Partiti, Fazioni, Tendenze nella Chiesa

il giorno dopo l’elezione di Leone XIV



Articolo di Anonimo


Pubblicato sul sito di Marco Tosatti





Abbigliamenti rituali nella Chiesa


L’elezione di Papa Leone XIV giunge in un momento ecclesiale di rara e acuta tensione, quasi un punto di non ritorno psicologico per il corpo cattolico. Comprendere la portata della dialettica, talvolta aspra diatriba, che ne è seguita richiede una lucidità che trascende la mera cronaca. Chi si scandalizza di fronte a tale fermento, tacciandolo di irriverenza o divisione fine a se stessa, dimostra una carenza nelle basi minime di ecclesiologia e di psicologia delle dinamiche gruppali.
La Chiesa, nella sua bimillenaria storia, non è mai stata un monolite privo di tensioni interne; anzi, è proprio attraverso crisi e dibattiti che ha spesso affinato la sua dottrina e la sua prassi pastorale. Parola d’ordine: mantenere la calma nella discussione.

Il pontificato di Bergoglio ha agito come un catalizzatore, o per usare una immagine più appropriata, come “un’accetta” che ha brutalmente messo a nudo e radicalizzato correnti preesistenti, ma spesso sopite o mascherate da un’etichetta di facciata.
Bergoglio, con uno stile manicheo, ha tracciato una linea netta: da una parte i “buoni” (neomodernisti progressisti, fautori di una Chiesa “in uscita”, misericordiosa fino alla relativizzazione di alcuni paletti dottrinali) e dall’altra i “cattivi”, etichettati come “rigidi”, “indietristi”, custodi di una tradizione vista come ostacolo.
Questa polarizzazione ha generato un’atmosfera di “lotta fratricida”, un periodo oscuro in cui le categorie del “nemico interno” hanno avvelenato il dibattito.

In questo scenario da guerra di trincee, l’elezione di Leone XIV e il suo primo impatto sono stati un capolavoro di ingegneria comunicativa e di posizionamento strategico. Apparendo “scientificamente studiato” per collocarsi esattamente al centro dello spettro ecclesiale, ha disorientato ogni fazione. Nessun appiglio immediato, nessuna chiara vittoria per alcuno.


I modernisti si trovano divisi: c’è chi esulta vedendo una possibile stabilizzazione delle riforme bergogliane in una forma più “digeribile” universalmente, e chi teme una frenata o un annacquamento del Magistero di Francesco.

Simmetricamente, i tradizionalisti sono spaccati: alcuni sperano in un cauto ritorno all’ordine e alla chiarezza dottrinale, altri sospettano una “terza via” che sia solo un modernismo più astuto e mascherato. La domanda che serpeggia, angosciante per molti, è: Leone XIV rappresenta la continuità, la rottura, o l’inaugurazione di una “terza cosa”, un paradigma ancora indecifrabile?

Il mondo cattolico è, senza dubbio, psicologicamente destabilizzato.


Tiepidi:

Definizione: Coloro che vivono una fede prevalentemente emotiva e personale, con scarsa cultura ecclesiologica e teologica. Per loro, “l’importante è la conversione del cuore”, e un Papa vale l’altro fintanto che predica l’amore.

Situazione Psicologica:
Questo gruppo è, paradossalmente, tra i meno turbati a livello cosciente, ma forse il più manipolabile a livello inconscio. L’apparente “centralità” di Leone XIV potrebbe inizialmente rassicurarli, promettendo una tregua dalle lotte che percepivano come distanti e fastidiose (per i “tiepidi” le divisioni interne non erano provocate da Francesco ma da chi lo criticava). Tuttavia, la loro stabilità emotiva dipende dalla semplificazione.
Se Leone XIV, nel suo presunto tentativo di mediazione, dovesse sollevare questioni complesse o richiedere un discernimento più maturo, potrebbero sperimentare un disagio inedito, una sorta di “crisi del semplicismo”. La loro fede, poco strutturata, potrebbe vacillare di fronte a un pastore che non offre slogan immediatamente consolatori ma invita a una riflessione più profonda, smascherando la superficialità del loro “basta volersi bene”.


I Bergogliani di ferro:

Definizione: Fautori radicali dell’agenda mondialista di Bergoglio: dialogo interreligioso spinto, sincretismo, sinodalità permanente, accoglienza indiscriminata (“todos, todos, todos”), forte enfasi su tematiche sanitarie, ecologiste, immigrazioniste e un’apertura di fatto alle istanze LGBTQ+.

Situazione Psicologica: Vivono uno stato di acuta ansia e sospensione. La “centralità” di Leone XIV è un enigma che li terrorizza e li illude al contempo.

Gli speranzosi (o illusi): Interpretano ogni gesto di Leone XIV che non sia una palese sconfessione di Bergoglio come una continuazione “strategica”, più diplomatica, della “rivoluzione”. Si aggrappano a parole chiave, a silenzi interpretati come assensi.

I delusi (o realisti): Temono che il “centro” sia in realtà un ritorno mascherato a posizioni pre-bergogliane, un tradimento della “primavera della Chiesa”. La mancanza di un appoggio esplicito e continuativo alle loro parole d’ordine genera frustrazione e il timore di aver perso l’inerzia del cambiamento. La loro psicologia è caratterizzata da ipervigilanza e dalla ricerca spasmodica di conferme o smentite.


Gli Una-cum:

Definizione: Tradizionali/conservatori che, pur criticando aspramente Bergoglio per dichiarazioni o atti ritenuti ambigui, eterodossi o dannosi, ne hanno sempre riconosciuto la legittimità papale (“una cum Papa nostro Francisco” nella liturgia), sostenendo la necessità di una “disobbedienza filiale” su specifici punti.

Situazione Psicologica: Cautela e speranza combattuta. Anni di opposizione interna, spesso dolorosa e isolante, li hanno resi scettici.

La speranza: L’apparente “normalizzazione” portata da Leone XIV potrebbe essere vista come una boccata d’ossigeno, il segno che le loro critiche non erano vane. Potrebbero sperare in una graduale correzione delle “derive” bergogliane.

Il sospetto: La “centralità” potrebbe essere solo una facciata, un modo più astuto per portare avanti un’agenda modernista, magari epurata dagli eccessi più plateali di Bergoglio. La loro psicologia è quella di chi è stato scottato: attendono prove concrete, non solo parole, e sono pronti a ricominciare la critica se necessario. L’ambiguità li logora quasi quanto una posizione apertamente ostile.


I Benevacantisti:

Definizione: Un gruppo eterogeneo che ritiene invalida l’elezione di Bergoglio (e quindi il suo pontificato un “antipapato”). Le motivazioni variano: alcuni puntano su vizi di forma nella Declaratio di Benedetto XVI (quindi Benedetto XVI è l’ultimo Papa); altri, partendo dalla premessa “papa eretico ipso facto deponitur”, giudicano Bergoglio decaduto per questioni dottrinali. Riconoscono la validità del Concilio Vaticano II, pur con diverse sfumature di critica riguardo all’ambiguità di alcuni testi.

Situazione Psicologica: L’elezione di Leone XIV, avvenuta in un conclave convocato dopo la “fine” del pontificato di Bergoglio, non risolve il loro problema fondamentale se questo non ha prima affrontato la questione della validità della rinuncia di Benedetto XVI o la legittimità dei cardinali creati da Bergoglio.
Se Leone XIV non affronta la “questione Benedetto”, per loro è semplicemente un altro anello nella catena di una crisi di autorità. La sua “centralità” è irrilevante rispetto al vizio d’origine che inficia la sua stessa elezione.
Vivono in uno stato di attesa messianica di una soluzione canonica o di un intervento divino che chiarisca chi sia il vero Pontefice. La destabilizzazione per loro è cronica, e Leone XIV è solo un nuovo attore in un dramma che non vede la sua conclusione. Potrebbero analizzare i suoi atti per scorgere segnali di una possibile “consapevolezza” della crisi istituzionale, ma con scarso ottimismo.


Sedevacantisti:

Definizione: Ritengono che la Sede Apostolica sia vacante da decenni, generalmente dal Concilio Vaticano II (o dalla morte di Pio XII), accusando il Concilio di aver introdotto eresie e sovvertito la fede e la liturgia cattolica. I papi post-conciliari sono quindi usurpatori.

Situazione Psicologica: Per loro, Leone XIV è semplicemente “un altro di loro”, un altro modernista a capo di quella che considerano una “nuova chiesa” e non la Chiesa Cattolica. La sua “centralità” o le sue politiche sono irrilevanti, se non come ulteriore conferma della loro tesi.
Non c’è destabilizzazione specifica causata da Leone XIV; la loro rottura psicologica ed ecclesiale è avvenuta molto tempo fa. Provano, forse, un misto di amarezza nel vedere la “chiesa ufficiale” continuare su una strada da loro giudicata fallimentare, e una sorta di auto-conferma della correttezza della loro posizione radicale. La loro psicologia è quella di chi si considera un “resto fedele” in attesa di una restaurazione miracolosa e completa. Osservano gli eventi con distacco critico, senza aspettarsi nulla di positivo dall’establishment vaticano.


I Movimenti Ecclesiali:

Definizione: Numerose realtà composite e spesso carismatiche, caratterizzate da un forte senso di appartenenza, una spiritualità specifica e, talvolta, una notevole capacità di mobilitazione e influenza. Ufficialmente, molti di questi hanno manifestato un convinto appoggio al pontificato di Bergoglio, sebbene al loro interno le divisioni siano state spesso accese, seppur gestite con la logica del “i panni sporchi si lavano in casa” per preservare un’immagine di unità e lealtà.

Situazione Psicologica: Pre-Leone XIV (sotto Bergoglio): L’appoggio a Bergoglio non è stato monolitico né privo di calcolo. Per alcuni movimenti, l’enfasi bergogliana sulla “Chiesa in uscita”, sulla “misericordia” e su una certa flessibilità pastorale ha rappresentato un’opportunità di espansione o di consolidamento, allentando controlli percepiti come eccessivi. Tuttavia, è cruciale notare una dinamica psicologica peculiare: la rinuncia di Benedetto XVI è stata interpretata da settori significativi di alcuni movimenti quasi come un “intervento divino”. La direzione che il pontificato ratzingeriano stava prendendo, con una crescente attenzione alla correttezza liturgica, alla fedeltà dottrinale e a una possibile “stretta” sugli abusi (anche liturgici), era vissuta con apprensione. Questa “stretta” veniva percepita, per dinamiche interne e di auto-preservazione del proprio modus credendi, quasi come una “persecuzione” diretta, una minaccia alla loro specificità e autonomia. L’avvento di Bergoglio, con il suo stile meno “normativo”, fu dunque un sollievo per costoro, permettendo il perpetuarsi di prassi consolidate. All’interno, però, membri più sensibili alla tradizione o alla coerenza dottrinale hanno vissuto con disagio questo allineamento, creando fratture silenziose ma profonde.

Situazione Psicologica con Leone XIV: L’elezione di Leone XIV e la sua studiata “centralità” gettano i movimenti in uno stato di vigile attesa e calcolo strategico.
Ansia da Incertezza: La principale emozione è l’incertezza. Leone XIV continuerà la linea di “tolleranza” di Bergoglio, magari con più ordine formale? Oppure riprenderà, seppur gradualmente, il cammino di “normalizzazione” e controllo che si temeva da Benedetto XVI? Questa ambiguità è fonte di ansia, specialmente per quei movimenti che hanno prosperato grazie a una certa “deregulation” o che hanno conti aperti con la disciplina ecclesiastica.

Riemersione delle Tensioni Interne: La “pax bergogliana” (spesso imposta o di facciata) all’interno dei movimenti potrebbe incrinarsi. Le fazioni interne, precedentemente silenziate o messe a margine, potrebbero vedere in Leone XIV un’opportunità per far sentire la propria voce, specialmente se il nuovo Papa dovesse dare segnali di maggiore attenzione alla dottrina o alla liturgia tradizionale. Il “lavare i panni sporchi in casa” diventa più difficile se la “casa madre” (il Vaticano) cambia orientamento.

Strategie di Adattamento: I movimenti sono spesso organismi resilienti e abili nel navigare le acque della politica ecclesiastica. Si assisterà probabilmente a un’attenta analisi dei primi discorsi e atti di Leone XIV, cercando di decifrarne l’orientamento per calibrare la propria postura pubblica. Alcuni potrebbero tentare un “accreditamento preventivo”, sottolineando la propria fedeltà e disponibilità, sperando di influenzare o ingraziarsi il nuovo Pontefice.

Timore della Perdita di Privilegi/Autonomia: Per i movimenti che hanno goduto di particolare favore o autonomia sotto Bergoglio, la preoccupazione dominante è quella di perdere status, influenza o la libertà di gestire le proprie attività (incluse quelle liturgiche o formative considerate immodificabili) senza eccessive ingerenze. La “centralità” di Leone XIV potrebbe significare un ritorno a un maggior controllo da parte della gerarchia diocesana o della Curia Romana, scenario temuto.

Dissonanza Cognitiva per i “Fedelissimi” di Bergoglio: Quella parte di movimenti che si era sinceramente e profondamente identificata con la “rivoluzione” bergogliana potrebbe sperimentare una forte dissonanza cognitiva. Se Leone XIV dovesse discostarsi significativamente dal predecessore, dovrebbero scegliere tra la fedeltà al “carisma bergogliano” e la tradizionale sottomissione al Papa regnante, generando lacerazioni interiori e comunitarie.

In sintesi, i movimenti ecclesiali, con la loro complessa psicologia di gruppo che intreccia fervore spirituale, dinamiche gerarchiche e istinto di autoconservazione, sono attori cruciali la cui reazione alla “centralità” di Leone XIV sarà un indicatore importante del futuro equilibrio (o squilibrio) ecclesiale. La loro capacità di adattamento e la gestione delle proprie tensioni interne saranno messe a dura prova.

Leone XIV, con la sua mossa calcolata, ha gettato l’intero spettro cattolico in uno stato di profonda incertezza psicologica. Ha rotto gli schemi consolidati nel pontificato precedente, costringendo ogni fazione a interrogarsi e a ridefinire le proprie aspettative e paure.
La “terza cosa” che potrebbe emergere non è ancora chiara: potrebbe essere un tentativo di sintesi superiore, una restaurazione mascherata, una nuova forma di progressismo più cauto, o semplicemente una lunga fase di stallo e ambiguità.
Ciò che è certo è che la Chiesa si trova in un crocevia psicologicamente estenuante, dove la mancanza di punti di riferimento chiari esaspera le tensioni e rende il discernimento un esercizio spirituale e intellettuale quanto mai arduo e necessario.
La vera sfida per Leone XIV non sarà solo governare, ma permettere alle anime di ritrovare un equilibrio senza cadere nelle semplificazioni del passato o nelle illusioni del futuro.





 
maggio 2025
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