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La radio cattolica che fa gossip di bassa lega di Tommaso Scandroglio 8 gennaio 2014 Che ne direste di un’associazione che si
qualificasse ambientalista e fosse favorevole all’inquinamento
dei fiumi e allo sterminio delle foche? Non pensereste perlomeno che i
suoi membri abbiano un po’ le idee confuse su cosa è la tutela
dell’ambiente?
Ecco in casa cattolica questi comportamenti schizofrenici non sono poi così rari. Il gruppo spagnolo COPE (Cadena de Ondas Populares Españolas) di proprietà della Conferenza episcopale spagnola, ha lanciato lo scorso settembre una catena di radio dedicate ai giovani. Esiste una sorta di carta etica della fondazione COPE a cui si devono attenere anche tutte le radio affiliate. Al primo punto si legge: “la Catena si qualifica dal punto di vista confessionale come cattolica e si pone di conseguenza nel solco delle finalità di carattere generali della Chiesa e più in particolare nell’ambito dell’evangelizzazione dell’opinione pubblica”. Data questa premessa ecco gli altri punti programmatici: “diffondere la dottrina e le attività della Chiesa Cattolica; orientare l’opinione pubblica secondo criteri cristiani; collaborare nella promozione umana, sociale e culturale della società in generale; offrire programmi informativi, di approfondimento ed editoriali ed altri servizi che possono collocarsi in queste aree; offrire programmi ricreativi di sano divertimento”. Tra
le emittenti del gruppo c’è Radio MegaStar. [l'immagine
riportata sopra è tratta dl sito di questa radio].
Il programma più seguito si chiama "The Xavi Martinez Show" dove il conduttore Xavi Martinez invita gli ascoltatori ad intervenire in diretta tramite telefono o usando i social network su tematiche quali “Hai mai fatto scene di nudo?” oppure “Dicci se qualcuno ti ha mai pescato in una situazione compromettente” e l’allusione a situazioni di carattere sessuale è quanto mai evidente. Se poi si clicca il sito della radio le sorprese non mancano. Nella sezione “StarClub” vi sono le foto di cantanti e attori, amati dai teenagers e dai giovani, spesso immortalati così come madre natura li ha fatti. Non mancano infatti seni e glutei al vento, baci omosessuali, un transessuale che durante un concerto mima un rapporto anale, palpatine di sedere tra donne, uomini nudi dove una mano pudica copre le parti intime e via pornografando (qui un saggio degli scatti più casti). Evidentemente gli autori della radio forse credono che tutto questo possa essere registrato sotto la voce “sano divertimento” della carta etica del gruppo COPE. La prima domanda istintiva è: ma la Conferenza episcopale spagnola perché non interviene? Il gruppo e la radio sono di sua proprietà. Un silenzio evidentemente colpevole quello dei vescovi iberici. Qualcuno di certo obietterà: è solo un modo per attirare i giovani trattando di cose che a loro stanno cuore. L’obiezione ha i piedi di argilla. Infatti, è certamente un bene partire dalla realtà dei giovani, fatta anche di canzoni, Vip e starlette, per evangelizzare, ma occorre avere un approccio critico, senza scadere naturalmente nel didascalico. In tal modo gli aspetti positivi di questo mondo dovranno essere evidenziati – un attore che rinuncia a girare scene di nudo ad esempio – e quelli negativi non nascosti, ma spiegati con il linguaggio adatto al pubblico giovanile. MegaStar invece incensa costumi e atteggiamenti dei Vip adorati dai giovani che sono in netto contrasto con una visione cristiana della vita. Qui la fa da padrone la vita godereccia e volgare tutta tesa alla soddisfazione delle pulsioni sessuali e animata dall’ansia di apparire. Magari si attireranno pure i giovani ma saranno attratti da cosa? Dalle curve della ventenne platinata, non certo da Cristo. Inoltre l’operazione messa in atto da MegaStar – che tra l’altro mima miseramente altri numerosi siti che fanno gossip di bassa lega e che quindi appare come una noiosa ripetizione di cose già viste - è assai pericolosa perché fa passare l’idea che tette e natiche si conciliano con il Catechismo della Chiesa Cattolica. Non è facile moralismo. È coerenza. Le modalità di comunicazione con i giovani devono essere ovviamente fresche e dinamiche, ma ciò non può corrompere il contenuto del messaggio che deve rimanere sano. La Chiesa spagnola, ci auguriamo, non dovrebbe essere tanto preoccupata dallo share bensì dalla salvezza dei propri fedeli più giovani. E questa difficilmente passa dal mostrare il cantante Adam Levin in costume adamitico (forse un omaggio al suo nome?).
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gennaio 2014 AL SOMMARIO FRUTTI DEL CONCILIO |