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Il Metropolita Onufrij minacciato di espulsione dall’Ucraina ![]() Il Metropolita Onufrji del Patriarcato di Kiev dipendente da Mosca Dall’inizio del conflitto tra
la Russia e l’Ucraina, è aumentata la pressione sulla Chiesa
ortodossa ucraina dipendente dal Patriarcato di Mosca (COU-PM), da
distinguere dalla Chiesa ortodossa ucraina autocefala, del Patriarcato
di Kiev (COU-PK), riconosciuta da Costantinopoli, ma contestata da
Mosca.
Nel maggio del 2025, l’Ucraina ha approvato una legge che vieta le organizzazioni religiose che hanno il loro centro in Russia, legge sostenuta anche dalla Chiesa greco-cattolica ucraina. Il Presidente Vladimir Putin se ne è direttamente lamentato con Papa Leone XIV nel corso del colloquio telefonico dello scorso 4 giugno, e ha anche chiesto al Papa di sostenere la libertà religiosa in Ucraina. In seguito a tale divieto, il Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) ha annunciato che il Presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto, il 2 luglio scorso, che revocava la cittadinanza ucraina a Orest Berezovsky, conosciuto col nome di Metropolita Onufrij, primate della COU-PM, quindi dipendente dal Patriarcato di Mosca. Secondo il comunicato delle autorità ucraine, questa decisione si basa su un rapporto dell’SBU che afferma che Onufrij ha volontariamente acquisito la cittadinanza russa nel 2002, senza informare le autorità ucraine, il che è contrario alla legislazione dell’Ucraina. Inoltre, le autorità affermano che il Metropolita mantiene dei legami stretti col Patriarcato di Mosca e che si è sistematicamente opposto all’indipendenza canonica della Chiesa ortodossa ucraina (autocefala, patriarcato di Kiev), sostenendo la politica della Chiesa ortodossa russa e del suo Patriarca Kirill, che ha pubblicamente benedetto l’invasione russa dell’Ucraina. Secondo il comunicato ufficiale, Onufrij non ha solo conservato la nazionalità russa, ma avrebbe anche continuato a fruire di tutti i suoi diritti (russi) mentre rimaneva cittadino ucraino, mantenendo dei contatti con i rappresentanti della Chiesa russa, la quale sostiene l’aggressione militare contro l’Ucraina. Tale revoca si inscrive in un processo più ampio col quale le autorità ucraine riesaminano la posizione legale di diversi dignitarii religiosi sospettati di essere leali con Mosca, nel contesto di guerra totale e di crescente ostilità verso le istituzioni considerate filorusse. Le proteste di Onufrji L’EOU-PM rigetta queste accuse. Il Metropolita Clemente, responsabile del dipartimento sinodale dell’informazione, ha dichiarato che Onufrji possedeva solo un passaporto ucraino e non aveva mai chiesto né ottenuto la cittadinanza di un altro paese. Secondo Clemente, il Primate dell’COU-PM ha più volte spiegato di non possedere alcun altro documento di identità e che ogni sua azione, in merito al suo status, sarebbe sempre stata strettamente conforme alla legislazione ucraina. Onufrji è il più alto dignitario ecclesiastico oggetto del detto provvedimento; sei altri membri del clero della sua Chiesa erano già stati privati della loro nazionalità nel 2023. Perdendo la cittadinanza, egli diventa uno straniero in Ucraina, cosa che comporta la necessità di ottenere un permesso di soggiorno o di lavoro, o perfino di lasciare il paese. Benché l’espulsione di alti dignitarii religioni sia rara, l’intenzione delle autorità ucraine di mettere sotto pressione gli ortodossi che intrattengono relazioni ecclesiastiche col Patriarcato di Mosca, è chiara. Peraltro, non è raro che essi siano vittime di vessazioni di vario tipo, perfino di violenza. |