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La legge ferrea dell’oligarchia ![]() In un brano di Tre uomini a zonzo, l’umorista inglese Jerome K. Jerome (1859-1927) narra del desiderio dei protagonisti, in giro nelle Alpi, di effettuare un’escursione in montagna. Il giorno precedente inizia il maltempo. In assenza di una meteorologia organizzata, si affidano alla gente del luogo. L’albergatore, desideroso di compiacere i suoi ospiti, garantisce che l’indomani sarà una splendida giornata e che la gita andrà benissimo. Un anziano contadino, scrutato il cielo, scuote la testa e pronostica freddo e temporali. I tre partono comunque, convinti dall’ottimismo interessato di chi li ospita, ma la previsione del vecchio è azzeccata. Una giornata terribile, con ritorno alla base fradici, infreddoliti e raffreddati. Eppure, continuano a simpatizzare per l’albergatore anziché per il saggio montanaro. Che ne sa quel vecchiaccio del tempo, pensano, finendo addirittura per attribuirgli la colpa della disavventura. L’apologo mostra che gli uomini non gradiscono la verità, specie se è sgradevole o contraddice credenze e convinzioni consolidate, preferendo la narrazione dominante, ossia la menzogna. Iniziamo una serie di riflessioni sulla natura oligarchica del potere e sulla realtà effettuale di chi domina il mondo sapendo di non poterci attendere che fastidio, incredulità o ostilità. La verità fa male e l’uomo occidentale non c’è più abituato. Comandare è far credere, scrisse cinquecento anni fa Nicolò Machiavelli. Negli anni Trenta del Novecento il pensatore spagnolo Ramiro De Maeztu osservò che “essere è difendersi”. Innanzitutto, dalla bugia istituzionalizzata, calata dall’alto, poiché il potere è sempre nemico e sempre oligarchico, cioè, appartiene a un piccolo numero di individui organizzati. È la legge ferrea dell’oligarchia, enunciata dal sociologo Roberto Michels all’inizio del XX secolo. Ogni organizzazione inevitabilmente viene dominata da una minoranza. Questo a causa della tendenza delle élite a consolidare il proprio potere, della complessità sociale, della passività delle masse e del fatto che, nell’ambito politico, i capi dei movimenti popolari finiscono per essere assorbiti dal sistema che dovevano combattere. Il processo è invitabile, giacché nel tempo ogni struttura umana (economica, finanziaria, politica, sociale) concentra il potere nelle mani di pochi. Costoro tendono a mantenere ed estendere la propria posizione attraverso la cooptazione dei capi e il controllo dei meccanismi sociali. Questo vale in politica, nei sindacati, nelle organizzazioni di massa e innanzitutto nell’ambito economico e finanziario. Le oligarchie sono organizzate in modo da mantenere la propria posizione e tutelare i propri interessi - individuali e di gruppo - con ogni mezzo, dall’inganno seriale al controllo delle leggi sino alla coercizione e alla violenza, del cui uso legale detengono il monopolio (M. Weber). Il primo fine oligarchico è dunque l’autoriproduzione, che Vilfredo Pareto chiamò persistenza degli aggregati. Convince meno l’idea di Gaetano Mosca, secondo cui, “come insegnò Marx, la storia dell’umanità è una storia di lotta, ma non si tratta di lotta economica, bensì di lotta politica. È lotta tra una minoranza che vuole continuare ad essere classe politica e un’altra minoranza che aspira a diventarlo”. Il giurista palermitano individuò correttamente il potere burocratico e quello intellettuale, ma solo all’interno del potere politico. Più lungimirante, Marx capiva che il comando reale della società è in capo alle oligarchie economiche - oggi soprattutto finanziarie - che hanno trasformato interamente la struttura sociale, identitaria, etica, valoriale della nostra parte di mondo al servizio di un gigantesco apparato che ha ormai le caratteristiche del totalitarismo. Hannah Arendt lo chiarì inequivocabilmente: il totalitarismo è una forma di potere/dominio radicalmente nuovo che distrugge le tradizioni politiche (e civili) e l’ordine sociale precedente. Porta agli estremi l’isolamento e l’intercambiabilità degli individui. Non pretende solo la subordinazione politico sociale, ma invade e controlla la sfera privata. Una definizione che ritrae perfettamente l’ordine neocapitalista globalista al potere in Occidente. Poiché il suo obiettivo è il continuo rafforzamento della presa su popoli, individui, risorse, credenze, lavora a ritmo incessante per plasmare un’umanità senza identità, ammaliata