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Germania: quando Fiducia supplicans genera la blasfemia ![]() La diocesi di Rottenburg-Stoccarda (Baden-Württemberg, Germania meridionale) ha pubblicato un breve manuale di «Preghiere per benedire le coppie che si amano», intitolato «Ci amiamo - Che benedizione!», che non è altro che una raccolta blasfema che attribuisce a Dio ciò che è espressamente condannato nella Sacra Scrittura, condanna ripresa dalla Chiesa. Il lettore indovina già di cosa si tratta. La prefazione, firmata da un consulente ecclesiastico, spiega che «molte coppie che si amano e che desiderano costruire la loro vita insieme, desiderano ricevere la benedizione di Dio. Nella Chiesa cattolica, questa decisione di vita trova la sua forma liturgica più profonda nella celebrazione del matrimonio tra un uomo e una donna». La più profonda? No: è la sola forma liturgica. Con tali premesse la conseguenza sarà disastrosa. Come prova il seguito: «Al tempo stesso, appare chiaramente che, oltre al matrimonio tra un uomo e una donna, esistono altre forme di vita in comune che impegnano, che sono una realtà vissuta da numerose persone nella nostra società e che sono in parte riconosciute dalla legge». Che oggi esistano delle coppie di ogni tipo, è una cosa; che esse siano riconosciute da leggi malvage, è un’altra; il che le rende legittime solo in una società apostata, ma per niente davanti alla legge divina. Il testo si basa sul detto riconoscimento come se fosse un dato della Rivelazione che giustificherebbe l’ingiustificabile. Il testo continua con un sofisma: «Fino ad oggi, la Chiesa non prevedeva la benedizione delle coppie che non vivevano un matrimonio sacramentale, per esempio le persone dello stesso sesso, le coppie sposate civilmente dopo un divorzio o quelle che, per ragioni personali, non vogliono contrarre il matrimonio sacramentale». «Non prevedeva»: è così che il «consulente episcopale» interpreta il divieto assoluto contenuto nella Sacra Scrittura e nella Tradizione e insegnato dalla Chiesa. Ma, «con la Dichiarazione Fiducia supplicans sul significato pastorale delle benedizioni, il Dicastero per la Dottrina delle Fede, con l’accordo di Papa Francesco, ha aperto una nuova via». Una responsabilità terrificante. Ma essa giustifica la seguente affermazione: «Essa permette di benedire le coppie che si amano, anche se non possono o non vogliono sposarsi in Chiesa. In una semplice benedizione pastorale, la potenza incondizionata dell’amore di Dio deve essere percepibile». Che questa sia la vera interpretazione della Dichiarazione Fiducia supplicans, poco importa, era prevedibile. La prefazione saluta anche «la pubblicazione, il 23 aprile 2025, del documento della Conferenza Episcopale tedesca e del Comitato Centrale dei cattolici tedeschi. Questo documento soottolinea la volontà di organizzare la pastorale in modo da prendere sul serio la realtà della vita delle persone e rendere tangibile la benedizione di Dio per i partenariati impegnati». La presentazione conclude: «Questi documenti portano a molti una apertura attesa da lungo tempo e costituiscono un contributo prezioso per un approccio aperto, rispettoso e che valorizzi la diversità delle relazioni umane». Anche peccaminose e condannate da Dio. L’introduzione dell’autore della blasfemia, parla della «verità» delle relazioni delle «coppie che si amano ma che non possono sposarsi in chiesa». Ma è vero solo quello che è approvato da Dio. Seguono una dozzina di preghiere di benedizione, tra cui scegliere. Esse sono composte sullo stesso schema: preghiera per i richiedenti; tempo di silenzio; poi una preghiera che inquadra la benedizione. Quello che è particolarmente rivoltante – e blasfemo – è che questo amore, proibito dalla legge di Dio, tra concubini, divorziati risposati o coppie omosessuali, è sistematicamente presentato come proveniente da Dio. Ad esempio: «Tu (Dio) hai seminato l’amore tra N. e N. e lo hai lasciato crescere»; «Il tuo amore si manifesta tra N. e N. Tu sei la forza che li anima»; «Tu hai unito N. e N. nell’amore»; «Tu hai risvegliato in loro l’amore reciproco». Bisogna sottolineare i seguenti punti 1) La prima responsabilità ricade su Papa Francesco e sull’esortazione Amoris laetitia che ha introdotto una falsa misericordia nell’accettare la comunione anche per le coppie non sposate (concubini, divorziati risposati). 2) La Dichiarazione Fiducia supplicans, che ha suscitato tanto scalpore, firmata dallo stesso Papa, giunse a coronamento della volontà del defunto Pontefice di accettare «tutti, tutti, tutti» e di concedere una benedizione alle coppie «irregolari» indicate nel punto precedente, alle quali bisogna aggiungere le coppie omosessuali. 3) Il testo della Conferenza Episcopale tedesca, commentato su questo sito, più prudente nel suo approccio, è stato tuttavia una testa di ponte, un incoraggiamento per arrivare al risultato che qui abbiamo commentato. 4) La responsabilità romana è evidente. E il nuovo Papa Leone XIV non può sottrarsi all’obbligo di agire per impedire la diffusione di un male che travolgerà la Chiesa di Germania (cosa che in realtà è quasi già accaduto) e che in seguito si estenderà ad altre Chiese. |