L'Anticristo

nella S. Scrittura e nella Tradizione

secondo Mauro Stenico


Presentazione di  Don Curzio Nitoglia


Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/








INTRODUZIONE

Nel 2023 è uscito un libro molto interessante, intitolato L’Anticristo. Considerazioni e ipotesi, a cura di Mauro Stenico, con una bella prefazione di Matteo Taufer, edito in selfpublishing per la Youcanprint di Lecce. 

Cercherò di riassumere l’essenziale di questo lavoro, ben documentato e di porgerlo al lettore, affinché possa conoscerne almeno un sunto e poi andare, anche, a studiare l’originale (1).

L’Autore ha registrato pure una decina di videoconferenze su You Tube su questo medesimo tema, basta cliccare “Anticristo, Mauro Stenico”.


MATTEO TAUFER – INTRODUZIONE

Il professor Matteo Taufer ritiene che l’Anticristo finale sarà:

“Il massimo ingannatore di tutta la storia. Non un manifesto nemico del Cristianesimo e persecutore dichiarato dei fedeli di Cristo; bensì un falso profeta che falsamente si proclamerà il Cristo nel suo secondo avvento sulla terra. Sarà, proprio lui, l’Anticristo per eccellenza” (p. 9).


ANTICRISTI INIZIALI E ANTICRISTO FINALE


L’Anticristo finale, sarà molto diverso “per doti fuori dall’ordinario e per l’estensione universale del suo perfido agire, dallo stuolo degli anticristi iniziali e insidiosi pseudoprofeti […]. A tali figure fa riferimento san Giovanni (I Ep., II, 18-22; IV, 3) dove precisa che i molti anticristi iniziali sono quanti negano il Padre e il Figlio, e dunque negano Gesù come Messia. Ma, questi non sono ancora l’Anticristo dei tempi finali, bensì suoi precursori” (p. 10).

Gli anticristi iniziali sono “figure minori (rispetto all’Anticristo finale), e tuttavia perniciose di traviatori” (ivi).

Infatti, gli anticristi, che insanguineranno la storia, saranno negatori espliciti e brutali di Cristo, che sconfessano l’Incarnazione del Verbo e di conseguenza la SS. Trinità. Mentre l’Anticristo finale, che s’insedierà nel Luogo santo per eccellenza, non si presenterà esplicitamente come negatore di Cristo, ma come Cristo stesso (Ivi); tuttavia un Cristo filantropo, al passo con i tempi, tipo Soros ...Infatti, gli anticristi, che insanguineranno la storia, saranno negatori espliciti e brutali di Cristo, che sconfessano l’Incarnazione del Verbo e di conseguenza la SS. Trinità. Mentre l’Anticristo finale, che s’insedierà nel Luogo santo per eccellenza, non si presenterà esplicitamente come negatore di Cristo, ma come Cristo stesso (Ivi); tuttavia un Cristo filantropo, al passo con i tempi, tipo Soros ...

San Paolo ricorda ai Tessalonicesi (II Thess., II, 8) che l’Anticristo sarà distrutto dal soffio della bocca del Signore Gesù e, infine, il Diavolo, la Bestia che sale dal mare o l’Anticristo e i falsi-Profeti (la Bestia che sale dalla terra) saranno gettati nello stagno di fuoco e di zolfo (Apoc., XX, 10-11).

Insomma, la divina Rivelazione ci assicura che il Diavolo, l’Anticristo finale e i falsi-Profeti saranno gettati nel Lago di fuoco e di zolfo, prima della Parusia di Gesù (Apoc., XX, 10-11). 

E qui finisce l’Introduzione del professor Taufer.


MAURO STENICO – IL SUCCO DEL LIBRO


Giustamente, secondo l’Autore del libro in questione, il Signore si serve talvolta dei suoi stessi nemici per punire chi abbia tradito la sua fiducia (p. 15).

Ciò vale anche per quanto riguarda l’Anticristo finale (cfr. A. LÉMANN, L’Anticristo, 1905, ristampa, Proceno, Effedieffe, 2014; ANGELICO ARRIGHINI, L’Anticristo, 1944, ristampa, Genova, F.lli Melita, 1988).

Egli ci dà un buon consiglio spirituale, per affrontare la prova cui saremo sottoposti poco prima della Parusia: avere il timore filiale di Dio, per non temere gli uomini e neppure l’avversario per eccellenza dell’uomo (“sperne se sperni, sperne teipsum, sperne nullum”, san Filippo Neri); ossia, l’Anticristo.

Il Libro dei Proverbi ci ammonisce: “Figliolo mio, non rigettare la disciplina di Dio / e non ti dispiaccia di essere da Lui castigato; / perché Dio castiga colui, che ama” (Prov., III, 11).

San Giovanni Evangelista nella sua Prima Epistola (II, 18-22) ci parla dell’Anticristo finale e di molti anticristi iniziali, che già erano all’opera in quel tempo in cui egli scriveva (attorno all’anno 100).

Uno dei caratteri distintivi dell’Anticristo è la negazione ostinata della divinità di Cristo. Tuttavia, attenzione! Egli non sarà apertamente un uomo diabolicamente malvagio e spaventoso d’aspetto; no! Le apparenze saranno quelle dell’agnello, mentre la realtà è quella del lupo vorace. Tuttavia, godrà dell’aiuto di Satana, di cui sarà lo strumento prediletto; inoltre, avrà una grande intelligenza, compirà anche dei prodigi per ingannare i buoni e gli ingenui.


L’Autore cita (p. 18) san Girolamo, sant’Agostino, Cassiodoro e spiega che se noi rinneghiamo il Regno individuale e sociale di Cristo, saremo puniti con la sottomissione forzata al Regno dell’Anticristo.

Tuttavia, sappiamo che l’Anticristo non è onnipotente e non potrà fare tutto il male che vorrebbe compiere. Però, purtroppo, ne farà comunque moltissimo, ma solo nella misura in cui Dio lo permetterà, non per un solo secondo di più. 

Il Signore non abbandonerà l’umanità, oramai divenuta quasi totalmente apostata, neppure sotto il Regno dell’Anticristo e darà sempre agli uomini la grazia sufficiente per fare il bene e respingere il male.Il Signore non abbandonerà l’umanità, oramai divenuta quasi totalmente apostata, neppure sotto il Regno dell’Anticristo e darà sempre agli uomini la grazia sufficiente per fare il bene e respingere il male.

Quando il Signore vorrà, gli basterà un soffio per distruggere l’Anticristo e il suo Regno malefico, allora sarà la Parusia e il Giudizio universale.

Nel Libro di Isaia si legge che quando gli Assiri avevano circondato Gerusalemme (sotto il regno di Ezechia, 700 a. C. c.ca); il Signore rivelò al re Ezechia che nessun assiro sarebbe entrato in Gerusalemme. In quella notte stessa Dio mandò un angelo sterminatore, che in un solo istante uccise 185. 000 soldati assiri (Is.,  XXXVII, 36-38). A Gaza ce ne vorrebbe una legione intera ... ma non poniamo limiti alla Provvidenza …

Insomma, anche se le forze del male sembreranno prevalere per un certo tempo, alla fine il Signore vincerà ribaltando completamente la situazione.


LA DATA DELLA VENUTA DELL’ANTICRISTO

Per quanto riguarda la data della venuta dell’Anticristo la Chiesa ha vietato formalmente di stabilire una data precisa (V Concilio Lateranense, 1512/1517, Decreto del 14 gennaio 1516).

Infatti, come insegna san Paolo (II Tess.) bisogna evitare ai fedeli ogni inutile preoccupazione, poiché “a ogni giorno basta la sua pena” (Mt., VI, 34). Specialmente oggi, in questi tempi “apocalittici”, che potrebbero sfociare in una terza guerra mondiale atomica, qualcuno è tentato di avanzare non solo delle ipotesi, ma pretende di dare con certezza il giorno, il mese e l’anno della Parusia.

Purtroppo, ho ascoltato una videoconferenza sulla ricostruzione del Tempio e la Parusia, che pur essendo sostanzialmente ben fatta; tuttavia, alla fine (rovinando tutto) sosteneva che la venuta dell’Anticristo avverrà il 3 agosto del 2025 … attenzione allo spirito protestantico e al delirio sul tipo testimone di Genova.

In realtà, vi sono parecchie video-conferenze, sostanzialmente ben fatte, ma che tirano delle conclusioni esagerate e non veritiere a partire da fatti certi e inoppugnabili (si veda per esempio, la ricostruzione del terzo Tempio di Gerusalemme …). Ora, la retta filosofia ci insegna: “Bonum ex integra causa; malum ex quocumque defectu”. Se metto una goccia di veleno in un bicchiere di vino, lo rovino; così, se infiltro una data farlocca in una conferenza ben fondata, la sfondo totalmente.

Tuttavia, è lecito avanzare - con molta prudenza - una congettura ipotetica a partire dai fatti che si osservano per arrivare, non a una certezza assoluta ma soltanto a una mera ipotesi dell’avvicinarsi della Parusia, senza pretendere di stabilire la data precisa e d’imporla agli altri.

San Paolo (I Tess., V, 1- 6) c’insegna che (già attorno all’anno 50) la comunità cristiana di Tessalonica, oggi Salonicco in Grecia, credesse imminente la Parusia.  L’Apostolo delle Genti spiega ai tessalonicesi di allora, che Dio non ha voluto rivelare all’uomo la data esatta della Parusia; tuttavia, ricorda che bisogna essere sempre pronti al Giudizio particolare e universale, perché “quando meno ce l’aspetteremo, allora verrà il Figlio dell’Uomo, come un ladro di notte”.

Nella Seconda Epistola ai Tessalonicesi (anno 51/52 circa) san Paolo spiega più dettagliatamente agli abitanti di Tessalonica, i quali ancora erano in preda all’ansia millenaristica delle prossima venuta di Cristo, che la Parusia avrebbe avuto luogo solo se fosse apparso prima il “Figlio della perdizione”, “l’avversario, che s’innalza sopra tutto ciò che è di Dio”, sino al punto di “sedersi nel Tempio di Dio, proclamandosi Dio” e la “grande Apostasia universale”. Tutto ciò sarebbe avvenuto quando “l’Ostacolo o Colui, che lo trattiene, sarà tolto di mezzo”. Tuttavia, proprio allora “il Signore-Gesù lo annichilerà col soffio della sua bocca”. L’Anticristo farà presa soprattutto su coloro, che non hanno in se stessi “l’amore per la verità” (II, 1-12), che è molto più della semplice conoscenza speculativa della verità.

Perciò, è certo che la Parusia con la fine del mondo avverrà, ma non prima della “grande Apostasia generale” e della comparsa del Regno dell’Anticristo finale.

Tuttavia, non è proibito al cristiano e all’esegeta di perscrutare i segni dei tempi (Apostasia generale, culto dell’Uomo …) per vedere se, si avvicini la Parusia.
Molti santi e grandi teologi (Eusebio da Cesarea, Tertulliano, san Cipriano, san Basilio, sant’Ambrogio, san Girolamo, san Gregorio Magno, san Bernardo di Chiaravalle, san Vincenzo Ferreri) hanno congetturato, senza pretendere di averne la certezza assoluta e di imporre agli altri la loro tesi (è questa la differenza tra il santo e il fanatico), a partire dalla corruttela del mondo in cui vivevano (dal IV al XV secolo) che la Parusia si stesse avvicinando.

Persino san Pio X nella sua prima Enciclica (E supremi apostolatu cathedra, anno 1903) riteneva che fosse possibile che l’Anticristo fosse già presente nel mondo, data la gravità dell’errore modernista che si era diffuso nell’universo e persino nelle viscere dell’ambiente ecclesiale. Tuttavia, si è guardato bene dal dare i numeri o le date precise (come fanno i Testimoni di Genova, i Protestanti fondamentalisti soprattutto statunitensi e gli esaltati religiosi in genere) della Parusia.


IL KATÈKON

Poi, il dottor Stenico, passa (p. 37) a spiegare chi sia il famoso «Katèkon / Qui detineat / Colui, che lo trattiene».
L’opinione più sicura è che esso sia il potere e l’influsso pubblico e sociale che il Papato ha giocato durante la Cristianità sulla società civile; insomma, il Regno sociale di Cristo, che con la Modernità veniva sempre più perdendo peso.

