Santa Giovanna d’Arco,

l’Islam e la rinascita cristiana





Santa Giovanna d'Arco



Il 1° giugno 2025, durante la guerriglia urbana che ha insanguinato la capitale francese in occasione della finale di Champions League, alcuni giovani islamisti hanno issato una bandiera jahdista sulla statua di Santa Giovanna d’Arco, in Place des Pyramides.
Santa Giovanna d’Arco è la patrona della Francia, una nazione che è costruita sulle fondamenta della civiltà cristiana. La missione della Pulzella di Orléans fu di riconquistare, prima che un territorio, quella concezione sacrale della sovranità che è alla radice della storia di Francia e di Europa.
La profanazione della statua di Giovanna d’Arco è dunque un oltraggio all’identità nazionale del nostro continente e conferma la gravità della minaccia islamista.

Il Ministro dell’Interno francese: Bruno Retaillaus, ha minimizzato la portata dei disordini, ma l’ex Ministro Gérard Darmanin ha ammesso che le violenze sono state causate da bande di immigrati, e non da una rivolta calcistica.
Le sommosse hanno coinvolto varie città, con violenze, saccheggi e scontri con la polizia: 192 feriti (soprattutto agenti), tre morti, 642 arresti.
La strategia del Governo francese di utilizzare il calcio come uno strumento politico per favorire l’inclusione e l’integrazione degli immigrati si è rivelata fallimentare perché, invece di unire, sta generando divisioni e violenze.

Un rapporto governativo di 73 pagine, dal titolo Les Frères musulmans et islamisme politique en France, reso noto da Le Figaro il 20 maggio 2025, ha portato alla luce il progetto di “entrisme”, dei Fratelli Musulmani per infiltrare profondamente le istituzioni e la società francese, con l’obiettivo ultimo di imporre la sharia, utilizzando un linguaggio apparentemente democratico.
Il rapporto individua 139 luoghi di culto dipendenti dai Fratelli Musulmani oltre ad altri 68 considerati “prossimi”, distribuiti in 55 dipartimenti. A questi si aggiungono 280 associazioni attive in settori chiave: educazione, carità, gioventù, imprenditoria e finanza. 

A preoccupare è anche la “predicazione 2.0”, ovvero la diffusione dei principi islamisti attraverso social network come TikTok, Instagram e YouTube.
Alcuni influencer religiosi, con centinaia di migliaia di seguaci, riescono a influenzare ampi segmenti di giovani, contribuendo alla trasformazione lenta e pervasiva del tessuto sociale e culturale francese.

Il rapporto non si limita alla Francia, ma evidenzia come diverse organizzazioni islamiche europee – tra cui la Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa e il Consiglio Europeo per la Fatwa – sono ispirate ai principi dei Fratelli Musulmani.
A queste si aggiungono altri gruppi come Hizb ut-Tahrir, che mira a creare un califfato globale pur rifiutando la violenza, e i movimenti salafiti, spesso conservatori e religiosamente attivisti.
Il documento segnala infine il pericolo delle reti jihadiste come Al-Qaeda e ISIS, che hanno sfruttato malcontento e marginalizzazione per reclutare giovani europei nelle loro file.
Dal 2014 si contano oltre 30 attentati mortali nel continente.

Fin dagli anni Novanta il cardinale Silvio Oddi (1910-2001), che era stato Nunzio in Egitto, affermava che il vero grande pericolo che vedeva per il futuro dell’Europa era l’avanzata dell’Islam.
E fin dal 1993, il Centro Culturale Lepanto organizzò una grande protesta pubblica contro la costruzione della moschea di Roma, la più grande d’Europa, denunciando il ruolo politico e culturale svolto dalle moschee islamiche.

Con il titolo Mosquées, les casernes de l’islamisation è stato pubblicato in questi giorni in Francia dall’associazione Avenir de la Culture un illuminante studio, sotto la direzione di Atilio Faoro. Il libro è un’accurata inchiesta dedicata alle “caserme” dell’Islam, di cui mette in luce il ruolo sovversivo. Le conclusioni sono inconfutabili. Le moschee, stimate in circa 2.600 in Francia, non sono semplicemente luoghi destinati alla preghiera, ma possono essere considerate centri militanti in cui si vive e si diffonde la cultura e lo stile di vita islamico.
I Fratelli Musulmani sono una delle tre correnti fondamentaliste che controllano oggi centinaia di moschee francesi. Una galassia fortemente concorrente è quella del salafismo sunnita, un movimento poco strutturato ma che ha una grande influenza tra i giovani musulmani e, come i Fratelli Musulmani, non nasconde il suo odio per l’Occidente. Diverse moschee collegate a questa scuola di pensiero hanno fatto da trampolino verso il jihadismo.
Infine, c’è l’Islam turco, sostenuto dal Presidente Erdogan, anch’esso in piena espansione sul territorio francese. Sotto la sua egida sono state costruite numerose moschee, come quella di Strasburgo che, una volta terminata, dovrebbe essere la più grande d’Europa.

Sotto questo aspetto, il vessillo dell’Islam che il 1° giugno è stato innalzato sulla statua di Giovanna d’Arco appare come in gesto chiaramente simbolico, non privo di collegamento con l’approvazione, il 28 maggio, del suicidio assistito da parte dell’Assemblea Nazionale: un provvedimento che, se venisse adottato in via definitiva, segnerebbe una nuova tappa nel processo di auto-dissoluzione dell’identità cristiana della Francia.
Approvando la proposta di legge Falorni sul “diritto all’aiuto a morire”, l’Assemblea nazionale ha infatti proclamato ancora una volta il diritto all’omicidio legale, come già aveva fatto il Presidente Emmanuel Macron, lo scorso 19 gennaio, chiedendo l’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Europa.

La forza espansiva dell’Islam sta nella debolezza della società secolarizzata che ha di fronte. Gli immigrati della terza e quarta generazione di origine musulmana hanno perso l’identità originaria dei padri e dei nonni e, di fronte allo sfacelo della società occidentale, divengono adepti di un anarchismo distruttore. Per loro, l’alternativa al nichilismo è l’adesione, non necessariamente religiosa, all’islamismo radicale, una religione politica che colma il loro vuoto morale.
Alla caricatura ideologica dell’islamismo la Chiesa cattolica dovrebbe rispondere proponendo una visione del mondo integrale, fondata sul Vangelo, nel quale si trova la soluzione di tutti i problemi del mondo contemporaneo.
E’ infatti la mancanza di fede, ha detto il 9 maggio Papa Leone XIV nella sua prima omelia, «che porta spesso con se’ drammi quali la perdita del senso della vita».

Le parole conclusive dell’opera di Atilio Faoro sono però incoraggianti: «Il 15 aprile 2019, il mondo intero fu testimone, inorridito, delle fiamme che devastavano la più celebre delle nostre cattedrali. Questa terribile prova ci ricorda che, come per Notre-Dame, la vita dei popoli e delle nazioni cristiane passa attraverso la croce. Questo dramma ci invita anche a non perdere mai la fede. Di fronte alla devastazione lasciata dall’incendio, molti dubitavano che l’edificio potesse un giorno ritrovare il suo splendore. L’8 dicembre 2024, Notre-Dame ha tuttavia riaperto le sue porte alla presenza dei Capi di Stato di tutto il mondo e di una folla immensa, più bella che mai. Questo restauro è una lezione per tutti noi. Quante volte crediamo che tutto sia perduto, che le rovine siano definitive? ».

La spettacolare manifestazione che quest’anno, a Pentecoste, ha visto 19.000 pellegrini, percorrere a piedi circa 100 km, da Parigi fino alla Cattedrale di Chartres è una delle tante luci di speranza che si accendono, come la restaurazione di Notre-Dame e l’aumento in Francia di conversioni dall’Islam.

Molti secoli fa, il Signore manifestò il suo amore particolare per la Francia inviandole una piccola pastorella di Lorena che prese le armi e la salvò.  «Gli uomini combatteranno e Dio darà loro la vittoria», diceva Giovanna d’Arco, con parole che costituiscono un programma.
All’inizio del XXI secolo, l’esempio della santa guerriera costituisce un modello non solo per i Francesi, ma per tutti coloro che, con il pensiero, la preghiera e l’azione, difendono la Civiltà cristiana dai suoi nemici.







 
giugno 2025
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