![]() |
![]() |
Leone XIV: un colpo da maestro della Rivoluzione per disfarsi della Tradizione Catechesi di Padre Wander de Jesus Maia ![]() Il testo che segue è
la trascrizione della catechesi tenuta dal Rev. Padre Wander de Jesus
Maia, presso l’Associazione Culturale
Cor Mariae Dulcissimum (San Paolo/Brasile), il 05/09/2025,
giorno dell’elezione di Robert Francis Prevost a Papa Leone XIV.
Figli miei, alla luce dell’evento storico odierno, l’elezione di un nuovo Papa, mi propongo di analizzare il cammino di Robert Francis Prevost fino alla sua elezione come Leone XIV. Il nuovo Pontefice è stato eletto oggi, alle 16.30 a Roma (le 11.30 in Brasile), al terzo scrutinio; la fumata bianca è uscita alle 18.07, ora romana. In primo luogo, riconosciamo Leone XIV come legittimo 267° Papa, successore di San Pietro. Il giudizio finale su questo pontificato spetterà ad un futuro Papa. Tuttavia, sulla base dei precedenti segnali di vita e di formazione dell’eletto, è possibile fare alcune considerazioni iniziali. Il grande dottore della Chiesa, san Vincenzo di Lerino, insegna che «ci sono Papi che Dio dà, Papi che Dio permette e Papi che Dio ci infligge come castigo». Alla luce di questa distinzione, Leone XIV sembra rientrare nella terza categoria: un Papa inflitto come punizione da Dio per la nostra mancanza di conversione e per la nostra negligenza nei confronti degli appelli della Madonna a La Salette e a Fatima, così come della Scrittura e della Tradizione. Papa Francesco ha preparato l’attuale Collegio cardinalizio, nominando l’80% dei 135 cardinali, assicurando materialmente la continuità della Rivoluzione all’interno della Chiesa. Francesco sapeva il fatto suo. Leone XIV rappresenta la fedeltà a questo programma, anche se sotto una nuova veste. Il suo profilo suggerisce una personalità plasmata dalla Nuova Teologia e da una mentalità americanista-modernista, condannata da Leone XIII. La scelta del nome “Leone” – al posto di Francesco II – è simbolica. Funziona come una cortina fumogena, cercando di ricollegarsi a una linea tradizionale, ma con la chiara intenzione di portare avanti il programma rivoluzionario sotto la bandiera della Dottrina Sociale della Chiesa, reinterpretata in chiave progressista. Si tratta di una mossa intelligente: assumendo il nome di Leone, il nuovo Papa cerca di associare la sua missione alla Tradizione, promuovendone al contempo l’abbattimento. La scelta è stata astuta e machiavellica. Il nuovo Papa è nordamericano, nato a Chicago, si è formato nella teologia modernista, ha studiato all’Università di San Tommaso a Roma – già profondamente influenzata dalla nuova teologia –, è legato all’Ordine di Sant’Agostino (OSA), oggi ampiamente corrotto. La sua carriera è stata fulminea: consacrato vescovo nel 2014, creato cardinale nel 2023 e Papa nel 2025. La velocità di questa ascesa è un segnale d’allarme. Il suo discorso di inizio pontificato è stato sinodale, ecumenico, umanista: più raffinato di quello di Francesco, ma sostanzialmente uguale. Promette di portare avanti l’agenda. Sul celibato sacerdotale, sull’ordinazione delle donne e sulle benedizioni per le unioni omosessuali, è ancora vago, ma i segnali indicano la continuazione e l’approfondimento della demolizione avviata dai suoi predecessori. Le quattro categorie di credenti più vulnerabili all’inganno sono: gli ingenui, gli ignoranti, i superficiali e gli incauti. Si lasceranno facilmente sedurre dai gesti esteriori – come l’uso della mozzetta, della stola pontificia e della ferula tradizionale – senza cogliere la sostanziale continuità con lo spirito rivoluzionario di Francesco. Leone XIV utilizzerà la Dottrina Sociale della Chiesa come bandiera: reinterpreterà la Rerum Novarum (Leone XIII), la Quadragesimo Anno (Pio XI) e la Centésimus Annus (Giovanni Paolo II) in chiave rivoluzionaria, ecologica, libertaria e marxista. Sfortunatamente, lo stesso Leone XIII aprì una porta che non aveva bisogno di essere aperta. Questa distorsione sarà il nuovo travestimento della rivoluzione sotto le mentite spoglie della Tradizione. Al Conclave c’è stata un’intensa attività dietro le quinte: prima delle elezioni, il cardinale Burke ha radunato, la Domenica precedente, un gruppo di 16-17 cardinali conservatori nel suo appartamento a Roma. Essi hanno cercato di lanciare il cardinale Péter Erdő (Ungheria) come ultima speranza conservatrice, riprendendo il modello di Wojtyła proveniente dall’Europa orientale. Si è parlato addirittura della possibilità simbolica di un “Gregorio XVII”. Ma i modernisti sono stati più abili: hanno bloccato le prime tre votazioni per neutralizzare i conservatori. Poi hanno proposto il cardinale Prevost come soluzione di compromesso. Il nome non era dei più accattivanti, ma la macchina funzionava con precisione. Il Conclave era truccato. I Gesuiti hanno fabbricato due dossier per distruggere l’immagine di due candidati conservatori: il cardinale Sarah e il cardinale Müller. Sarah è stato falsamente accusato di aver avuto figli in Africa e di corruzione; anche Müller è stato oggetto di diffamazione. Tutto lavoro dell’apparato gesuita, sotto il comando del suo Preposito Generale, Padre Arturo Sosa, noto per aver negato pubblicamente l’esistenza del diavolo, la transustanziazione e la Resurrezione di Cristo. La scena dell’ingresso dei cardinali in Conclave è stata simbolica: l’arcivescovo di Chicago, Blase Cupich, si è comportato come un boss mafioso, coordinando i nordamericani con un atteggiamento autoritario. La sua attività è stata indicativa, come se stesse conducendo un’operazione. Lo stesso Leone XIV, originario di Chicago, sembra essere il frutto di questa macchina geopolitica ed ecclesiastica americana. Commentando ancora l’uso dell’abito papale, il nuovo Papa si è presentato con mozzetta, stola e crocifisso pontificio, evitando l’immagine semplicistica di Francesco. Si è trattato di una scelta strategica: doveva apparire almeno in parte tradizionale per disarmare i fedeli. Un travestimento studiato. Tutto è stato calcolato. Si prevede che Leone XIV avrà un pontificato lungo, tra i 15 e i 20 anni. Lo dimostrano il vigore fisico e l’età. Io dico: se si converte veramente alla fede cattolica, può essere ucciso. Ma così com’è rappresenta la continuazione della demolizione. Ci troviamo di fronte a un progresso storico della Rivoluzione. E, come ha detto Don Davide Pagliarani (Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X): “Per noi nulla cambia. Resteremo fedeli alla Tradizione”. Preghiamo per il Papa, perché è il Papa, ma piangiamo per la Chiesa flagellata. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |