La Chiesa tedesca fa pressione su Papa Leone XIV


Articolo della Fraternità San Pio X






Mons. Georg Bätzing

Vescovo di Limburgo e Presidente della Conferenza Episcopale tedesca



All’inizio del pontificato di Leone XIV, eletto l’8 maggio 2025, la Chiesa cattolica si trova ad un bivio: divisa tra l’agenda progressista e gli imperativi di unità e pacificazione nella fede.
Al centro di questa tensione, la Chiesa tedesca sta facendo pressione sul nuovo Papa proseguendo con l’istituzione del suo Consiglio Sinodale, un progetto che suscita preoccupazione.

In questa primavera 2025, le rive del Reno sembrano calme, mentre il nuovo successore di Pietro ha appena preso in mano le redini della Chiesa. Una calma apparente, poiché l’elezione del cardinale Robert Francis Prevost a Sommo Pontefice non conviene necessariamente agli interessi dell’episcopato tedesco, in maggioranza determinato ad andare fino in fondo nei suoi delirii sinodali.

L’arrivo del nuovo Papa sembra suscitare, tra i riformatori tedeschi, un misto di speranze e di interrogativi. Leone XIV, già Prefetto del Dicastero per i Vescovi, incarna una figura di apertura. Nel suo primo discorso ai cardinali egli ha riaffermato l’attaccamento di principio alla sinodalità, senza però addentrarsi nei particolari.

In questo, i prelati tedeschi vedono una convalida implicita delle loro aspirazioni.

Mons. Bätzing, vescovo di Limburgo e Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, ha espresso il suo ottimismo: notando un «impatto positivo» sulle discussioni in corso.

Tuttavia, nel comportamento di Leone XIV emergono delle sfumature.
Come cardinale, Robert Francis Prevost, nel febbraio 2024, sottoscrisse insieme ad altri una lettera che metteva in guardia i vescovi tedeschi circa la mancanza di autorità canonica del loro progetto sinodale.
Questa presa di posizione rivela una cautela che contrasta con l’entusiasmo dei riformatori.

Mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, in una recente dichiarazione, ha descritto il Papa come «riservato» riguardo alle riforme tedesche; mentre Mons. Norbert Strotman, che ha conosciuto il Papa attuale in Perù, ha espresso dei dubbi sulla prossima approvazione del Consiglio Sinodale tedesco, sottolineando l’importanza, per Leone XIV, di preservare l’unità della Chiesa universale.


Breve richiamo sulla situazione fra Roma e il Cammino Sinodale tedesco

La formazione di un Comitato Sinodale allo scopo di costituire un Consiglio Sinodale

Col documento intitolato: «Rafforzare la sinodalità in modo durevole: Un Consiglio Sinodale per la Chiesa cattolica in Germania», adottato il 10 settembre 2022 nel corso della 4° Assemblea del Cammino Sinodale (CS), è stato deciso di creare un «Consiglio Sinodale» nazionale, composto da vescovi e laici.

Tale Consiglio Sinodale è descritto come un «organo consultivo e decisionale» che «delibera sugli sviluppi essenziali della Chiesa e della società, e prende decisioni di principio, di importanza sovradiocesana, sulle pianificazioni pastorali, sulle questioni future e sulle questioni di bilancio della Chiesa, che non vengono prese a livello diocesano».

Tale Consiglio è stato respinto da Roma: dalla Curia nel corso della visita ad limina dei vescovi tedeschi nel novembre 2022. Poi con una lettera di tre cardinali del 16 gennaio 2023 indirizzata all’episcopato tedesco a mezzo del Nunzio Apostolico in Germania, in occasione della riunione dell’episcopato tedesco a Fulda svoltasi all’inizio di settembre 2023; nonché con una lettera – privata – di Francesco.

L’organismo incaricato di realizzare questo Consiglio è il Comitato Sinodale previsto dai testi del CS per attuare le decisioni sinodali; Comitato che è stato costituito nonostante alcune vicissitudini.

In una lettera indirizzata ai vescovi tedeschi nel febbraio 2024, i cardinali Pietro Parolin, Manuel Fernandez e Robert Prevost chiedono che gli Statuti del Comitato Sinodale non vengano votati.

I motivi: «un dialogo già avviato» e che dovrà proseguire nel prossimo futuro; il fatto che gli Statuti del Comitato «prevedono come primo compito l’istituzione di un Consiglio Sinodale» che «non è previsto dal Diritto Canonico in vigore, così che una decisione della DBK sull’argomento sarebbe invalida, con le conseguenze giuridiche che ne derivano».

Il testo della lettera ricorda le discussioni nel corso della visita ad limina, e la lettera del 16 gennaio 2023, che chiedono espressamente: «di non proseguire nella costituzione di tale Consiglio». L’approvazione degli Statuti sarebbe in contraddizione «con le istruzioni della Santa Sede». E’ previsto un incontro nell’ottobre 2023 per «approfondire le questioni ecclesiologiche trattate dal Cammino Sinodale».


Roma accetta la costituzione del Comitato Sinodale

Nel corso di una riunione a Roma, il 22 marzo 2024: «Si è concordato che ci sarebbe stato un regolare scambio tra i rappresentanti della Conferenza Episcopale tedesca e la Santa Sede vertente sulla prosecuzione dei lavori del Cammino Sinodale e del Comitato Sinodale».
Questo significa che la Curia aveva accettato la costituzione del famoso Comitato Sinodale, nonostante il divieto precedente.
A quali condizioni?

La sola informazione fornita è la seguente: «I vescovi tedeschi si sono impegnati perché questo lavoro serva a sviluppare delle forme concrete di sinodalità nella Chiesa tedesca, in conformità con l’ecclesiologia del Concilio Vaticano II, con le prescrizioni del Diritto Canonico e con i risultati del Sinodo mondiale. I risultati del Comitato Sinodale saranno poi sottoposti all’approvazione della Santa Sede».

In concreto, la Chiesa di Germania poteva continuare il suo approccio sinodale, a condizione di rispettare l’ecclesiologia del Vaticano II e l’attuale Diritto Canonico.
Così, il Cammino Sinodale ha potuto eleggere il suo Comitato Sinodale per continuare i suoi lavori.
Ad oggi vi sono state due riunioni.


La novità durante la vacanza della Santa Sede

Mentre la Sede Apostolica era vacante, la Chiesa tedesca ha pubblicato un nuovo documento sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso, andando oltre le affermazioni già scandalose della Dichiarazione Fiducia supplicans del 2023.
Tale iniziativa manifesta la crescente autonomia della Chiesa tedesca, pronta ad andare avanti senza attendere l’esplicito avallo della Santa Sede.

Questo comportamento, che fa parte di una strategia, pone il Papa in una posizione delicata. I tedeschi vogliono credere che il nuovo Pontefice, ritenuto come fosse un potenziale alleato, cederà alle loro richieste o, quanto meno, li lascerà fare.
Questa pressione, ad un tempo implicita ed esplicita, mette alla prova la capacità del Romano Pontefice di destreggiarsi tra riforma e tradizione, secondo il suo intendimento.

Una cosa è certa: la reazione di Leone XIV peserà sull’avvenire della sinodalità in Germania e, per estensione, nella Chiesa universale.
Come dire che il mondo cattolico trattiene il fiato in attesa di vedere come il successore di Pietro traccerà la rotta.






 
maggio 2025
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