La chiesa abbandonata di Narni:

un faro per la futura restaurazione



di Don Theresian Xavier, FSSPX

Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X

La Porte Latine






Suore della Fraternità San Pio X nella chiesa di Narni



Il 27 giugno 2025, una bella chiesa d’Italia ha ospitato la cerimonia di vestizione e di professione di fede delle Suore Consolatrici del Sacro Cuore di Gesù.
Una parabola per l’avvenire della Chiesa?

Narni, incantevole città medievale dell’Umbria, in Italia, è celebre per la sua ricca storia, per la sua architettura ammirabilmente preservata e per i suoi paesaggi naturali di una straordinaria bellezza.

I visitatori possono iniziare il giro della città partendo dalla splendida co-cattedrale dedicata al primo vescovo della città: San Giovenale – una delle chiese più nobili e prestigiose della regione.
Da lì, una breve passeggiata porta alla celebre piazza Priora.
Superando a sinistra il teatro comunale e proseguendo in salita, i visitatori scoprono una piccola piazza intitolata a San Francesco d’Assisi.

Sul lato Nord-Ovest di questa piazza sorge una chiesa, anch’essa dedicata a San Francesco, fondata dallo stesso Santo poco dopo il 1213, grazie all’entusiasmo e al sostegno degli abitanti e del loro vescovo: Ugolino.
Intimo amico di San Francesco, il vescovo Ugolino lo invitò quell’anno a predicare a Narni. Le prediche e i miracoli del Santo apportarono dei frutti spirituali così abbondanti che i cittadini, profondamente legati a lui, sostennero generosamente l’istituzione di un convento del suo Ordine nella città.

Gli archivi storici riportano che visitarono questo convento anche Sant’Antonio da Padova, San Bernardino da Siena e il beato Pietro Arietense.

San Francesco compì diversi miracoli a Narni, quattro dei quali sono impressi nella memoria storica: su richiesta del vescovo, egli guarì un paralitico facendo il segno della croce; restituì la vista ad una donna cieca; cacciò un demonio da un’altra donna e benedisse una donna incinta i cui figli precedenti erano morti poco dopo la nascita, assicurando la sopravvivenza e la prosperità del suo prossimo figlio.

Aggirando l’esterno della chiesa, i visitatori scoprono degli elementi architettonici gotici del XV secolo – mura, strette finestre e un portale che riflette lo stile interno della galleria e della cappella di San Francesco.
Questi elementi sono realizzati in pietra locale accuratamente tagliata e levigata. Il portale d’ingresso, sebbene modesto, presenta una raffinata eleganza con i suoi archi concentrici ornati da mensole, piccole colonne e rosoni, fiancheggiati dai tradizionali leoni, dei quali ne rimane uno solo gravemente danneggiato.
Al di sopra del portale vi è una nicchia, per metà antica e per metà moderna, che contiene un dipinto del XVIII secolo della Madonna di Loreto.

La chiesa, come la sua cappella, ha vissuto grandi traversie.
Durante l’occupazione francese fu soppressa e trasformata in scuderia e alloggi militari per i soldati di passaggio.
Più tardi, fu ceduta al cavaliere Paolo Eroli, il cui palazzo è adiacente all’edificio, e utilizzata come deposito di legname. Col senno di poi, si trattò di una fortuna, se fosse stata abbandonata ai soldati, la struttura avrebbe potuto non sopravvivere.
Infine, i figli di Eroli: Silvio e Pietro, ripristinarono il collegamento con la chiesa.
Dopo i lavori di pulizia e di restauro, la cappella fu riaperta al culto pubblico dalla Confraternita della Misericordia.

Questa chiesa, un tempo straordinaria, era riccamente decorata per ispirare l’ammirazione e la fervente preghiera a Dio Onnipotente.
Oggi, purtroppo, è crudelmente spoglia della sua antica bellezza a causa della negligenza. Tuttavia, nonostante queste perdite, sono sopravvissuti alcuni affreschi, a dimostrazione della sua resistenza al tempo, alle intemperie e all’incuria, grande nemica della bellezza.
Questi affreschi rimangono visibili e offrono ai visitatori uno scorcio dell’antico splendore della chiesa.




Interno della chiesa di Narni


Il restauro della chiesa non necessita né di approfonditi test archeologici né di ricerche d’archivio: gli affreschi sopravvissuti, con i loro motivi e i loro colori, offrono una guida chiara per ridare all’edificio il suo antico splendore. 

Questo elemento è risaltato nella Festa del Sacro Cuore del 2025, quando otto Suore hanno pronunciato i loro primi voti nella Congregazione delle Suore della Consolazione del Sacro Cuore, e altre dodici hanno preso l’abito in questa stessa chiesa.

La cerimonia è stata magnifica, ricca di tradizioni e di dettagli intricati padroneggia dagli italiani. Tra le Suore vi erano americane, indiane, Cambogiane, Francesi, Tedesche, Australiane, Keniane, Canadesi e Svizzere.
E’ stata veramente una cerimonia internazionale. Dopo tutto noi siamo cattolici e questo nome dice tutto.

Benché molte Suore non si capissero e la gran parte non parlasse l’italiano, in questa città così italiana, tutte hanno potuto seguire la Messa, ricevere la Comunione e apprezzare la bellezza della liturgia.
Il che dimostra ancora una volta il magnifico tesoro che possediamo.

Al pari degli imperituri affreschi, questa cerimonia non è una reliquia di un passato glorioso, ma un modello per il futuro restauro di questo spazio sacro.

Non siamo alla fine di un’era, ma all’alba di un’era nuova. Il rinnovamento si avvicina, promettendo di essere altrettanto glorioso di prima, se non di più.
La chiave sta nella fedeltà, nel rispetto della tradizione e nella resistenza alla corruzione e all’incuria che minacciano tutto ciò che è sacro.

E per tutto questo, Grazie Monsignore! Ci avete mostrato cosa bisogna fare e come farlo.
Che noi si possa rimanere fedeli a ciò che ci avete donato e trasmetterlo alla prossima generazione!







 
luglio 2025
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