Gli ostacoli alla Palestina cristiana:

prima i Turchi, ora il sionismo



di Centro Studi Federici


Pubblicato dal Centro Studi Federici

Tratto da: L’Almanacco di Terra Santa pel 1922, Tipografia dei PP. Francescani, Gerusalemme, pagg.35-36.







Le truppe inglesi liberano Gerusalemme
Lettura del proclama


La liberazione di Gerusalemme da parte delle truppe britanniche (9 dicembre 1917) fu paragonata da molti cristiani alla vittoria dei Crociati avvenuta mille anni prima: con la caduta dell’Impero turco, la terra di Gesù ritornava sotto il controllo dei cristiani.

La Chiesa Cattolica in particolare rivendica i maggiori diritti sulla Città Santa e sull’intera Palestina e, in questo senso, fu accolta con viva soddisfazione la scelta, da parte del comando inglese, di far leggere il proclama di liberazione della città a un frate francescano davanti alle truppe schierate (illustrazione iniziale).

Sull’argomento segnaliamo un articolo pubblicato nel 1922 sul primo numero de “L’Almanacco di Terra Santa”, pubblicazione voluta strenuamente da Padre Ferdinando Diotallevi, Guardiano della Custodia di Terra Santa (che vantava l’amicizia di diversi cardinali, tra cui Gaetano De Lai), per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed europea sulle vicende palestinesi.

L’articolo (non firmato, ma probabilmente redatto dallo stesso Padre Diotallevi) è un atto di accusa molto violento nei confronti del sionismo e dell’ebraismo in generale: lo pubblichiamo a titolo di documentazione storica.

I timori dell’articolista non furono infondati e, se non vennero distrutti i monumenti cristiani (con i pellegrinaggi dei cristiani il ministero del turismo israeliano fa affari d’oro), avvenne invece, come già detto, la decimazione della presenza cristiana, che colpì innanzitutto la borghesia con la conseguente estromissione dei cristiani dalla classe dirigente del paese.

Le tappe dell’esodo furono prima nel 1948, poi nel 1967 e ora particolarmente in Cisgiordania (mancanza di lavoro, a causa della mancanza di pellegrinaggi, e di sicurezza, a causa dell’azione violenta dell’esercito e dei coloni).

Attualmente i cattolici sono l’1% circa della popolazione cristiana, mentre prima del 1948 erano il 15%.

Come preambolo pubblichiamo la testimonianza di un sacerdote cattolico palestinese sulle vicende del 1948.

Quello che accadde nel 1948 fu peggio di quello che accade oggi. Allora più di 460 città e villaggi palestinesi furono completamente distrutti, e centinaia di migliaia di Palestinesi, di cui io facevo parte, furono cacciati dalle loro case. Io sono originario di Bar-am e ricordo perfettamente gli Ebrei che accogliemmo quando giunsero da noi.

Per loro uccidemmo il vitello grasso, secondo l’abitudine che il mio padre aveva per celebrare la Pasqua. Egli ci disse: i fratelli Ebrei venuti da noi sono come risorti e usciti dall’inferno di Hitler; dobbiamo accoglierli bene.

Noi offrimmo loro i nostri letti. Bambino, per loro dormii sul tetto della nostra casa. E tuttavia, dieci giorni dopo, essi diedero l’ordine a tutti i padri di famiglia di chiudere le loro case, di consegnare la chiave all’ufficiale e di andarsene per due settimane.
“Non prendete niente con voi, solo le vostri mogli e i vostri figli. Ritornerete fra due settimane. Ecco il documento, è una promessa scritta: avrete il diritto di tornare a casa vostra senza problemi fra due settimane”.

In un’atmosfera di guerra, di violenza e di paura, ma con l’assicurazione del ritorno, con la parola dell’esercito che avevamo accolto, noi partimmo.
Ricordo, era di sera. Presi con me una coperta e partimmo per “due settimane”.

Cinquanta anni dopo (nel 2023: 75 anni, ndr), le due settimane non sono ancora finite, noi non siamo ancora ritornati, e nonostante la decisione della Corte suprema di Israele, in nostro favore, nel 1951, il 24 dicembre, la vigilia di Natale, il nostro villaggio (cristiano) fu distrutto

(Elias Chacour – sacerdote cattolico palestinese ordinato nel 1965 –
Ho fiducia in noi. Al di là della disperazione”, Jaca Book, 2003, pagg. 29-30).


I Luoghi Santi dopo l’entrata delle truppe cristiane

Il 9 Dicembre 1917 le truppe inglesi con la scorta d’onore dei rappresentanti delle alleate Italia e Francia entravano facilmente nella città santa, Gerusalemme.
I popoli cristiani ne fecero feste ovunque, e si abbandonarono a lirismi, che ai più preveggenti parvero esagerati.
Il Re d’Inghilterra si felicitava col comandante in capo dell’esercito britannico, Generale Allemby che nel prendere la città aveva risparmiato da ruine il Sepolcro di Gesù Cristo.

L’universale ebbrezza, i festeggiamenti dimostravano la gioia come pel trionfo di una nuova Crociata, che avesse liberato per sempre dalle mani degl’infedeli quanto vi è di più prezioso per il cuore cristiano, i Luoghi santi, i Santuari della nostra redenzione.

Si credeva allora da taluni che i Luoghi santi, liberati da un governo infedele, sarebbero stati restituiti al Cattolicismo, che su di loro ha dei diritti inalienabili e che non possono contrastarsi e neppure mettersi in discussione da qualunque società, si chiami pure delle nazioni.

Ma purtroppo tante rosee speranze, tanti desideri s’infransero nel vuoto creando nei cuori un sentimento d’infinita tristezza, perché la Palestina tolta di mano al governo turco, che aveva la massima deferenza verso le confessioni cristiane, è stata data virtualmente in mano agli Ebrei, che tentano di rimettere nel paese di Gesù il loro seggio e dal quale vorrebbero avviare l’attuazione del loro sogno perenne, cioè il dominio di tutto il mondo.

A questo scopo si è coalizzata l’alta finanza giudaica d’Europa e di America, che unita al largo concorso finanziario e morale del protestantesimo, ha messo in opera tutte sue tristi ingerenze nella vita politica, letteraria, artistica, giornalistica per formare l’opinione pubblica, che fortunatamente incomincia a comprendere la triste realtà delle cose, cioè che della Palestina, del paese di Gesù se ne vuol fare un dominio giudaico, che ben presto arriverebbe a distruggere i monumenti più cari al nostro cuore, i Luoghi santi e l’influenza religiosa e civile che ha costato sangue a tante generazioni di popoli occidentali.

Quindi i cattolici specialmente in Palestina vengo allontanati dai pubblici uffici per darli ad Ebrei; leggi restrittive sono emanate per le scuole e per le manifestazioni religiose, facendosi di tutto per convertire quella Terra santa in luogo di diporto, divertimento, di malcostume (oggi Tel Aviv è una delle capitali del turismo omosessuale, ndr).

I Luoghi santi anziché essere liberati, si trovano nella condizione forse peggiore prima, perché con pretesti mendicati e puerili si proibisce ancora di riedificare ricordi ove prima esistevano, da far dire ad un mussulmano in un circolo di cristiani: stavate meglio, quando stavate peggio.








 
giugno 2025
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