La Globalizzazione e il Mondialismo attuali ci fanno pensare al futuro Regno dell’Anticristo. Già nel 1953 il filosofo tomista Joseph Pieper (1904 – 1997) vedeva tutto ciò in corso di realizzazione, proprio come san Pio X nel 1903. Perciò, se possiamo avanzare delle pure ipotesi, non dobbiamo pretendere di avere delle certezze “dando i numeri” esatti.

Poi, l’Autore - dalla pagina 40 alla pagina 47 del suo libro - ci presenta delle figure di anticristi iniziali: Antioco Epifane (215 – 164 a. C.); Erode il Grande (73 –  4 a. C.); Nerone (37 – 68 d. C.) …


IPOTESI SULLA PERSONALITÀ DELL’ANTICRISTO FINALE

L’Anticristo (M. STENICO, cit., p. 50 ss.) sarà un uomo e non un diavolo, anche se sarà sostenuto al massimo dal Maligno e ne sarà lo strumento privilegiato. Proprio come la Sinagoga talmudica e accecata è lo strumento prediletto del Diavolo (Giov., VIII, 44). Non sarà neppure una setta o un simbolo.

Molto probabilmente sarà ebreo (essendo l’anti-Gesù Cristo), della tribù di Dan. La sua sede sarà principalmente Gerusalemme, in cui Cristo è stato ucciso (ponendo fine alla Vecchia Alleanza, oramai revocatissima), ma anche Roma (la città santa della Nuova Alleanza) che, avendo ceduto al modernismo e al culto dell’uomo con il Concilio Vaticano II e con la svolta antropocentrica della nouvelle théologie, è diventata una falsa neo-Roma, appendice di Tel Aviv.

Infatti, uno dei caratteri predominanti dell’«Uomo della perdizione» sarà l’amor proprio, il culto della sua personalità e del suo “Io”, proprio come Satana che volle essere simile a Dio (cfr. S. TOMMASO D’AQUINO, S. Th., I, q. 63, a. 3; Is., XIV, 10-18).


L’ANTICRISTO SI PRESENTERÀ COME UN “FILANTROPO”


Egli sarà un grande ingannatore, che inizialmente susciterà l’ammirazione di quasi tutti gli uomini (cfr. V. SOLOVIEV, L’avvento dell’Anticristo, Monza, Tipografia Sociale, 1951).

L’Anticristo cercherà di ricostruire il Tempio di Gerusalemme distrutto da Tito e Vespasiano nel 70 d. C. (come fece Giuliano l’Apostata nel 362 d. C.), probabilmente con i finanziamenti del Rotary, dei Lions e dello Stato d’Israele, ma secondo la maggior parte dei Padri non riuscirà a portare a termine la sua opera.

Egli farà prodigi e non miracoli (l’Autore a pagina 61 del suo libro spiega bene, chiaramente e con semplicità la differenza tra questi due fenomeni).


IL REGNO DELL’ANTICRISTO FINALE

A pagina 67 il dottor Stenico affronta la questione del Regno dell’«Uomo della perdizione».

Esso avrà un’estensione mondiale (p. 69), tranne rarissime eccezioni, che potranno sottrarsi alla “Bestia del mare”.

Inoltre, ci spiega che Papa Leone XIII (1879 – 1903) in un’Allocuzione pronunziata al Concistoro del 30 giugno 1889 “temeva che fossero in corso proprio a Roma [occupata dai massonissimi Savoia, ndr] i preparativi per l’avvento del Regno anticristico”, diretti da Satana e dalla massoneria.

Tale regno durerà tre anni e mezzo Daniele (VII, 25); 42 mesi (Apoc., XIII, 5), 1290 giorni (Daniele, XII, 11-12), come si legge nella sacra Scrittura.


LA GRANDE APOSTASIA

Tranne un piccolo resto di resistenti, purtroppo, l’Apostasia sarà universale (p. 78).

