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Che la filosofia del Vangelo governi la Chiesa ![]() Il principio della legittima autonomia delle realtà create di Gaudium et spes 36 ha fatto scuola per anni, diventando pian piano “legittima antinomia” delle realtà create; è stato talmente stiracchiato che alla fine le scienze, l’economia, la cultura, e tutte le altre espressioni dello scibile e dell’humanum, sono risultate disincarnate, autonome loro stesse. Gaudium et spes insegna che «se invece con l’espressione “autonomia delle realtà temporali” si intende dire che le cose create non dipendono da Dio e che l’uomo può adoperarle senza riferirle al Creatore, allora a nessuno che creda in Dio sfugge quanto false siano tali opinioni». A nessuno che creda in Dio sfugge quanto ciò sia falso. E a chi non crede in Dio ciò non sfugge? Quindi l’ateo è benedetto nel suo desiderio di rendere la vita e le cose della vita autonome? L’autonomia allora è un fatto naturale o soprannaturale? Da affrontare con la fede e non con la ragione? Di qui i conflitti, quando qualche movimento evangelizzatore cattolico per rimanere sempre in linea con il magistero corrente (si pensi alle capriole di tanti gruppi e gruppuscoli sotto il pontificato di Francesco) ha provato a battezzare l’autonomia (naturale) delle cose, finanche del matrimonio-sacramento, e a presentare la dipendenza da Dio delle realtà della vita come un fatto di fede. Una sorta di agnosticismo cattolico che purtroppo dilagava e tutt’ora dilaga. Leone sembra invece puntare a un cambio di rotta importante. In un passaggio del suo discorso diceva così: «La salvezza che Gesù ha ottenuto con la sua morte e la sua resurrezione racchiude tutte le dimensioni della vita umana, quali la cultura, l’economia e il lavoro, la famiglia e il matrimonio, il rispetto della dignità umana e della vita, la salute, passando per la comunicazione, l’educazione e la politica. Il cristianesimo non si può ridurre a una semplice devozione privata, perché implica un modo di vivere in società improntato all’amore di Dio e del prossimo che, in Cristo, non è più un nemico ma un fratello». Non c’è una dicotomia tra la vita e il Vangelo, tra la fede e la realtà, tra la fede e la vita. L’autonomia delle cose che rimangono essenzialmente e metafisicamente legate al Creatore, all’unico Dio, non è una questione di fede, ma anzitutto di ragione. Al Cristianesimo di oggi manca la ragione metafisica. Solo se si riparte da una ragione forte si ricuce lo strappo antropocentrico della modernità ecclesiale. I politici, attraverso il Vescovo che li accompagnava, chiedevano un consiglio al Papa per vivere la fede nella loro professione. Leone ha risposto in modo molto bello, devoto e profondamente teologico, direi spiazzante per le attese di quei politici cristiani di vecchia data, ormai abituati a distinguere democristianamente tra coscienza e fede, tra ragion di Stato e ragioncelle della ragione e della fede. Ecco come: «Allora, monsignor Blanchet mi ha chiesto qualche consiglio da darvi. Il primo — e il solo — che vi darei è di unirvi sempre più a Gesù, di viverne e di testimoniarlo. Non c’è separazione nella personalità di un personaggio pubblico: non c’è da una parte l’uomo politico e dall’altra il cristiano. Ma c’è l’uomo politico che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive cristianamente i propri impegni e le proprie responsabilità!» Papa Leone, richiamando la vera autonomia della natura umana governata dalla legge naturale che non deve essere più una scusa per professarsi, ad esempio, cattolici e marxisti, cattolici e abortisti, cattolici adulti, ha poi aggiunto: «Siete dunque chiamati a rafforzarvi nella fede, ad approfondire la dottrina — in particolare la dottrina sociale — che Gesù ha insegnato al mondo, e a metterla in pratica nell’esercizio delle vostre funzioni e nella stesura delle leggi. I suoi fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana, la legge naturale che tutti possono riconoscere, anche i non cristiani, persino i non credenti. Non bisogna quindi temere di proporla e di difenderla con convinzione: è una dottrina di salvezza che mira al bene di ogni essere umano, all’edificazione di società pacifiche, armoniose, prospere e riconciliate». Un buon inizio perché la filosofia del Vangelo ritorni a governare la società, come diceva Leone XIII nella Immortale Dei. E ritorni a governare la Chiesa, come sembra dire ora Leone XIV. |