![]() |
|
![]() |
|
Chi devasta la vigna del Signore? - parte prima - ![]()
La Civiltà Cattolica del 4 gennaio 2014, a cura del Padre Antonio Spadaro, S. I., ha riportato un resoconto dell’udienza concessa da papa Bergoglio all’Unione Superiori Generali (USG) alla fine della loro 82° Assemblea Generale, tenutasi dal 27 al 29 novembre 2013. In esso sono riportate le parole pronunciate dal Papa relative ai più diversi aspetti della vita della Chiesa. L’udienza si è svolta in forma di “colloquio franco e libero, fatto di domande e risposte”, e il resoconto è stato rivisto dal Papa. Riprendiamo alcuni passaggi che ci sono sembrati particolarmente interessanti, seguendo la stesura del resoconto stesso, attraverso i suoi titoli. I religiosi: peccatori e profeti Rispondendo alle domande, papa Francesco ricorda che, come religioso, egli parla per esperienza e ricorda che Benedetto XVI ha detto che “la Chiesa cresce per testimonianza, non per proselitismo”. Da quando papa Bergoglio, conversando col pio e devoto “papa laico”, al secolo Scalfari Di Nobile Stirpe, o Eugenio, espresse quella sua profonda riflessione: “il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso”, innumerevoli cicisbei di corte si sono adoperati per “dimostrare”, o dare ad intendere, che una cosa è la “missione” e altra cosa è il “proselitismo”, la prima degna, il secondo indegno… ergo, il Papa avrebbe ragione. Ora, l’espressione: “testimoni del Vangelo” è una di quelle tipiche per indicare gli evangelizzatori, ma è evidente che l’evangelizzazione non è altro che proselitismo. Se si consulta la Treccani, alla parola “proselitismo” si legge: «Attività svolta da una religione,
un movimento, un partito per cercare e formare nuovi seguaci. Mentre le
religioni tribali e nazionali non hanno alcuna tendenza a estendersi al
di là della comunità sociale che le pratica, le religioni
soprannazionali tendono a esercitare proselitismo, partendo dalla
convinzione di essere la vera religione, non legata a un singolo
popolo, ma valida per tutti e di rappresentare la via di salvezza per
ogni individuo umano: mossi da ideali soteriologici i rappresentanti
della religione cercano di conquistare il maggior numero di proseliti.
L’attività missionaria è una forma organizzata del
proselitismo.»
Ovviamente, in religione, la Treccani non fa testo, quindi l’identità tra missione e proselitismo sarebbe solo supposta. Se poi teniamo conto che Benedetto XVI, il Papa colto, e Francesco, il Papa ruspante, concordano nella distinzione tra missione e proselitismo, il giuoco è fatto, e non si può che convenire: l’ha detto il Papa. Accade però, che a monte dei papi c’è il Vangelo, che è quello che in religione fa testo, anzi è il testo fondante della religione cattolica. Cosa dice il Vangelo? «Guai a voi, scribi e
farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è
divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di
voi.» (Mt. 23,
15).
«Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia.» (Atti, 6, 5). «Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». (Atti, 2, 11). «Sciolta l’assemblea, molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.» (Atti, 13, 43). E questo chiamare i nuovi “credenti in Dio”, prosèliti, discende direttamente da quanto sta scritto: «Andate dunque e fate
miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto
ciò che vi ho comandato» (Mt. 28, 20).
E gli Apostoli si misero subito all’opera, esortando gli Ebrei e i non
credenti alla conversione:«Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.» (Mc. 16, 15-18) «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.» (Lc. 24. 46-48) «…vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv. 15, 16); «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi» (Gv. 20, 21). «Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati.» (Atti, 3, 19). «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi.» (Atti, 7, 51). «Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.» (Atti, 2, 47). «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola» (Atti, 4, 32). Anche se noi non siamo papi, né vescovi, né chierici, né teologi, non ci è difficile capire che la missione intrapresa dagli Apostoli su comando di Nostro Signore era volta a fare prosèliti… era “proselitismo”. E non è una nostra forzatura concludere che, non potendo sbagliare i Vangeli, chi sbaglia sono i due ultimi papi: Benedetto XVI e Francesco, e per quanto ci dispiaccia non possiamo esimerci dall’affermarlo e dal denunciare la confusione dottrinale da loro operata. E i Vangeli ci ammoniscono in proposito: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono» (Atti, 5, 29-32); così che non possiamo seguire i due papi, ma dobbiamo seguire il primo Papa, San Pietro, che ha pronunciato le parole qui appena riportate e che ha ricordato che Dio ha dato lo Spirito Santo a quelli che gli obbediscono. Sia chiaro che non ci esimiamo dal riconoscere che oggi il termine “proselitismo” ha finito con l’assumere una valenza negativa, ma ricordiamo anche che tale valenza è direttamente derivata dall’odio del mondo e dei nemici di Dio nei confronti della predicazione del Vangelo e della conversione dei peccatori, tale che fare prosèliti è diventato, per costoro, la cosa peggiore che possa esistere. Ora, che i nemici di Dio condannino il proselitismo è cosa scontata, ma che il Papa arrivi a condividere le loro convinzioni diaboliche fino a definire il proselitismo “una sciocchezza” che “non ha senso”, è cosa che attiene alla determinazione, anche inconscia, di voler distruggere la missione comandata da Nostro Signore e, con essa, la Chiesa stessa. (segue) (torna
su)
gennaio 2014 AL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO |