ALCUNE CHIOSE



di Luciano Pranzetti








DICHIARAZIONE DI PREMESSA

Il presente post tratterà di un argomento che – si dica a scanso di equivoci e di contrasti – non a tutti è gradito. Parlo dell’aggressione russa alla Nazione ucraina ma il tema, unico, non è il disquisire su tale aspetto che – affermo -- è, da varie parti valutato con apporti storici settoriali; il tema è l’atteggiamento di Papa Francesco – RJP – CHE TENNE nei confronti del proprio dovere.
Pertanto, non accendo dibattito alcuno, né con chi valuta l’intervento russo in Ukraina come un atto legittimo, né con chi lo giudica eversivo.

Ho assistito, trasmessa dalla tv, alla cerimonia funebre, celebrata per le esequie di Papa Francesco, al Quale va il mio filiale R. I. P. e, per il Quale ho pregato – e prego -.
Ma non posso far passare sotto silenzio un aspetto, per un lato ovvio, scontato e per un altro indiziario di una pastorale asservita ai desiderii del mondo.
Non c’è commentatore, o persona intervistata che, dalla tv, non ricordi “Francesco, il Papa della pace”. Ovvio, ho detto, e scontato, dacché non è pensabile che un Papa si sgoli gridamdo “guerra, guerra”, del che, si può dire, essere, la pace, l’anelito dell’uomo comune.

Indiziario di una pastorale, ho aggiunto, asservita ai desiderî del mondo, ciò che è l’aspetto contrastante alla sua missione e dirò di un potere che, indistintamente, a tutti i Papi del ‘900 e del ‘2000, cioè, a Benedetto XV, a Pio XI, a Pio XII, a Giovanni XXIII, a Paolo VI, giù, fino a Giovanni Paolo I, a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI e infine a Francesco, fu conferito.

Ma quale potere? mi domanderete.

Quello di ottenere garantita la pace chiedendola direttamente al SIGNORE DIO tramite un’intermediaria eccezionale.

Questi sono i fatti:

il 13 di maggio del 1917 la B. V. MARIA apparve, a tre pastorelli, a Fatima (Cova d’Irìa), località portoghese fino ad allora sconosciuta. Fra le tante realtà illustrate dalla MADRE di DIO e i varî messaggî, inviati all’umanità, per mezzo dei tre fanciulli, uno – trasmesso il 13 luglio 1917 -- si rivelò come quello che avrebbe conferito il potere di stabilire la pace universale, un ordine divino e, come tale, da eseguire secondo le disposizioni espresse dal Cielo. Si trattava, dunque, parola di DIO trasmessa da MARIA, di consacrare la RUSSIA, in pubblica cerimonia e in comunione con l’episcopato mondiale, al CUORE IMMACOLATO di MARIA, garantendone la conversione.
Qualora, aggiunse la B. V., non si fosse obbedito a tale ordine, la Russia avrebbe continuato a diffondere nel mondo ‘’I SUOI ERRORI, PROMUOVENDO GUERRE E PERSECUZIONI ALLA CHIESA’’.
Per Russia convertita, la MADONNA intendeva anche, e non meno, la Confessione Ortodossa che sarebbe, cioè, rientrata nell’Unità Cattolica, Apostolica e Romana, sotto la guida di un solo Pastore, il Papa, Vicario di Cristo e successore di San Pietro.

Nessuno dei Papi, successivi a San Pio X – i cui nomi sono elencati poco sopra --ha obbedito all’ordine di DIO. 
Gli unici che hanno abbozzato uno schema di consacrazione, sono Pio XII, Giovanni Paolo II e Francesco i quali, però, hanno annacquato la cerimonia, inserendo, nel modulo di consacrazione, Pio XII il mondo, GP II addirittura cancellando il nome ‘’Russia’’ scusandosi e poi, confessando che il Cardinal Casaroli – promotore dell’OST-POLITIK e massone -- non era d’accordo, e Francesco, il 25 di marzo 2022, non solo infilò, nella preghiera di Consacrazione il mondo, ma mettendoci anche l’UCRAINA, a fianco della Russia, non quasi, ma realmente configurandola corresponsabile dell’aggressione patita e tutt’ora in corso.  

Pertanto, se avesse inteso proporre la P-A-C-E, avrebbe dovuto replicare, nella corretta forma, la consacrazione della sola Russia di Putin al Cuore Immacolato di Maria: QUESTO E BASTA e non invocarla – la pace -- e, incessantemente, implorarla perché – e lo dico con serenità d’animo -- non è difficile per nessuno adottare simile metodo. Voglio dire che è facile gridare, seppure inascoltato, “Pace! Pace!” ai 4 punti cardinali quando sarebbe stato unica e sufficiente azione, ottemperare alla richiesta di Fatima.

Timore di ritorsioni, paura dell’antico orso sovietico e di quello recente putiniano? chissà! Ma – ariegiando il don Abbondio manzoniano – una cosa è certa: che il coraggio, uno se non ce l’ha, mica se lo può dare.  

Ora, se la B. V. ha chiesto la consacrazione della sola Russia e non di altre nazioni, una ragione ci deve pur essere. Ha diffuso nel mondo, col comunismo sovietico, errori e orrori. Ha fatto scorrere fiumi di sangue e di lacrime su cui galleggiarono milioni di cadaveri. Sembrò, poi, cessare tale devastazione di nazioni, di popoli e di coscienze, con la “Caduta del muro d Berlino” (9 di novembre 1989), poi, con la fine dell’impero sovietico della vecchia URSS (31 di dicembre 1991 – 1 di gennaio 1992) e con la nascita della nuova CSI.
Ma la presa del potere da parte di Vladimir Putin – ex colonnello del KGB -- ha riportato la Russia alla situazione antica, imperialistica, aggressiva, confermando le previsioni della MADONNA, nel caso, cioè, la Consacrazione non fosse stata celebrata secondo le disposizioni stabilite da DIO.
   
Ma è nota una cosa: che gli uomini pretendono e pensano di saperne, specie in politica, più del SIGNORE.

Naturalmente, non avendo obbedito all’ONNIPOTENTE, non debbono godere del privilegio di essere venerati come santi, e dico: Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, passati agli onori degli altari su sollecitazione di Papa Francesco rispettivamente nel 2014 i primi due e il terzo nel 2018, grazie all’abolizione del cosiddetto AVVOCATO DEL DIAVOLO, più propriamente PROMOTORE DELLA FEDE, figura, istituita da Paolo V nel 1587, che provvedeva a tirar fuori, e rendere visibili, situazioni, azioni, gesti, parole che confliggevano con la discussa aureola di santità di un candidato alla canonizzazione.
L’Entità “Avvocato del Diavolo” è, quale istituzione giuridica, stata soppressa, con decreto -- nelle pieghe della riforma del Codice di Diritto Canonico nel 1983 durante il pontificato di Wojtyla -- e siffatto decreto si è rivelato essere un bello ed opportuno ‘assist’ per i Papi del postconcilio i quali navigano tutti, al grido popolare ‘’SANTI SUBITO!’’ verso la gloria non essendoci più chi faceva loro le bucce.

Nel lungo pontificato di GP II – 27 anni -- furono dichiarati 500 nuovi santi e 1500 nuovi beati. E pensare che da Leone XIII (1878) a Pio XII (1958) -- 80 anni, tre volte più esteso – le dichiarazioni di santità furono meno di 100, per l’esattezza 98.

Ora attendiamo l’inizio della causa di canonizzazione di Papa FRANCESCO e del suo predecessore BENEDETTO XVI, tanto per dimostrare la . . . ortodossia (!) del Concilio Vaticano II con la dichiarazione di santità di tutti i Pontefici che ne hanno applicato le norme.

A tal riguardo, vorrei rammentare, ai tanti scordarelli, le desolate parole di Giovanni XXIII, il santo promotore dell’Assise Ecumenica, con cui dichiarò il fallimento della sua iniziativa, dolendosi perché si sperava nella primavera di una nuova Pentecoste mentre, invece, era sopraggiunto un rigido inverno.

Non meno indiziaria, di un senso di colpa, fu la confessione dell’altro santo Pontefice postconciliare, Paolo VI, il quale ammise che, nella Chiesa si erano prodotte delle crepe attraverso le quali vi era entrato il fumo di Satana che, per la verità, quel fumo ne era uscito.
 
Ora siamo in ansiosa attesa di conoscere le iniziative che, a tal proposito il nuovo Pontefice della Santa, Cattolica, Apostolica Romana Chiesa, Papa LEONE XIV intenderà intraprendere, perché si è, ANCORA, in tempo.


IN FIDE FIRMUS
Prof. Luciano Pranzetti

 




 
giugno 2025
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