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Prima di tutto: il rispetto ![]() Rispetto e venerazione dei tre Re Magi «Il fiore della gentilezza cristiana
è il rispetto. Ogni cristiano rispetta Dio, Dio presente nelle
persone, nelle cose, Dio presente nella realtà dei sacramenti».
Queste parole scritte da Mons. Lefebvre ci danno la ragione profonda dell’atmosfera di rispetto in cui cresce un cristiano. «L’essenza del rispetto» dice un altro autore «è riconoscere la dignità, il valore di un essere e rendergli omaggio». In che consisterà dunque il nostro lavoro di educatori dei nostri figli? Nel farli uscire dal loro piccolo mondo per aprirli al mondo che li circonda e aiutarli a trovare il loro posto. Il rispetto non è innato, esso si apprende attraverso una moltitudine di piccoli dettagli. Non bisogna dimenticare che il ragazzo è per natura un imitatore. I vostri figli comprenderanno molto presto che non sono vostri pari, se voi saprete fermare un gesto di collera – care mamme, non permettete ad un bambino di alzare le mani su di voi, nemmeno se è molto piccolo - di ripetere una battuta inappropriata o chiedere un servizio senza saperne spiegare le ragioni. L’abitudine a darsi del tu si generalizza: si dà del tu ai genitori, ai nonni, agli zii e alle zie, ai passanti per strada, i dipendenti danno del tu ai loro superiori … si pensa così di essere più «fraterni», ma si perde di vista che la società è una gerarchia in cui ciascuno occupa il posto dato dal Buon Dio, che dobbiamo saper mantenere. Quindi non permettiamo che i nostri figli salutino i loro nonni con «ciao Alberto» o anche «Bebert», dicano invece «buongiorno nonno…». Dobbiamo avere cura che i nostri figli rispettino il nome di Dio, mostriamo loro da subito che vi è un comportamento adatto alla preghiera, in casa o in chiesa; essi hanno compreso che la chiesa è un luogo sacro quando lì saranno più composti che altrove. Mostriamo loro che il sacerdote, i religiosi, sono consacrati a Dio e meritano un rispetto particolare. Se non è permesso prendere in giro un insegnante, far notare i suoi errori davanti a lui o in famiglia, lo è ancor meno per un sacerdote o un religioso. Rispettare l’insegnamento dato Andiamo più lontano: il rispetto per il religioso, per l’insegnante, si estende anche e soprattutto alla verità insegnata. Care mamme, se volete che i vostri figli, divenuti adulti, rimangano fedeli alla loro fede e alla loro educazione, è necessario che vi sia unità tra i principii insegnati dai sacerdoti in chiesa o dagli insegnanti nelle scuole, e quelli nella vita in famiglia. La vita di preghiera, le regole della modestia, il distacco dallo spirito del mondo non sono validi solo nelle idee, in classe, ma dappertutto, perché la verità è una. Mostriamo anche ai nostri figli che le persone anziane, i malati, coloro che sono più poveri di loro (moralmente o materialmente) meritano rispetto, perché con le loro sofferenze partecipano più da vicino al Sacrificio di Nostro Signore. Insegniamo ai nostri figli a dimenticare questa o quella debolezza, questo o quell’errore verbale che potrebbero aver notato; e insegniamo loro a praticare le piccole attenzioni: come il farsi da parte, l’aprire una porta, il raccogliere un oggetto caduto, il non ascoltare una conversazione … Il rispetto si manifesta anche con l’abbigliamento esteriore: assicuriamoci che i nostri figli indossino i loro abiti migliori per la Domenica, per rispetto al Buon Dio. Quando saranno più grandi, non lasciamo che si presentino davanti al preside, al datore di lavoro, ad un superiore, vestiti in modo trasandato, con le mani in tasca, con le scarpe slacciate, con la gomma da masticare in bocca … Stiamo attenti a come scrivono alla loro famiglia e ai loro amici: anche qui, come nell’abbigliamento, devono sapere che devono essere molto semplici e attenti al prossimo. Abbiamo parlato loro del rispetto dell’autorità, del mondo dei «grandi», ma questa delicatezza d’animo si applica anche ai fratelli, alle sorelle, agli amici: più un’amicizia è profonda, più deve essere connotata dal rispetto, perché essa si basa sulla stima delle reciproche virtù. Diceva Mons. Lefebvre: «Le nostre anime sono templi dello Spirito Santo. Dunque c’è qualcosa di eminentemente sacro in noi, nelle nostre persone, nelle nostre anime, che gli altri devono rispettare in noi come noi dobbiamo rispettare negli altri. La volgarità deve essere bandita dai nostri rapporti con gli altri». Chiediamo a Dio di farci cogliere questa grande realtà della Sua presenza in noi: realtà che ci dà una visione rispettosa, vera e soprannaturale. |