Leone XIV:

Omelia nella Messa con i cardinali

e discorso ai cardinali

10 maggio 2025






Articolo della Fraternità San Pio X







10 maggio 2025: omelia nella Messa con i cardinali


La prima Messa del Papa eletto, celebrata nella Cappella Sistina, non è stata più un evento a porte chiuse riservato ai soli cardinali, ma un evento mondiale grazie alle telecamere di Vatican Media, che quest’anno sono penetrate un po’ più a fondo nei meccanismi interni del Vaticano.


Omelia

Il nuovo Sommo Pontefice ha invitato i cardinali a meditare sulla missione della Chiesa e sulla professione di fede di San Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt. 16, 16) «una sintesi del patrimonio che la Chiesa, tramite la successione apostolica, conserva, approfondisce e trasmette da duemila anni». Essa afferma la divinità di Cristo sottolineando la Sua umanità.

La risposta di Pietro, spiega Leone XIV, contiene due dimensioni inscindibili: «il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsi trasformare».
Due dimensioni affidate alla Chiesa e che sono al centro della sua missione, - spiega il Papa -, che la vede come una chiamata ad essere «il custode fedele» di un tesoro spirituale.

Nell’omelia risponde poi alla domanda di Gesù: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt. 16, 13). Il Papa distingue, da un lato, il «mondo» che percepisce Gesù come «insignificante, tutt’al più curioso», pronto a rifiutarlo se diventa esigente in tema di moralità; dall’altro il «popolo» che vede Gesù come un uomo giusto, ma che l’abbandona al momento della Passione, deluso dalla Sua semplice umanità.

Questi comportamenti sono molto attuali: «Essi rappresentano delle idee che possono ritrovarsi in numerose persone». Per alcuni, la fede cristiana è riservata alle «persone deboli e poco intelligenti»; altri considerano Gesù come un capo carismatico, senza riconoscere la Sua divinità. Queste idee rivelano una ricerca di significato in cui la fede è soppiantata dalle certezze materiali.

«E’ per questo motivo che in questi luoghi è urgente la missione, poiché la mancanza di fede porta spesso a delle tragedie: perdita del senso della vita, dimenticanza della misericordia, violazione della dignità della persona, crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre terribilmente».

L’omelia si chiude con questa preghiera: «Che Dio mi conceda questa grazia [di farmi piccolo piccolo] oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria, Madre della Chiesa».


Discorso al Collegio cardinalizio

Sabato 10 maggio 2025, il Papa si è rivolto al Collegio dei cardinali per condividere con loro alcune riflessioni. Leone XIV ha voluto ringraziarli per la loro assistenza; e in particolare ha ringraziato il Decano del Sacro Collegio e il Camerlengo.

Il Papa ha anche pregato per il suo predecessore prima di presentare la sua orazione funebre in due parole, lodando «il suo stile di totale dedizione al servizio e il suo modo sobrio di essere nella vita, di abbandono a Dio durante la sua missione e la serena fiducia nel momento del ritorno alla casa del Padre».

Leone XIV ha aggiunto come programma del suo pontificato: «Vorrei che noi rinnovassimo la nostra piena adesione al cammino che la Chiesa universale sta seguendo da decenni secondo il Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha magistralmente ripreso e attualizzato il contenuto nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, di cui vorrei sottolineare alcuni spetti fondamentali:

«Il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr. n° 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (cfr. n° 9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità [da notare che in questo passo questa parola non c’è, è Leone XIV che interpreta. NDLR] (CFR. N° 33);
«L’attenzione al sensus fidei (cfr. nn° 119-120), in particolare nelle sue forme più autentiche e più inclusive, come la pietà popolare (Cfr. n° 123); l’attenzione affettuosa per i più piccoli e per i più trascurati (Cfr. n° 53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue diverse componenti e realtà (Cfr. n° 84, Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, 1-2)».

Il richiamo alla collegialità e alla sinodalità, come pure al sensus fidei, sono molto marcati in questa esortazione, e molto «bergogliani».
Per il resto bisognerà attendere degli atti o dei testi.
Ma la prima impressione è che Leone XIV mostra di voler proseguire l’opera del suo predecessore, con uno stile certo diverso.

Il Papa spiega in seguito perché ha preso il nome Leone.

«E’ proprio perché mi sento chiamato a proseguire su questa strada che ho pensato di prendere il nome Leone XIV. Vi sono diverse ragioni, ma principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica enciclica Rerum novarum ha affrontato la questione sociale nel contesto della prima rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti la sua eredità di dottrina sociale per rispondere ad un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che pongono delle nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».

L’ultimo riferimento in questo discorso viene da Paolo VI, che chiede «una grande fiamma di fede e d’amore per il mondo intero». Il riferimento a questo Papa, citato anche nel corso del Regina Coeli dell’indomani, è un altro tratto comune con Francesco.





 
maggio 2025
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