Il cardinale Goh auspica

un chiarimento dottrinale dopo Francesco


Articolo della Fraternità San Pio X






Cardinale William Goh Seng Chye, arcivescovo di Singapore


Il cardinale William Goh Seng Chye, arcivescovo di Singapore, ha rilasciato due interviste a dei media conservatori, in cui esprime, da un lato la piena fiducia in Papa Leone XIV, a sottolineando al tempo stesso che la chiesa ha bisogno di chiarezza dottrinale dopo gli anni di ambiguità contenuti negli insegnamenti diffusi sotto Papa Francesco.

Il cardinale Goh è nato a Singapore nel 1957, è stato ordinato sacerdote nel 1985 e nominato arcivescovo coadiutore di Singapore nel 2012. L’anno seguente ha preso possesso dell’arcidiocesi. Nel 2022, Papa Francesco lo ha creato cardinale, il primo cardinale della Chiesa di Singapore.
Formatosi nei grandi Seminari di Penang e di Singapore, ha completato i suoi studi a Roma.

Prima di ritornare nel suo paese, il cardinale Goh ha rilasciato una prima intervista a EWTN il 19 maggio 2025; in seguito, il 22 maggio è stato intervistato da La Nuova Bussola Quotidiana (LNBQ).
Nelle sue risposte egli ha espresso ai due media la sua preoccupazione per la chiarezza dottrinale, minata sotto il pontificato di Papa Francesco.

Per prima cosa ha detto che «Papa Francesco è stato un grande Papa». Egli ha apprezzato «la sua attrattiva popolare per le persone di tutte le razze», religioni e nazionalità, e la «sua grande compassione per gli emarginati, i più vulnerabili e quelli che hanno delle difficoltà nella loro fede».

Ma, malgrado il fatto che Papa Francesco ha voluto rafforzare la missione e che ha incoraggiato la sinodalità, «nel suo desiderio di voler raggiungere tutti, certi insegnamenti come Amoris Laetitia o la comunione ai divorziati risposati sono ambigui.
Queste questioni hanno diviso la Chiesa. Anche i vescovi e i cardinali erano confusi».

Egli lo ha detto in un altro modo al giornalista Nico Spuntoni che lo ha intervistato per conto della LNBQ: «Ma io penso che l’aspetto meno piacevole del suo pontificato [di Francesco] è stato che, nella sua volontà di arrivare a tutti, i suoi insegnamenti in tema di dottrina e di morale non sono stati correttamente articolati, o meglio sono apparsi ambigui».

E il cardinale confessa anche ingenuamente: «Abbiamo avuto difficoltà a spiegare chiaramente qual era la posizione della Chiesa», il che è sintomatico.
E prosegue per EWTN: «Essere tradizionali non è una cosa cattiva. (…)
Bisogna essere compassionevoli, certo, ma anche chiari. Non dobbiamo mai sminuire il Vangelo per renderlo più accettabile.
«Il Vangelo è il cammino, la verità e la vita. Noi dobbiamo trasmetterlo in modo tale che il mondo riconosca la sua verità e accompagnare coloro che incontrano delle difficoltà. Ma senza compromettere l’insegnamento. Se lo facciamo, noi inganniamo il mondo».

Ed esprime lo stesso concetto in un altro modo:

«Se non conosciamo chiaramente qual è l’insegnamento della Chiesa, allora è difficile lavorare insieme nell’unità. (…) L’unità non può fondarsi su un amore superficiale o puramente affettivo. Essa deve essere fondata sulla verità espressa con carità».


La Messa tridentina

Interrogato da LNBQ sulla Messa tradizionale egli ritiene personalmente «Non v’è alcuna ragione per impedire a coloro che preferiscono la Messa tridentina di celebrarla. L’unità della Chiesa deve essere preservata, vi sono diversi riti, come il rito siro-malabarese. (…) Io penso dunque che non dovremmo soffocare coloro che preferiscono il rito tridentino».

Il cardinale racconta che a Singapore esiste un piccolo gruppo di circa 300 persone, principalmente giovani, che amano partecipare alla Messa tridentina, che la trovano «più riflessiva, più contemplativa e che li avvicina a Dio».
Egli non capisce perché dovrebbe ostacolarli. Salvo «se negano gli insegnamenti del Concilio Vaticano II», perché allora «dovranno essere puniti».

Il cardinale Goh pensa che Papa Leone XIV sarà in grado di ristabilire questa unità nella Chiesa, unità nella verità. Egli pensa: «che sarà in grado di apportare più chiarezza nella dottrina. Non sarà ambiguo e non lascerà che ognuno interpreti le sue dichiarazioni».

Bisogna notare che questa preoccupazione rispecchia numerose richieste di chiarimento che vengono sia da laici sia da chierici.

Possa questo realizzarsi nella vera tradizione della Chiesa: sia dottrinale sia morale, liturgica e disciplinare.



 
maggio 2025
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