Francia:

un “sacerdote” massone sfida la dottrina cattolica



di Angelica La Rosa


Pubblicato su Informazione Cattolica

Ripreso dal sito Messa in Latino





Don Michael Heinrich Weninger, sacerdote austriaco massone


L’ENNESIMO SCANDALO NEL SILENZIO ASSORDANTE DEI PASTORI


Nel cuore stesso della Chiesa cattolica, in tempi in cui lo smarrimento dottrinale e la confusione morale sembrano dilagare come un morbo tenace, giunge l’ennesima ferita inflitta al Corpo Mistico di Cristo da uno dei suoi stessi ministri: il reverendo Michael Heinrich Weninger, sacerdote austriaco e già membro di spicco del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, ha tenuto una conferenza pubblica presso la Gran Loggia Nazionale di Francia (GLNF), dichiarando senza alcuna esitazione che la massoneria sarebbe compatibile con la fede cattolica.

Non pago, ha affermato con leggerezza che la semplice appartenenza a una loggia non comporterebbe più la scomunica per un cattolico.
Il tutto, vestito dell’abito talare, davanti a una platea massonica, mentre registrava il suo intervento per la diffusione mediatica.

Un atto pubblico, deliberato, studiato. Un atto di sfida.
E la domanda che sorge spontanea in ogni cuore cattolico fedele al Magistero perenne è semplice quanto grave: dove sono i pastori?

Le affermazioni di Weninger non sono solo erronee: sono eretiche, sovversive, apertamente contrarie al Magistero universale e infallibile della Chiesa. Non si tratta di un’opinione teologica opinabile, ma di una dottrina definita da numerosi Pontefici, da Clemente XII (bolla In eminenti apostolatus specula, 1738) fino a Leone XIII (Humanum genus, 1884) e ribadita in epoca recente dalla Dichiarazione sulla Massoneria della Congregazione per la Dottrina della Fede, a firma del cardinale Ratzinger e approvata da Giovanni Paolo II nel 1983.

In essa si afferma con cristallina chiarezza: «Il giudizio negativo della Chiesa nei confronti della massoneria rimane immutato, perché i suoi principi sono sempre stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa».
E ancora: «I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accostarsi alla Santa Comunione».

Dunque, non è cambiato nulla. Nulla nel diritto, nulla nella dottrina, nulla nella teologia morale. È cambiata soltanto — e drammaticamente — la vigilanza e la reazione della Gerarchia.
È cambiata la fedeltà di molti al dovere di custodire e difendere il gregge.

La massoneria — realtà multiforme ma unita nei principi — è nemica giurata della Chiesa cattolica. Essa agisce occultamente per distruggere ciò che la Chiesa difende: la Rivelazione, la Tradizione, la verità oggettiva, la Regalità Sociale di Cristo, l’ordine naturale voluto da Dio.

Il “Gran Architetto dell’Universo” dei massoni non è il Dio trinitario, personale e rivelato della fede cattolica: è una divinità anonima, sincretista, una proiezione dell’uomo che si fa dio. È la gnosi travestita da tolleranza. È il luciferismo mascherato da filantropia.

Eppure, da decenni si osservano segnali inquietanti di una progressiva infiltrazione. Weninger non è un caso isolato. Egli è semplicemente il volto visibile di una strategia.

Che abbia potuto servire per tredici anni nel cuore stesso del Vaticano, senza mai essere smentito o corretto, uno come Weninger dice molto più di mille parole. Che abbia potuto scrivere un libro apologetico a favore della “riconciliazione tra Chiesa e massoneria” (un ossimoro teologico) e inviarlo senza sanzioni al Papa regnante e al cardinale Schönborn, è già scandalo pubblico.

Ma che oggi, in pieno pontificato di Leone XIV, abbia l’audacia di dichiarare pubblicamente che “nessun cattolico massone è più scomunicato”, è una provocazione calcolata, una sfida aperta alla reazione del nuovo Successore di Pietro.

Dov’è il vescovo di Vienna, responsabile diretto del P. Weninger? Dove sono i superiori del Dicastero in cui ha servito? Dove sono i Pastori che dovrebbero proteggere il popolo cristiano da simili lupi travestiti da agnelli? Perché non è ancora stata avviata una procedura canonica, una sospensione a divinis, una pubblica smentita?

l silenzio dei vertici ecclesiastici su questo scandalo è assordante. Non si può essere neutrali di fronte a un prete che — in abito ecclesiastico — legittima pubblicamente una setta condannata, dichiarata “inconciliabile” con la fede cattolica, e ritenuta causa di peccato grave.

Il gregge si sente tradito. I fedeli semplici, i giovani seminaristi, i religiosi ferventi, le famiglie cattoliche che educano i figli nel timor di Dio, tutti guardano alla Sede di Pietro attendendo una parola chiara, una condanna esplicita, un gesto netto. Il popolo di Dio ha diritto alla verità, e ha il dovere di fuggire il lupo.

Leone XIV, che si è insediato da poco sul trono di Pietro, è di fronte a una delle prime grandi prove del suo pontificato. Egli sa, come ben sapeva San Pio X, che “l’errore non si oppone all’errore, ma si contrasta con la verità”.
Non basta più il linguaggio ambiguo, non servono le pacche sulle spalle, non bastano le esortazioni al dialogo. Questo è il tempo della spada della verità. È il tempo delle sanzioni canoniche, delle rimozioni, della chiarezza dottrinale.
È il tempo di dichiarare: “Basta! Chi è con Cristo resti, chi non lo è se ne vada”.

Un sacerdote che si proclama amico della massoneria e che ne difende pubblicamente i principi — rigettando il Magistero infallibile della Chiesa — non può restare un ministro dell’Altare. Non può continuare a consacrare, a confessare, a predicare. Deve essere sospeso e — se persevera — dimesso dallo stato clericale. Non per vendetta, ma per giustizia. Non per odio, ma per amore alla Chiesa, che è la Sposa immacolata di Cristo, non la concubina del mondo.

La dichiarazione di Weninger non è un incidente, è un sintomo. È il volto di quella “apostasia silenziosa” di cui parlava già Giovanni Paolo II.
È l’ennesimo segnale che una parte del clero ha smarrito la fede, ha tradito il mandato ricevuto, e serve altri padroni.

Ma il Signore non abbandonerà la Sua Chiesa. Egli susciterà santi, confessori, Martiri e Pastori fedeli. E se oggi, per divina permissione, la zizzania sembra sovrastare il buon grano, verrà l’ora della mietitura.

Che ciascuno si schieri: o con la Luce di Cristo, o con le tenebre delle logge massoniche.

La Chiesa è quella di sempre, non quella che si genuflette davanti agli architetti di questo mondo.

Extra Ecclesiam nulla salus.




 
agosto 2025
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