La grande apostasia, infatti, consisterà nell’adorazione idolatrica della Bestia, come se fosse Dio, come ci rivela l’Apocalisse (XIII, 1- 4) e come aveva predetto Ezechiele il profeta (620 – 570 a. C. c.ca), che descrive una visione tremenda: all’ingresso interno del Tempio egli scorge l’idolo della gelosia, la statua della dea pagana Astarte. In un muro, poi vede un affresco di rettili e ben 70 anziani (la classe dirigente d’Israele) li incensavano (come ha fatto Bergoglio con la Pachamama, il 4 ottobre del 2019). Poi, nel lato settentrionale del Tempio il profeta scorge un gruppo di vergini consacrate che piangono Adone, il “dio” dell’amore. Infine, alla porta del Tempio, tra il vestibolo e l’altare, vede 25 uomini, che danno la schiena al Tempio (come nella nuova Messa montiniana) intenti ad adorare il sole nascente. Essi rappresentano il popolo d’Israele.

Insomma, tutti apostatano: sacerdoti, governanti, semplici cittadini. Tuttavia, la responsabilità maggiore di quest’Apostasia è attribuita ai Pastori, che non hanno vigilato sul loro gregge. Ezechiele li qualifica come:

“Pastori sciagurati, che pascevano se stessi e non pascevano il mio gregge. Le mie pecore si sbrancarono per mancanza di Pastori e divennero preda delle fiere” (Ez., XXXIV, 2-6).

Stenico spiega ancora che “il messaggio dell’Anticristo tranquillizzerà i peccatori, poiché eliminerà la nozione stessa del peccato e propugnerà un falso cristianesimo, puramente spirituale, un nuovo ‘vangelo’, che san Paolo scrisse di avere in abominio, fosse anche stato predicato da un angelo del cielo” (Gal., I, 6-10).


IL CASTIGO DI DIO

Inoltre, Ezechiele preannunzia anche il castigo di Dio. Infatti, parla di sei uomini armati, accompagnati da un uomo in veste di lino, che segna la fronte dei pochi rimasti fedeli al vero Dio. I non-segnati sono massacrati dai sei uomini armati: nessun apostata viene risparmiato (Ez., IX, 4-6).

Infine, occorre che la diffusione universale del Vangelo preceda la Parusia, di modo che l’umanità abbia avuto la possibilità di convertirsi a Cristo avendo ricevuto l’evangelizzazione.


LA SCONFITTA DEFINITIVA DELL’ANTICRISTO

La guerra è vinta, anche se, numerose battaglie sono state perse: si pensi all’umiliante sconfitta di Gesù, dall’Orto del Getsemani al Calvario, seguita però dalla Risurrezione (p. 82).

L’Autore insiste giustamente sulla persistenza e indefettibilità della Chiesa, nonostante le terribili persecuzioni che essa ha subìto dall’era apostolica al Regno dell’Anticristo.
 
Nonostante la grande Apostasia finale “rimarranno ancora tracce della Gerarchia, dei Sacramenti e specialmente della Messa, che non cesserà, ma non potrà essere celebrata in pubblico” (p. 82).


RITORNO DI ENOCH ED ELIA

Mauro Stenico accenna anche al ritorno di Enoch (Ebr., XI, 5; Ecclesiastico, XLIV, 16) ed Elia (IV Re, II, 12; Ecclesiastico, XLVIII, 9 e 13), i due testimoni presentatici dall’Apocalisse di Giovanni (XI, 3 ss.), che verranno (secondo l’ipotesi più probabile dei Padri ecclesiastici) a combattere contro l’Anticristo.

Conclude, infine, l’Autore: «Dunque è possibile che essi tornino ai tempi dell’Anticristo; essi profeteranno per 1260 giorni (la durata del Regno dell’Anticristo meno un mese), ma terminato questo tempo, la Bestia che sale dal mare (Anticristo) li ucciderà e i loro cadaveri verranno esposti a monito di tutti, senza sepoltura, però dopo tre giorni e mezzo di esposizione nella piazza della grande città (Gerusalemme), essi risorgeranno e ascenderanno al cielo; quinci seguirà un gran terremoto (Apoc., XI, 11)» (p. 84).

Tuttavia, Cristo tornerà glorioso e trionfante, schiaccerà i re apostati, il Dragone (Satana), l’Anticristo, i falsi profeti e li getterà “nell’abisso di fuoco” (Apoc., XX, 2-3).

Sic transit gloria mundi”. “Stat beata Trinitas, dum volvitur orbis”.

 


NOTA

1 - Il libro può essere richiesto a info@youcanprint.it , costa  20 euro e conta 95 pagine.




 
luglio 2025
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