![]() |
![]() |
La devozione di Leone XIV alla Beata Vergine Maria ![]() Questa sensibilità del Papa proviene anche dalla sua intima formazione agostiniana, dettata, quindi, dalla mariologia del Vescovo d’Ippona non solo conosciuta, ma spiritualmente elaborata e interiorizzata. Il 15 di agosto viene celebrata la solennità di Maria Assunta in Cielo e attendiamo le parole del Pontefice su questo dogma di fede, che racchiude l’eccezionalità della natura divinizzata della Madonna, preservata dal peccato originale, quindi dalla corruzione dell’anima (il peccato, anche veniale) come del corpo (rimasto integro e salito al Cielo). Da sempre unito all’amore per la Vergine Maria, durante la malattia terminale di Papa Francesco, il cardinale Prevost, allora Prefetto del Dicastero per i Vescovi, aveva già guidato una preghiera pubblica in piazza San Pietro con la recita del Rosario e delle Litanie Lauretane, davanti all’immagine di “Maria Madre della Chiesa”. Il neo Pontefice, per volontà provvidenziale, è salito al Soglio di San Pietro sotto il segno di Maria Santissima, l’8 maggio, che è il giorno in cui l’Ordine agostiniano la celebra, fin dal XIII secolo, con il titolo di Madonna delle Grazie; ma è anche il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, che Leone XIV ha ricordato nel suo primo discorso di ingresso come Pontefice al momento dell’affaccio da San Pietro e, prima della benedizione urbi et orbi, affidando il suo ministero e tutta la Chiesa all’intercessione di Maria: «La nostra Madre Maria vuole sempre camminare al nostro fianco… Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo, e chiediamo a Maria, nostra Madre, questa grazia speciale». Vergine, Madre di Dio, Corredentrice del genere umano con il Figlio la Madonna, secondo la tradizione della Chiesa, è protagonista nella Storia della Salvezza. Ella è Madre del Verbo, ma è anche modello della Chiesa, in grado di intercedere attivamente al cospetto di Dio in favore delle anime in terra e per il loro destino eterno. Secondo Sant’Agostino, la maternità e la verginità della Madonna sono mirabilmente unite per professare nella fede la realtà che Cristo è vero uomo e divinamente è stato concepito perché vero Dio. Il Padre e Dottore della Chiesa disse in una omelia di Natale: «Questo giorno per noi venne reso sacro non dall’astro solare che vediamo, ma dal Suo Creatore invisibile quando, divenuto visibile per noi, Lo partorì la Vergine Madre, feconda pur rimanendo integra, anche Lei creata dal Creatore invisibile. Vergine nel concepirLo, vergine nel generarLo, vergine nel portarLo in grembo, vergine dopo averLo partorito, vergine per sempre. Perché ti meravigli di questo, uomo? Era conveniente che nascesse così Dio, quando si degnò di diventare uomo» (Sermone 186, 1). Al suo primo Regina Coeli, l’11 maggio scorso, Leone XIV ha invocato la Madonna, descrivendola come colei che «ci accompagna nel seguire Gesù», per poi concludere cantando in prima persona e con solennità la preghiera con cui i fedeli chiedono alla madre del Risorto di intercedere per loro presso Dio. Leone XIV ha chiaramente fatto intendere di aver posto la sua missione sotto la protezione e intercessione di Maria Vergine, Madre della Chiesa, anche durante la sua omelia del 25 maggio scorso, durante la santa Messa celebrata nella Basilica di San Giovanni in Laterano per l’insediamento sulla Cathedra Romana. Inoltre, nel suo primo sabato, giorno tradizionalmente dedicato a Maria Santissima, ha visitato il Santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, in provincia di Roma, amministrato dagli Agostiniani e, in questo luogo venerato anche da Leone XIII, il Papa che istituì la festa della Regina del Santissimo Rosario nel 1883, ha guidato la preghiera composta da Giovanni Paolo II alla Madre del Buon Consiglio, esortando tutti quanti con queste parole: «Come la Madre non abbandona mai i suoi figli, anche voi siate fedeli alla Madre». Nello stesso giorno si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore, pregando davanti alla statua dell’Ave Regina Pacis. La tradizione attribuisce l’introduzione del titolo mariano di Mater Boni Consilii a Papa Marco, che evangelizzò il territorio di Genazzano nel IV secolo, città in cui Papa Sisto III, nel V secolo, dedicò una chiesa a Maria Mater Boni Consilii, che fu affidata ai Frati eremitani di Sant’Agostino. Proprio da Genazzano giunsero i finanziamenti per la erezione della Basilica di Santa Maria Maggiore (eretta per volere di Maria Santissima, apparsa in sogno a Papa Liberio, il quale segnò all’Esquilino, il più alto ed esteso dei sette colli romani, il perimetro del sacro edificio nella neve, miracolosamente caduta il 5 di agosto), edificata durante il pontificato di Liberio nel IV secolo, solennizzando così la divina maternità della Madonna, da poco riconosciuta ufficialmente dal Concilio di Efeso, nel 431. Il 25 aprile 1467, festa di San Marco, su una parete della chiesa mariana di Genazzano apparve, miracolosamente sospeso su di un sottilissimo strato di intonaco, un dipinto raffigurante la Vergine con il Bambino Gesù. L’immagine, venerata con il titolo di Madre del Buon Consiglio, divenne subito oggetto di grande devozione popolare perché essa, secondo tradizione, venne trasportata dagli Angeli dalla cittadina di Scutari, in Albania, fino a Genazzano, per sottrarla ai turchi, i quali stavano invadendo il Paese. I monaci agostiniani, soprattutto a partire dal XVIII secolo, diffusero in Europa l’immagine e il culto della Madre del Buon Consiglio in maniera così capillare che, proprio di fronte all’effigie della Madre del Buon Consiglio presente nella chiesa del Collegio Imperiale dei gesuiti di Madrid, nel giorno dell’Assunzione, il 15 agosto 1583, San Luigi Gonzaga maturò la decisione di entrare nella Compagnia di Gesù. Oltre alla Madonna del Buon Consiglio, Leone XIV, legato alle devozioni mariane degli Agostiniani, nutre un culto speciale per la Madonna della Consolazione. Proprio alla Madre della Consolazione era intitolata una confraternita della chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna, alla quale nel 1575 il frate agostiniano Simpliciano da Linara unì la Società dei Cinturati, laici legati al suo Ordine. Gregorio XIII, il 16 giugno 1576, elevò il sodalizio ad arciconfraternita, dando al Priore generale degli Agostiniani la facoltà di aggregarvi tutte le confraternite e le società che ne avessero fatto richiesta. La tradizione vuole che l’abito agostiniano con la sua lunga cintura sia d’impronta mariana e sia legato a Santa Monica, madre di Sant’Agostino: dopo la morte del marito Patrizio, la santa chiese alla Madonna come si fosse vestita dopo la morte di San Giuseppe, fu così che Maria «le apparve poco dopo coperta di un’ampia veste che dal collo le andava ai piedi, ma di stoffa così dozzinale, di taglio così semplice, di colore oscuro che non saprebbe immaginare abito più dimesso e penitenziale. Ai lombi era stretta da una rozza cintura di pelle che scendeva fin quasi a terra, al lato sinistro della fibbia che la rinfrancava. Indi slacciandosi di propria mano la cintura, la porse a Santa Monica, raccomandandole di portarla costantemente, e di insinuare tale pratica a tutti i fedeli bramosi del suo speciale patrocinio. Il primo ad approfittarne fu il figlio Sant’Agostino» (Don Giuseppe Riva, Manuale di Filotea, Serafino Majocchi, Milano 1871). Nell’arte sacra la Madre della Consolazione è generalmente rappresentata nell’atto di consegnare una lunga cintura a Santa Monica e a Sant’Agostino; in virtù di tale attributo iconografico, la Beata Vergine è anche chiamata «Nostra Signora della Cintura» e gli Agostiniani celebrano la sua memoria la prima Domenica dopo la festa di Sant’Agostino, che cade il 28 agosto: quest’anno tali giorni liturgici saranno particolarmente speciali per il primo Pontefice agostiniano della storia. |