Germania:

Un sacerdote di Fulda rompe con la sua diocesi



di Fraternità San Pio X






Don Winfried Abel, sacerdote di Fulda, Germania



Don Winfried Abel, di 86 anni, ha occupato diversi posti nella diocesi di Fulda, di dove è originario, fin dalla sua ordinazione nel marzo 1964. Si è ritirato nel 2014, ma ha proseguito una importante attività, in particolare nei media: come Radio Horeb, Radio Maria Austria, ETWN e H-TV.
Egli è molto popolare tra i cattolici germanofoni.

In una lettera aperta indirizzata al Vicario Generale, Martin Stanke, ha comunicato che smette di identificarsi come «sacerdote della diocesi di Fulda».

Questa lettera aperta merita di essere citata integralmente, per la forza che emana e per le critiche circostanziate dell’attuale situazione nella diocesi di Fulda.
Ma le altre diocesi tedesche sono più o meno nella stessa situazione.

«Che il Nome di Gesù sia la vostra salvezza!». E’ con queste parole che San Nicolas di Flüe, nella cui patria ho avuto il privilegio di passare alcuni giorni di riposo, accoglieva abitualmente i suoi visitatori. Questo Santo Patrono della Svizzera, roccia della fede, che viene anche definito l’ultimo mistico del Medio Evo, divide ancora oggi gli animi. Perché egli pose «di persona» una domanda viva alla Chiesa, che io vorrei formulare così riferendomi a voi e alla direzione della diocesi:
«Cos’è che distingue la Chiesa di Fulda dalla società laica?».

Durante le mie vacanze in Svizzera, ho saputo della novità del prossimo Christopher Street Day a Fulda, per il quale voi avete redatto un messaggio di benvenuto come Vicario Generale, certamente con l’accordo del vostro Vescovo, e che avete pubblicato sul sito web della diocesi.

Voi così avete voluto manifestare la vostra stima per le persone «queer». Tuttavia, questa parola mi ha fatto passare due notti insonni. Forse voi sapete che la parola inglese «queer» significa anche «non del tutto normale!».
Io mi chiedo: chi è non del tutto normale qui?

Se voi accogliete favorevolmente una «parata dell’orgoglio», allora, come dottore in teologia, dovreste essere sensibile alla parola «orgoglio». L’«orgoglio» è all’origine della storia dell’umanità: esso ha innescato la catastrofe che noi chiamiamo peccato originale, poiché l’uomo si è opposto a Dio con il suo orgoglio e la sua arroganza e ha rotto la sua amicizia con Dio.
La prima «parata dell’orgoglio» fu, come si sa, l’espulsione dell’uomo dal Paradiso. Dio ha opposto a questo «esodo» un secondo esodo, guidato da Gesù, il nuovo Mosè.

Gesù non ha mai attribuito il peccato a «cause sistemiche», ma all’abuso della libertà e alla disobbedienza ai comandamenti di Dio.
Io trovo tragico e rivelatore che, dopo la pubblicazione dello studio sugli abusi [dei minori], che peraltro non ha rivelato alcunché di nuovo, la direzione della nostra diocesi si dica «inorridita» e «profondamente toccata», pur accogliendo e approvando le cose che causano e favoriscono proprio questi abusi e cioè le derive morali della nostra società!
Volete quindi scacciare il Diavolo con Belzebù?

Nel primo capitolo della Sacra Scrittura (Genesi 1, 27) è chiaramente enunciata una verità fondamentale sulla natura dell’essere umano: «Dio creò l’essere umano uomo e donna» (maschio e femmina) e non «uomo/donna/non binario», come è detto in tutte le offerte di lavoro della nostra Chiesa, soggetta alle direttive dello Stato e alle cosiddette «scoperte delle scienze umane».

La differenza tra i sessi, condizione previa per l’unità e la fecondità, fa parte integrante dell’immagine di Dio nell’uomo!
Dobbiamo forse permettere alle moderne «scienze umane» di spiegarci un ordine della creazione che contraddice apertamente la Rivelazione divina?

Esattamente due giorni dopo la morte di Papa Francesco, la Conferenza Episcopale tedesca e il «ZdK» (Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi) hanno ritenuto che la vacanza della Sede pontificia fosse il momento opportuno per pubblicare la Guida per i Pastori che celebrano le benedizioni per le coppie che si amano.
Per riprendere le parole di Peter Winnemöller, questa pubblicazione testimonia «una mancanza di tatto, una irriverenza e perfino una sfacciata insolenza». Personalmente non trovo altre parole per descriverla.

Io sono davvero profondamente turbato che la «mia» Chiesa cattolica in questo paese, che servo da 61 anni, sia caduta così in basso che perfino i vescovi non fanno più distinzione tra amore sessuale, erotico, amicale e divino – sexus, eros, philia, agape – ma approvano e benedicono senza distinzione tutto ciò che rientra nel concetto di «amore»!

Io ripropongo la mia domanda: «Cos’è che distingue la Chiesa di Fulda dalla società laica?».

Gesù una volta inviò i suoi discepoli dicendo loro: «Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi» (Mt. 10, 16). La maggioranza (!) dei nostri Pastori, che temono l’opinione pubblica più della morte per arma da fuoco, interpretano le parole di Gesù nel senso che dobbiamo ululare con i lupi.
Essi riprendono gli slogan che fanno riferimento alle nuove scoperte scientifiche e propugnano una diversità che non è altro che l’arbitrio.

Santa Ildegarda di Bingen descrive questo comportamento in questi termini: «L’uomo è un ribelle, egli fa a pezzi il Creatore nella moltitudine delle Sue creature!».
Questa diversità tanto decantata trova la sua origine nel germe del peccato, cioè nella disobbedienza dell’uomo che oppone la creazione di Dio alla sua contro-creazione fatta con le sue stesse mani.

Ne deriva un altro dilemma: la maggioranza dei nostri vescovi non conosce più la differenza fra benedizione e maledizione.
Nel suo libro Il grande divorzio il celebre autore irlandese C. S. Lewis ha scritto una frase memorabile: «Alla fine, solo due gruppi di uomini starà di fronte a Dio: quelli che diranno a Dio “sia fatta la Tua volontà” e quelli ai quali Dio dirà “sia fatta la tua volontà”».

Al primo gruppo appartengono i benedetti: «Venite, benedetti dal Padre mio…» (Mt. 25, 34).
Al secondo gruppo appartengono i maledetti, ai quali Dio permette il loro progetto di vita, ma che né «approva» né «benedice»!
Quelli che hanno scelto la propria strada vanno alla loro perdizione. Chiunque comprenda qualcosa del discernimento degli spiriti riconoscerà immediatamente che la «mano tesa» dei vescovi non è una benedizione, ma una maledizione.

E’ per questo che io vi chiedo: la Chiesa può «riconoscere con stima» o benedire una decisione umana che è chiaramente rivolta contro Dio e l’ordine della Sua creazione?

Se un alcolista chiede una benedizione, desidera essere liberato dalla sua dipendenza, non che sia benedetto il suo alcolismo.

Ma se una coppia omosessuale chiede alla Chiesa di essere benedetta per confermare il proprio modo di vita, la Chiesa deve rifiutare tale benedizione!
Una Chiesa che si piega allo spirito dei tempi finisce col non essere più presa sul serio da nessuno.
Quelli che qui invocano Fiducia supplicans o pretendono che la Bibbia non contenga alcun avvertimento sul tema dell’«omosessualità», interpretano la parola di Dio in maniera ideologica e realizzano così un magistero loro proprio.

Giovanni Battista avrebbe potuto salvare la sua testa se avesse benedetto il secondo matrimonio di Re Erode?
Il colto umanista e Lord Cancelliere San Tommaso Moro avrebbe potuto salvare la propria vita se avesse approvato i sei adulterii del suo Re Enrico VIII? Questi martiri della Chiesa erano forse tutti folli o ignoranti?

