Gran Bretagna:

aborto fino alla nascita ?


Articolo della Fraternità San Pio X







Il Parlamento inglese



Un emendamento al disegno di legge sulla criminalità e la polizia mira a depenalizzare l’aborto abrogando diverse disposizioni del codice penale.
L’emendamento NC17, proposto dalla parlamentare Stella Creasy, se approvato, abbandonerà le donne e i loro nascituri alla coercizione di partner violenti, ha avvertito la Society for the Protection of Unborn Children [Società per la Protezione dei Bambini non Nati] (SPUC).

L’emendamento impone al Governo di attuare le raccomandazioni del rapporto del 2018 della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW), che raccomandava di non imporre sanzioni penali alle donne e agli operatori sanitari coinvolti in aborti.

La Società per la Protezione dei Bambini non Nati (SPUC) ha avvertito che questa misura legalizzerebbe di fatto l’aborto fino alla nascita.

“Nessuna indagine potrà essere condotta e nessun procedimento penale potrà essere avviato o perseguito”, stabilisce l’emendamento NC17.
Finché il limite di 24 settimane per l’aborto rimane in vigore, sarebbe inapplicabile.

“Questo depenalizzerebbe di fatto l’aborto fino alla nascita, per qualsiasi motivo... incluso il sesso del bambino”, ha avvertito la SPUC. Questo perché “l’emendamento eliminerebbe (...) qualsiasi procedimento penale, o persino qualsiasi indagine” in caso di violazioni delle tutele garantite alle donne e ai loro nascituri.

L’emendamento NC17 della Creasy renderebbe inoltre molto difficile perseguire penalmente i partner violenti. Ad esempio, se l’emendamento NC17 fosse stato approvato prima del processo a Stuart Worby, incarcerato per aver somministrato alla compagna pillole abortive a sua insaputa e averne ucciso il feto, egli avrebbe potuto non essere perseguito affatto.

Questo emendamento potrebbe anche rendere difficile perseguire penalmente coloro che sono coinvolti nell’occultamento di una nascita e di un potenziale aborto, incluso l’infanticidio durante il parto.
Infine, la SPUC ha sottolineato che le raccomandazioni della CEDAW non sono vincolanti e non costituiscono diritto internazionale.

Un altro emendamento presentato dalla deputata laburista Tonia Antoniazzi mira a escludere le donne dal “diritto penale relativo all’aborto”, il che significa che “nessun reato viene commesso da una donna che agisce in relazione alla propria gravidanza”.

Se approvato, l’aborto, indipendentemente dalle circostanze, non sarebbe più considerato un reato ai sensi dell’Offences Against the Person Act del 1861 o dell’Infant Life Preservation Act del 1929.
 
Questo emendamento sarebbe sostenuto da oltre 50 parlamentari pro-aborto di tutto lo scacchiere politico.

La SPUC ha definito gli emendamenti “la più grande minaccia per i nascituri e le loro madri dai tempi dell’Abortion Act”, riferendosi alla legge del 1967 che legalizzò la pratica fino alla 24a settimana.

Nile Gardiner, Direttrice del Margaret Thatcher Centre for Freedom della Heritage Foundation, ha affermato che la proposta di legge “equivarrebbe a un omicidio sancito dallo Stato” e ha avvertito che “potrebbe portare a una situazione simile alle politiche abortive estreme della Cina”.

Il rifiuto di questa proposta si riflette anche nell’opinione pubblica: un sondaggio YouGov citato dal Telegraph rivela che solo l’1% dei cittadini britannici sosterrebbe l’aborto fino al parto, rispetto al 70% dei parlamentari che sosterrebbe la depenalizzazione dell’aborto oltre l’attuale limite delle 24 settimane.

Gardiner ha attribuito l’iniziativa legislativa alla maggioranza parlamentare del Partito Laburista: “Hanno una maggioranza sufficiente per agire in modo dittatoriale, a prescindere dall’opinione pubblica. Finché non saranno sconfitti alle urne, possono approvare praticamente qualsiasi legge”.

La Camera dei Comuni voterà gli emendamenti la prossima settimana. Alcuni chiedono più tempo per il dibattito. Gardiner ha concluso il suo discorso con un appello: “Ogni parlamentare che abbia una coscienza e creda nella sacralità della vita umana dovrebbe opporsi a questa mostruosità barbarica”.

Va notato che la legge sull’aborto, a prescindere dal Paese o dal metodo, incarna già questa “mostruosità barbarica”, e l’atto dell’aborto, finché è coperto dalla legge, è già un “omicidio sancito dallo Stato”.
L’atrocità della nuova proposta non fa che evidenziare ulteriormente questa “mostruosità barbarica”.

Dimostra inoltre che, una volta aperta la porta impenetrabile del rispetto per la sacralità della vita innocente, nulla può impedire che venga completamente rimossa e distrutta, sprofondando ulteriormente l’umanità in una cultura di morte che divora i propri figli al banchetto di un piacere sfrenato.

Infine, rende le donne – in quanto donne – l’equivalente del tanto vituperato pater familias latino, che aveva il potere di vita e di morte sul proprio figlio neonato.
Il potere ha cambiato genere, ma rimane lo stesso.









 
giugno 2025
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