Vietato calcolare la data della Parusia


di  Don Curzio Nitoglia


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Allegoria della Parusia


La Chiesa ha sempre vietato - intorno alla manifestazione dell’Anticristo - tutti quei calcoli matematici temerari che pretendono fissarne con certezza l’anno, il mese e il giorno.

Il 14 gennaio 1516 il V Concilio Lateranense decretava: “Ordiniamo di non presumere di fissare un tempo determinato per i mali futuri, sia per la venuta dell’Anticristo, sia per il Giudizio finale”.

Se la Chiesa impedisce tali calcoli matematici “certi”, non proibisce, tuttavia le prudenti congetture, come ce ne testimoniano le moltissime, fatte dai Padri e dai Dottori.
Però, per quanto costoro dicano che la venuta dell’Anticristo sia prossima, vicina, imminente, non parlano mai né di anni, né di mesi, né di giorni con assoluta certezza, e tale avvento lo deducono non da calcoli numerici e umani, ma dai segni certi che ci da la S. Scrittura, il più importante dei quali è la grande apostasia.

San Paolo, infatti, nella II Epistola ai Tessalonicesi, dice che la fine del mondo dovrà essere preceduta dalla venuta dell’Anticristo e che l’Anticristo sarà preceduto a sua volta dall’apostasia generale. Si tratterà della defezione di un gran numero di cristiani provocata dall’indifferentismo o dall’eresia o dalla persecuzione o da tutte queste cause e altre unite insieme.

S. Pio X, per esempio, nella sua Enciclica E supremi apostolatus cathedra (1904) scrive: «Chi tutto questo considera bene [la generale perdita della fede – n. d. a.] ha ragione di temere che siffatta perversità di menti sia quasi un saggio e forse il cominciamento dei mali che agli estremi tempi son riservati, e che già sia nel mondo il figlio della perdizione (...). In quella vece ciò che appunto, secondo il dire medesimo dell’Apostolo, è il carattere proprio dell’Anticristo, “l’uomo si è posto in luogo di Dio (...) ha fatto dell’universo quasi un tempio a se medesimo per esservi adorato”».

È chiaro che S. Pio X parla del segno precursore dell’apostasia profetata da S. Paolo.

Se consideriamo, poi, lo stato attuale delle cose, il culto dell’uomo penetrato non solo negli Stati ma anche nel Tempio di Dio, il panteismo professato esplicitamente dai nuovi teologi e dai Pastori, la separazione tra Stato e Chiesa anche in Italia, voluta da Giovanni Paolo II col nuovo Concordato e definita “ideale”; non dobbiamo forse concludere che siamo davanti alla grande apostasia, che non c’è più l’ostacolo (“katèkon”) alla manifestazione dell’Anticristo, perché le nazioni hanno divorziato dalla Chiesa romana, e che “colui, che lo trattiene / Qui detineat” non esercita l’azione di trattenimento dell’Anticristo, che dovrebbe compiere?



 
agosto 2025
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