E noi, sacerdoti della diocesi di Fulda, dobbiamo benedire l’adulterio e le relazioni disordinate delle persone, di fronte a tanti fedeli cristiani – si pensi anche ai Martiri dell’Uganda! – che hanno dato la loro vita per l’ordine di Dio e l’indissolubilità del matrimonio?
Non ci prendiamo gioco della loro sanguinosa testimonianza quando noi guidiamo la marcia della follia scatenata?

In un comunicato stampa recentemente pubblicato dalla nostra diocesi si legge: «Si stanno diffondendo in tutta la nostra diocesi sempre più offerte per le persone di tutti sessi. Ad esempio, sono disponibili dei Pastori per benedire le coppie non sposate in chiesa. Il KHG (Associazione degli studenti cattolici) di Marburgo e la KjG [organizzazione della giovinezza cattolica] di Fulda propongono dei servizi religiosi per i cattolici queer…».

Ecco dunque il lavoro moderno della giovinezza cristiana! … E poi vi chiedete ancora perché il Seminario di Fulda è vuoto?

Io vi posso dare la risposta: i giovani presi dall’ideale non sceglieranno mai più il sacerdozio a Fulda, poiché non riescono più a riconoscere ciò che fa la differenza.
Pensate seriamente che la carenza di sacerdoti sia dovuta alla mancanza di «equilibrio tra la vita professionale e la vita privata (vescovo Gerber) nella vita quotidiana dei sacerdoti?
Questo anglicismo è tratto dal linguaggio secolare.
Se così fosse, sarebbe piuttosto dovuto alla mancanza di equilibrio fra l’amicizia coltivata con Dio e il lavoro quotidiano (tra lavoro e preghiera).

Rispondo quindi alla mia domanda: «Cos’è che distingue la Chiesa di Fulda dalla società laica?».

Oggi vorrei gridare ai pochi fedeli rimasti: «Popolo, ascoltate i segnali!» i sintomi del declino morale della Chiesa della nostra diocesi sono evidenti e innegabili.
Quando per la festa di San Bonifacio, la bandiera arcobaleno sfila incontrastata nella piazza della Cattedrale, la chiesa del nostro Padre Spirituale Bonifacio serve quasi esclusivamente da utile sfondo per i concerti rumorosi e incolti nella piazza della Cattedrale.

Numerose celebrazioni eucaristiche non sono altro che uno sfondo per degli spettacoli applauditissimi e per intrattenimenti a buon mercato.

In una lettera ad un confratello che durante il carnevale ha pronunciato un discorso primitivo e senza elevazione, invece di un sermone per una Messa in costume, ho scritto: «Con la tua proclamazione hai commesso un peccato!».

In aperta disobbedienza al Papa, tutte le diocesi tedesche celebrano il Giorno di Giunia (che le femministe pretendono fosse una apostola) e reclamano l’ordinazione delle donne «attesa da lungo tempo».
I bambini dei genitori non credenti sono battezzati, anche se si sa che questo li condanna più tardi ad abbandonare la Chiesa.
Nei sermoni superficiali, il Nome di Dio è ancora pronunciato, ma quasi unicamente nel contesto di una migliore coesistenza umana e di una terra abitabile. Il Cielo non è più aperto …

San Nicolas di Flüe, menzionato all’inizio di questo articolo, ricevette un giorno un giovane che voleva mettere la sua vita al servizio di Dio. Il celebre eremita gli rispose: «Se vuoi servire Dio non devi preoccuparti di nessuno». Con questo egli voleva dire: «Non conformarti a questo mondo! Non cercare gli applausi della folla e non preoccuparti dei gusti del pubblico! Segui con coraggio il cammino che Dio ha tracciato per te!».

In conclusione: io non desidero più essere sacerdote di questa diocesi.
In futuro non mi qualificherò più «sacerdote della diocesi di Fulda», ma «sacerdote della Chiesa Cattolica Romana», perché ritengo che il ministero petrino, la cui sede è a Roma, è il garante di una Chiesa a cui si applica sempre la promessa di Gesù: «Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa». Questo non è più garantito dalla Chiesa di Fulda.

Una copia di questa lettera è stata inviata a Mons. Gerber, al vescovo ausiliare Mons. Diez e a tutti i decani.

 

 
luglio 2025
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