci aspettiamo che Papa Leone XIV riporti la morale famigliare e sessuale nella sana e biblica interpretazione. -- ci aspettiamo che Papa Leone XIV inverta la rotta alla coscienza dei cristiani i quali, per narcosi intellettuale, inoculata da lupi travestiti da pastori, non percepiscono più la gravità del peccato mortale confidando, come spicciola soluzione, al SIGNORE dalla infinita misericordia, trascurando l’altra parte costitutiva divina, l’infinita giustizia. -- ci aspettiamo da Papa Leone XIV il restauro della Sacra Scrittura – VERBUM DEI – messa a soqquadro dalla Riforma Liturgica del 1969, ad opera di Papa Paolo VI, e ultimamente dalla presunzione di Papa Bergoglio, convinto di saperne più dello Spirito Santo, autore degli originali Testi Sacri -. -- ci aspettiamo, da Papa Leone XIV, la RI-CONSACRAZIONE della Basilica Vaticana di San Pietro, due volte profanata da Papa Bergoglio e dalla Curia Vaticana, e precisamente: la 1^ il giorno 13 di
ottobre del 2016, anniversario dell’ultima apparizione della B.V. MARIA
a Fatima, quando, in occasione dell’incontro INNATURALLE con la
confessione scismatico-eretica uterana, il Pontefice romano
intronizzò, con grande apparato onorifico, la statua di
Martin Lutero;
la 2^ allorquando, conclusi i lavori del Sinodo avente per tema l’Amazznia, il giorno 7 di ottobre del 2019, anniversario di Lepanto (1571) fu celebrato un ignobile, dissacrante rito, in onore dell’idolo andino la PACHAMAMA, l’equivalente idolo antropofago della mediterranea GRANDE MADRE per la quale Mons. GF. RAVASI, si esibì, con una suora, in una località sudamericana, in un evento coreutico. Questo ci aspettiamo dal nuovo Papa, LEONE XIV. Prof. Luciano Pranzetti
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