Papa Leone XIV

Messa di intronizzazione in piazza San Pietro

18 maggio 2025




di Belvecchio




18 maggio 2025: Papa Leone XIV alla Messa di intronizzazione




Domenica 18 maggio 2025, Papa Leone XIV ha celebrato la Messa di intronizzazione in piazza San Pietro, inaugurando così il 267° pontificato.
La cerimonia è iniziata alle ore 9,00 ed è terminata poco dopo le 12,00.
Erano presenti più di 200.000 fedeli e 156 delegazioni provenienti da tutto il mondo: Capi di Stato, Re e Regine, tutti in tenuta da cerimonia.

Durante la cerimonia, il cardinale protodiacono ha imposto al Papa il Pallio, confezionato con lana di agnelli, mentre il cardinale decano gli ha consegnato l’anello del pescatore, in oro, con l’immagine di San Pietro e della barca con la rete.

Prima di concludere la celebrazione, il Papa ha pronunciato una breve allocuzione e dopo ha cantato il «Regina Coeli».

Nel corso dell’allocuzione, ha ricordato il suo predecessore: «La morte di papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore».

 E ha continuato [i grassetti sono nostri]:

«Saluto tutti voi con il cuore colmo di gratitudine, all’inizio del ministero che mi è stato affidato».

«Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia».

«In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno. E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace».


«A Pietro è affidato il compito di “amare di più” e di donare la sua vita per il gregge. Il ministero di Pietro è contrassegnato proprio da questo amore oblativo, perché la Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo. Non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù». «Lui è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo»
«E se la pietra è Cristo, Pietro deve pascere il gregge senza cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri, facendosi padrone delle persone a lui affidate; al contrario, a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro: tutti, infatti, siamo costituiti “pietre vive”, chiamati col nostro Battesimo a costruire l’edificio di Dio nella comunione fraterna, nell’armonia dello Spirito, nella convivenza delle diversità».
«Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato».

«Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo».

«Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità».

«Durante la Messa ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal Cielo ci accompagna».

«Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre. A Gaza i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti. La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura».

«Perciò, mentre affidiamo a Maria il servizio del Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale, dalla “barca di Pietro” guardiamo a Lei, Stella del Mare, Madre del Buon Consiglio, come segno di speranza. Imploriamo dalla sua intercessione il dono della pace, il sostegno e il conforto per chi soffre, la grazia, per tutti noi, di essere testimoni del Signore Risorto».

La cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV, che si è svolta in piazza San Pietro, a ridosso della Basilica, ha visto la presenza di un convitato di pietra: sul pavimento davanti alla pensilina con l’Altare dove il Papa ha celebrato la Messa era presente una gigantesca composizione floreale che non raffigurava la Croce di Cristo, ma la Meronah, il simbolo ebraico del candelabro a sette luci.


 


Ci stiamo ancora chiedendo quale potrebbe essere il significato recondito di questa presenza impropria e certamente non cristiana.
Possiamo solo tenere presente che tra le delegazioni presenti in piazza San Pietro, c’era una rappresentanza della comunità ebraica composta da 15 rabbini guidati dal rabbino capo di Roma: Riccardo Di Segni, a cui Leone XIV ha inviato una lettera subito dopo la sua elezione; nella quale si impegna «a continuare a rafforzare il dialogo e la cooperazione della Chiesa con il popolo ebraico, nello spirito della Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II».


 



 
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