Sinodalità come parola in codice.

Annunciate il Vangelo, piuttosto.



di Mons. Marian Eleganti


Pubblicato sul sito di Marco Tosatti






Mons. Marian Eleganti



Per amore di Cristo, smettetela finalmente con l’eccesso di documenti sinodali, di tappe intermedie, di indicazioni per il prosieguo del processo, di annunci di risultati, di documenti finali che non sono tali, di estensioni in altri cicli, di moltiplicazione di commissioni, alla fine di un’assemblea in una terra di nessuno canonica. Il vasto popolo di Dio ignora i vostri documenti.
Nella mia esperienza quasi nessun credente li conosce o li legge.

Smettete di girare sul vostro asse in un processo che non ha risvegliato l’amore per Gesù Cristo in una sola anima, ma che finora ha occupato soprattutto i “cattolici riformisti” (di lingua tedesca) (nel ministero a tempo pieno).
Smettetela di moltiplicare e moltiplicarvi in gruppi di lavoro e commissioni! Il popolo di Dio non è interessato. Il risultato è una nebbia, benedizioni che è meglio tralasciare, modelli di leadership che contraddicono il diritto canonico vigente, nuovi comitati o consigli, come se non ne avessimo già abbastanza da 60 anni.
Si vive in una bolla e si impiegano le persone sbagliate. Il più delle volte i vescovi sono già seduti ai tavoli, ma non solo loro. Il richiamo allo Spirito Santo passa troppo in fretta sulle vostre labbra.

Annunciate il Vangelo per amore di Cristo! Annunciate Cristo a un’Europa che gli ha voltato le spalle! Annunciate Cristo a un mondo che ha tendenze apocalittiche e che scatena sempre nuove guerre!
Parlate di Gesù Cristo invece che di sinodalità!
Come voi capite quest’ultima, altri l’hanno già espressa (ad esempio gli anglicani) con il risultato di nuove divisioni.

Smettete di tenere la Chiesa in una frenesia sinodale senza fine, presumibilmente per scambiarsi doni. Non si parla dei veri problemi esistenti nella Chiesa: l’apostasia di massa dei battezzati e dei cresimati, dei contenuti essenziali della fede (la divinità di Gesù; la sua Resurrezione corporea); dell’informalità liturgica (Mosebach) e degli abusi del Novus Ordo; dell’assenza di vocazioni sacerdotali in molte chiese particolari; della diffusa predicazione eterodossa (catechesi; teologia universitaria) e di una prassi pastorale che contraddice l’insegnamento cattolico e il diritto canonico, presumibilmente perché la realtà è superiore all’idea.
L’elenco è incompleto.

Non posso più ascoltare la vostra propaganda. Sospetto di non essere l’unico.
Da molto tempo la Chiesa non viene gestita in modo così autoritario e manipolativo come al tempo della nuova sinodalità sotto Papa Francesco, un tentativo incessante di ottenere i risultati desiderati.
Ma Godot non è arrivato. Almeno finora, e per sua natura è inutile aspettarlo! Ciò che è arrivata è la volatilità della dottrina, la duna mobile, non la roccia. Prima della fine, secondo le Scritture, si verifica la grande apostasia, appaiono profeti che lusingano le orecchie, si cercano dottrine a proprio piacimento, una verità che non costa nulla, l’omosessualità (diversità); l’Anticristo, il martirio. Chiunque può leggerlo.

L’unica cosa corretta della vostra sinodalità è la dottrina tradizionale del discernimento dello Spirito, l’auspicabile ascolto di DIO.
Il “Ascolta, Israele” (Sh’ma Yisrael) così come la Regola di Benedetto (Prologo) iniziano con la parola “Ascolta!” e sono di vecchia data. Non è solo dal “Sinodo sulla sinodalità” che ci occupiamo della dottrina tradizionale del discernimento dello Spirito.

La novità è l’illusione che questo lavoro di discernimento possa essere svolto con 1,4 miliardi di cattolici – tra cui molti con opinioni assolutamente eterodosse – senza che il processo di discernimento e di ascolto venga politicizzato, strumentalizzato, manipolato o indirizzato in una certa direzione e magari deragliato come in Germania.
Ma anche Fiducia supplicans e Traditionis custodes sono documenti molto controversi nel processo e sono nati contro tutte le regole dell’arte propagandata.

Dove sono i sostenitori della tradizione, in gran parte giovani e famiglie, in questo processo?
Dov’è la loro voce in questo tanto decantato processo sinodale sui generis? Finora sono stati lasciati fuori. In alcuni Paesi (Francia, Inghilterra), molti giovani adulti desiderano essere battezzati. I giovani interessati alla fede studiano il catechismo, vogliono una liturgia celebrata con riverenza, chiedono più mistero nella celebrazione della Santa Messa, in cui si dice troppo.
In Albania, come ho letto, i cristiani sono arrivati a dominare i musulmani. Ma in altri Paesi europei i cristiani saranno la minoranza demografica rispetto ai musulmani tra 25 anni (pura statistica).
Chi si preoccupa della sfida dell’Islam nel processo sinodale?

Non trasformate la Chiesa in uno scambio di idee di progressi e invenzioni eterodosse!
Fate qualcosa per il rinnovamento della liturgia e della catechesi in questi tempi anticristiani! Più missionari, meno spin doctor.

La sinodalità è diventata una “ermeneutica” per ogni sorta di cose, soprattutto per la codecisione dei laici a tutti i livelli. La sacramentalità del ministero della Chiesa (leadership) è stata gravemente danneggiata da una sinodalità egualitaria che non fa distinzione tra consacrati e non consacrati!
Questo contraddice l’insegnamento del Concilio e le leggi apostoliche di 2000 anni fa del corpo di Cristo!

Non crediate che alle nostre latitudini ci si accontenti di “ascoltare” e “parlare nello Spirito”. Si richiedono cambiamenti.
Dopo il lungo e laborioso processo sinodale, gli interessati vogliono vedere dei risultati: un diacono o un prefetto di dicastero donna, il cancelliere dell’ordinariato donna; l’abolizione del celibato per mancanza di sacerdoti; l’uguaglianza tra consacrati e non consacrati nelle strutture decisionali o nei comitati della Chiesa; le donne negli uffici che prima erano riservati a sacerdoti e vescovi.

E mentre nelle forme di organizzazione secolari le gerarchie rimangono indiscusse e intatte e le decisioni vengono prese dalla direzione o dall’amministratore delegato, che devono essere seguite e attuate dai livelli inferiori senza contraddizioni, nella Chiesa la sinodalità è diventata per molti una parola d’ordine che indica l’opposto (una gerarchia piatta; il cosiddetto controllo del potere; processi democratici, politici della Chiesa; una comprensione funzionale del ministero; la sostituzione del buon pastore con i collettivi) e, non da ultimo, forme di culto alternative e non sacerdotali.

Il pastore segue le pecore.

Il maestro impara dall’allievo.

Il fare determina il dover essere.

La maggioranza fa la verità.

Il sacerdote obbedisce al laico.

Il vescovo siede accanto a lui.

E lo spirito aleggia su tutti loro.

Quale?










 
luglio  2025
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