Salvare il pianeta o salvare le anime



di Don Nicolas Cadiet, FSSPX



Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X

La Porte Latine






La Messa nel trittico di Van der Weyden



La fine del mese di giugno ha portato la gioia dell’ordinazione di nuovi sacerdoti.

Nel Rito Romano, il cerimoniale prevede che la Messa iniziata dal vescovo venga interrotta per procedere ai riti di ordinazione; dopo di che i nuovi sacerdoti concelebrano col vescovo che ha appena conferito loto il sacerdozio.
Così, essi celebrano insieme quella che di fatto è la loro prima Messa.

E’ degno di nota che la prima preghiera che i nuovi sacerdoti recitano col vescovo, la prima preghiera che recitano come nuovi sacerdoti, è quella dell’Offertorio del Messale tradizionale:

Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Iddio, questa Ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen.


Fin dall’inizio della sua vita sacerdotale, il nuovo sacerdote inizia il suo ministero col suo atto principale: offrire un sacrificio propiziatorio, cioè idoneo a soddisfare o compensare i peccati che offendono la maestà divina.
Privandosi di qualcosa di legittimo in onore di Dio, si compensa in qualche modo ciò che si è indebitamente arrogato con il peccato.

I nostri sacrifici non possono bastare a riparare l’offese fatta a Dio, ma il Sacrificio del Figlio di Dio fatto uomo, il Sacrificio per il quale Egli ha liberamente rinunciato alla Sua vita, è in grado di offrire al Padre «ogni onore e gloria» (1).
Con questo Sacrificio, il Verbo incarnato mostra di amare la maestà di Dio, e le anime da redimere, più della Sua vita umana: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv. 15, 13).
In risposta a questo amore sacrificale, Dio elargisce la sua grazia in modo sovrabbondante.

Affidando il Suo Corpo e il Suo Sangue agli Apostoli, col precetto: «fate questo in memoria di me», il Salvatore affida loro il Suo Sacrificio da offrire tutti giorni, perché l’applicazione dei suoi frutti contribuisca a salvare le anime.

Così, fin dai primi minuti del suo sacerdozio, il sacerdote è immerso nel cuore del suo ministero; tutto il resto: predicazione, insegnamento, contatto con le anime, cura per l’unità della parrocchia, tutto questo consiste nel diffondere i frutti di questo Sacrificio, e nel condurre le anime a parteciparvi, per condurle tutte all’unità della Santissima Trinità.

Propiziazione, sacrificio, soddisfazione, salvezza delle anime, ecco un vocabolario che non corrisponde alla concezione postconciliare del sacerdote, che sembra piuttosto un animatore della comunità, incaricato di ascoltare e attuare le indicazioni sinodali del popolo di Dio, per salvare il pianeta e accogliere i migranti.

Questo particolare del rito della Messa e dell’ordinazione mostra già di per sé che, dietro la battaglia fra il rito tradizionale e il Novus Ordo, vi è molto di più delle questioni di sensibilità ed estetica. O, per chi pensa solo in termini sociologici, cioè indifferenti al vero e al falso, al bene e al male, che si tratta di molto di più di questioni identitarie.


NOTA

1 - Conclusione del Canone Romano








 
luglio  2025
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI