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Parola di vero Pastore ![]() Mons. Joseph E. Strickland Come più volte asserito in queste
pagine, la cosiddetta sinodalità è un artificio retorico
escogitato per scardinare la costituzione divina della Chiesa imponendo
decisioni prese da pochi ma presentate come richieste provenienti dal
basso.
Ci è di grande conforto costatare che un valoroso Vescovo, ingiustamente e illegalmente rimosso dalla sua diocesi a causa della sua fedeltà al Signore, abbia maturato al riguardo una posizione analoga. Riproponiamo perciò con gioia l’ultima lettera da lui indirizzata ai fedeli, dal titolo: Il cammino sinodale non è una via da seguire per la Chiesa (28 Maggio 2025). È un testo che si fa molto apprezzare per la pacatezza evangelica, unita a cristallina chiarezza e a franchezza genuinamente apostolica. Auspichiamo peraltro con vivo desiderio che Papa Leone XIV proceda quanto prima a riparare alla gravissima ingiustizia subita dall’Autore; sarebbe un gesto di riconciliazione che contribuirebbe non poco a dimostrare la veracità del saluto di pace rivolto alla Chiesa intera il giorno della sua elezione. Miei cari figli e figlie in Cristo, è con cuore di Pastore, spinto dal dovere e dall’amore, che devo parlare apertamente di una questione che in questo momento mi grava profondamente sulla mente e sul cuore: il cosiddetto cammino sinodale. Esso si presenta come una via da seguire per la Chiesa, ma in realtà si allontana dal fondamento posto da Nostro Signore Gesù Cristo. La Chiesa non è nostra, da reinventare. Essa è il Corpo Mistico di Cristo, fondato sulla roccia di Pietro, guidato dai successori degli Apostoli e santificato dallo Spirito Santo. Qualsiasi tentativo di ridefinire la sua costituzione divina – appiattendone la natura gerarchica o distribuendo l’autorità dottrinale del papato tra conferenze episcopali, assemblee o comitati laici – non è rinnovamento, ma rottura. Il cammino sinodale si discosta dal chiaro insegnamento e dalla struttura tramandatici dagli Apostoli. Esso mina l’ufficio petrino, istituito da Cristo quando disse: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Esso introduce confusione al posto della chiarezza, sentimento democratico al posto dell’autorità divina e compromesso al posto della fedeltà. La Chiesa non può contraddirsi: non può insegnare oggi ciò che ha condannato ieri. Il deposito della fede non è soggetto a evoluzione consensuale. Come scrisse sant’Ireneo di Lione, «la Chiesa, sebbene dispersa in tutto il mondo, fino ai confini della terra, ha ricevuto dagli Apostoli e dai loro discepoli questa fede […] e la conserva con cura» (Contro le eresie, I, 10, 1). Nel libro dell’Apocalisse vediamo le anime dei Martiri che stanno sotto l’altare e gridano a Dio (cf. Ap 6, 9-11). Sono coloro che hanno mantenuto la fede fino alla morte, rifiutandosi di piegarsi allo spirito del mondo. Essi ci ricordano che essere cattolici non significa seguire le mode del tempo, ma aggrapparsi alla Croce di Cristo, qualunque cosa accada. Il sangue dei Martiri non è solo il seme della Chiesa, ma anche il suo vessillo. Essi morirono nella fedeltà all’unica, santa fede cattolica e apostolica, non in un’esperienza sinodale. Morirono nella fedeltà ad una Chiesa che ha una sola voce, una sola fede, un solo Battesimo (cf. Ef 4, 5). Disonoriamo la loro testimonianza quando cerchiamo di sostituire la verità apostolica con i venti mutevoli dell’opinione popolare. Preghiamo per il Papa, amiamo il Papa, ma seguiamo Cristo. Se la Santa Sede promuove un cammino che si allontana dalla fede degli Apostoli, dobbiamo rispondere non con la ribellione, ma con incrollabile fedeltà e dire, con Pietro e gli Apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (At 5, 29). Vi esorto, cari fedeli, a non lasciarvi smuovere. Tenete saldo ciò che avete ricevuto. State con i Santi e i Martiri. Siate come le vergini sagge, con le lampade accese e pronte per lo Sposo. Aggrappiamoci alla fede dei nostri padri: immutata, immutabile e sempre vera. Vostro in Cristo, Vescovo Joseph E. Strickland |