La necessità dello scandalo


di  Don Pierre-Marie Laurençon, FSSPX



Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X

La Porte Latine







Portale della Cattedrale di Chartres


Tra i passi sorprendenti del Vangelo, si cita spesso questa affermazione di Nostro Signore: «E’ necessario che lo scandalo avvenga, ma guai a colui per colpa del quale avviene lo scandalo» (Mt. 18, 7)

Alla parola “scandalo” si può dare la definizione riportata dal dizionario: «fatto immorale, ingiusto e rivoltante», aggiungendo quello che riporta il Catechismo: «che dà al prossimo una occasione di rovina spirituale».
In realtà, lo scandalo è uno dei casi particolari che si incontra parlando della tanto difficile questione del male, in cui alcuni credono di cogliere in fallo la Provvidenza perché sembra permettere sia l’atto in sé sia le sue conseguenze.

Una prima risposta la sia può trarre considerando in che modo questo male è «necessario», sia nel senso che lo scandalo è inevitabile sia nel senso che può persino essere utile.



La trascendenza di Dio nella sua azione come nella sua natura

A proposito del male che Dio permette, ma senza volerlo, Sant’Agostino sottolinea innanzi tutto che il cristiano deve adorare il mistero di Dio sia nel Suo agire sia nel Suo essere.
L’uomo non deve esigere da Dio spiegazioni né giustificazioni quando ci sorprende col Suo modo provvidenziale di governo così come quando ci obbliga a riconoserLo nella Trinità delle Sue Persone. Se dunque l’uomo non ha il diritto di cercare il «perché?» dei misteri divini, cioè la loro spiegazione che lo supera infinitamente, per contro l’uomo è invitato a scoprire il «per cosa?» di questi stessi misteri, cioè la loro finalità che lo incoraggia nel perseguimento della sua salvezza.

Dopo questo chiarimento, trattiamo adesso della necessità stessa dello scandalo, ispirandoci ad autorità riconosciute che ci servono da guide su un argomento così arduo!



1) Per amore, Dio rispetta le libertà create

In una delle sue opere (Teologia della storia), il Padre Calmel presenta così la difficoltà: «Una volta divinamente compiuta l’opera della Redenzione, era forse conveniente che il Supremo Amore e la Croce di Cristo facessero durare la storia (dell’umanità) in queste condizioni crudeli e pericolose in cui il peccato è sempre all’opera?».
La dottrina della Fede, dei Padri e dei teologo dà sempre la stessa risposta a questa domanda: se Dio avesse soppresso il male, Egli avrebbe nello stesso tempo tolto la libertà alle sue creature spirituali che così avrebbero potuto essere salvate infallibilmente ma senza dovere scegliere o meritare.
«Ora, è un’opera d’amore da parte del Creatore onorare la libertà che Egli ha creato dandogli la possibilità di determinarsi con l’aiuto della grazia, con tutti i rischi che questo comporta… (permettendo che accada lo scandalo, si tratta da parte di Dio di un amore che vuole essere amato liberamente dalla Sua creatura, col rischio di essere disprezzato e tradito».


2) Per amore, Dio ha voluto che la Chiesa si conformasse alla Passione di Cristo

Nella stessa opera, il Padre Calmel solleva un’altra domanda: «Come spiegare una condizione così penosa della Chiesa: benché essa sia santa e senza peccato, non solo la Chiesa è reclutata tra peccatori, ma vede anche molti dei suoi figli commettere peccati gravissimi. La risposta suprema mi sembra questa: conviene all’amore di Dio volere che la Chiesa sia santa conformemente a Gesù Cristo e dunque che sia santa attraverso prove di ogni genere, non solo le persecuzioni dall’esterno, ma anche dall’interno i tradimenti dei fedeli e dei prelati che sono tiepidi o malvagi … le sconvolgenti vicissitudini di questa (situazione della Chiesa) non sono uno scandalo per la nostra fede nell’amore, perché noi siamo sicuri che Satana è vinto in partenza … e perché Cristo fa durare i secoli per farci partecipare alla Sua vittoria facendoci partecipare innanzi tutto alla Sua Passione».

Sfortunatamente, questa seconda spiegazione del Padre Calmel è fin troppo in linea con l’attualità, che rivela le turpitudini di coloro che (financo tra noi) profanano il loro sacerdozio e la loro consacrazione a Dio abusando in modo odioso dei giovani.
Si può trovare qui di che consolare e confortare le addolorate vittime di tali misfatti, ovviamente presentando loro l’argomento in modo opportuno e ben adattato ai casi particolari.


3) Per amore, Dio vuole: da un lato il merito e la gloria per i giusti e dall’altro la conversione e la salvezza per i peccatori.

San Giovanni Crisostomo porta un prezioso chiarimento sulla necessità degli scandali, mostrando la loro utilità innanzi tutto per la ricompensa dei buoni: «Questo è ciò che Dio mostrò parlando con Giobbe e dicendogli “Pensi forse che io abbia agito con te per altro motivo se non per fare apparire la tua giustizia?”». Anche Paolo dice: “Bisogna che vi siano delle scissioni (scismi) affinché coloro la cui virtù è stata provata siano rivelati tra voi … perché la virtù di coloro che non si saranno lasciati sviare appaia più evidente».
Ma il nostro stesso autore prosegue: «Inoltre, i malvagi sono stati lasciati liberi di agire per un altro motivo: perché non fossero privati dell’utilità derivante dalla loro conversione se prima fossero stati ridotti all’impotenza. E’ così che Paolo fu salvato, come anche il ladrone, la cortigiana, il pubblicano e molti altri. Se fossero stati tolti dalla terra prima di convertirsi, nessuno di essi sarebbe stato salvato».

Tuttavia, quando scopriamo la sventura delle vittime di certi scandali, difficilmente resistiamo all’indignazione che ci fa sospirare e chiedere l’immediato castigo dei predatori: indubbiamente l’autorità interessata ha il dovere imperativo di fare di tutto per impedire essi ci riprovino; ma non è forse opportuno moderare questi moti di vendetta ricordando la scena in cui Gesù ha detto: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra” (Gv. 8, 7)?

Adoratori della Santa Provvidenza, ne siamo anche i difensori seguendo ancora il nostro caro San Giovanni Crisostomo che proclamava con la più grande sicurezza: «Mai Dio permetterebbe il male se non ne traesse un bene più grande».





 
agosto 2025
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