Papa Leone XIV e il sano realismo cristiano



Articolo di Aldo Maria Valli


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Papa Leone XIV incensa l'Altare


Credo di capire bene la preoccupazione nutrita da tanti amici tradizionalisti. Temono che Papa Leone, con la sua moderazione e la sua marcia lenta, del tutto estranea agli eccessi di Bergoglio, possa costituire un pericolo addirittura più insidioso del pontificato che lo ha preceduto.
Il timore nasce anche dall’esperienza vissuta durante il regno di Benedetto XVI, pontificato che sotto diversi aspetti ha rappresentato una frenata rispetto a certe derive moderniste, ma di fatto si è inserito nel solco postconciliare.

Ripeto: capisco la preoccupazione, ma ritengo che si debba coltivare un sano realismo. Non mi riferisco al realismo del mondo, che sfocia spesso nell’indifferentismo. Parlo del realismo cristiano, che tutti noi battezzati siamo chiamati a coltivare ben sapendo che, con l’Incarnazione, Dio ha voluto farsi uomo e partecipare alle vicende della Storia.

Il nuovo Papa, a prescindere dal suo nome e dalla sua estrazione, non avrebbe mai potuto essere un cardinale estraneo al Concilio Vaticano II e alla Chiesa che ne è scaturita.
Oggi un clone di Pio X, o anche di Pio XII, non è pensabile. E immagino che in questa situazione rimarremo ancora a lungo.

Abbiamo però un Papa Leone, ed è già molto.
Significativo che non abbia scelto di chiamarsi Francesco II o Giovanni Paolo III o Benedetto XVII. Forse non sarà un cambio di rotta, ma è un cambio di passo. E, nella realtà attuale, va colto come un segno provvidenziale.

Gli amici tradizionalisti puri e duri non intendono scendere a compromessi e, anche in questo caso, posso capirli. Ma il realismo cristiano ci impone di vivere e testimoniare la fede nella situazione data, facendo i conti con la realtà per ciò che è, non per ciò che vorremmo che fosse. Altrimenti si cade nell’ideologia, esattamente lo stesso errore che abbiamo imputato a Bergoglio.

Con il pontificato di Bergoglio abbiamo vissuto in uno stato di emergenza e, come succede in guerra, molti di noi si sono aggregati a difesa della Verità e della retta dottrina pur provenendo da esperienze e sensibilità diverse.
Ora tutto lascia pensare che lo stato di emergenza sia finito e che si sia tornati a una certa normalità. Per cui continuare a vivere come prima, con il coltello tra i denti, è quanto meno antistorico. Ciò non significa giustificare tutto, non significa fare sconti, non significa tradire. Significa semplicemente che non è possibile vivere sempre in una situazione straordinaria, come quella che si verifica in presenza di una calamità naturale.  

So che tanti amici tradizionalisti non accetteranno le mie argomentazioni, ma spero che non mi vorranno lapidare.

Ora abbiamo un Papa sicuramente intelligente, sicuramente preparato e certamente cattolico. Nella situazione data, si poteva sperare di più?
Davvero qualcuno immaginava che il nuovo Papa, affacciatosi alla loggia delle benedizioni, esprimesse urbi et orbi nei confronti del Vaticano II un giudizio come quello di Fantozzi sulla Corazzata Potëmkin o dicesse: “Dichiaro che tutti i Papi del post concilio fino a Francesco sono stati eretici e apostati”?

Realismo, dunque. Sano realismo cristiano. Che richiede di andare avanti nella battaglia ma senza isterismi e settarismi, ben sapendo che il buon Dio opera miracoli e nulla gli è impossibile.

Vai Papa Leone! Confermaci nella fede!

Ecce crucem Domini; fugite, partes adversae; vicit Leo de tribu Juda, radix David, alleluia!






 
maggio 2025
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