dalla mitologia del consumo e del piacere (immediato), priva di ancoraggi comunitari, etici, familiari, spirituali. È un potere antiumano, nemico. Tutte le sue istituzioni - a partire da quel che resta della democrazia fondata sul principio di maggioranza e il pluralismo delle idee all’interno di Stati dotati di sovranità politica, economica, finanziaria, militare - sono diventate finzioni, procedure svuotate di senso a favore di un progetto oligarchico onnivoro e onnicomprensivo. Marco Della Luna, un osservatore caratterizzato da crudo realismo, ha definito la classe dominante contemporanea “oligarchia estrattiva”, nel senso che estrae (cioè, sottrae in maniera criminale ma legalizzata) le risorse e ogni autonomia o potere ai popoli e agli individui. Di recente – altra definizione di Della Luna - è diventata oligarchia “per popoli superflui”. Si è, cioè, organizzata per ridurre drasticamente il numero di esseri umani, non più necessari al suo progetto di dominio. Per la cupola ubriaca di hybris, l’umanità a taglia unificata ha bisogno di una drastica sfoltita. La maggior parte di noi è eccedente, un problema da risolvere. Il Signore non ha più bisogno della maggioranza della popolazione: chi non trova occupazione per l’avanzare dell’automazione non apporta alcun beneficio, non serve. Il valore della persona consiste nella sua utilità economica. L’uomo è un essere esclusivamente biologico-corporeo che si può abortire, manipolare, selezionare, modificare geneticamente, ibridare e infine abbattere per eccesso di capi di umanità. Anche i diritti “umani”, orgoglio dell’uomo occidentale, sono cancellati. Miti privi di senso, una storia inventata, una narrazione come Dio, l’intangibilità della vita, la libertà. Le parole di Yuval Harari, ventriloquo dell’oligarchia, sono nette. “Oggi l’umanità è pronta a sostituire la selezione naturale al disegno intelligente e ad estendere la vita oltre l’organico, nel regno dell’inorganico. Invece dell’uomo che crea nuova tecnologia, la tecnologia crea nuova umanità.” E la distrugge se inutile ai disegni di un grumo di sociopatici padroni di tutto. Se ci fa giustamente paura non nascondiamo la testa sottoterra come gli struzzi. La forza del Dominio è la tecnologia, il condizionamento psicologico che acquisisce spazio nella mente inconsapevole di essere manipolata. A questo serve l’immenso sistema di intrattenimento. Tutto ciò che vediamo nei film o nei video abitua le masse ai cambiamenti che il potere intende introdurre nella società. Il neuro marketing e le scienze comportamentali spiegano che il 95 per cento delle nostre percezioni e decisioni sono irrazionali e legate al subconscio. Film, musica, pubblicità ripetitiva entrano direttamente in circolo per pigrizia mentale. In questo modo consideriamo normale tutto ciò che sta accadendo, già penetrato nel subconscio. La maggioranza non avrà alcun tipo di reazione; finiremo per credere di essere inutili e ci avvieremo mansueti al macello. Un tempo servivano braccia – molte – e cervelli – pochi. Oggi la questione è diversa e buona parte di noi è diventata un ostacolo per i piani delle oligarchie. Poiché l’automazione e l’intelligenza artificiale rendono minima la necessità di manodopera umana, l’attenzione si è spostata sulla riduzione della popolazione con piani di sofisticata ingegneria sociale. Larry Fink, CEO di BlackRock, il più grande fondo finanziario del mondo, ha reso esplicito questo terremoto epocale, spiegando come l’I.A. e l’automazione rimodelleranno le dinamiche demografiche. “I paesi con popolazioni in calo svilupperanno rapidamente la robotica e la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale. I problemi sociali nel sostituire gli esseri umani con le macchine saranno molto più facili nei paesi che hanno popolazioni in calo”. L’ammissione rivela il progetto tanatocratico della cupola. A mano a mano che il fattore umano è meno necessario, la riduzione della popolazione diventa obiettivo oligarchico. I messaggi sul cambiamento climatico, la propaganda della sessualità sterile ed omosessuale, l’attacco all’agricoltura, il calo delle nascite, la normalizzazione dell’eutanasia sono tappe di una transizione in cui l’umanità è in gran parte inutile. Lorsignori pensano che gli esseri umani siano una piaga da vincere con misure estreme di contenimento. Tutto, dal clima ai problemi economici, è ricondotto all’eccesso di popolazione. Costa troppo mantenere in vita chi non lavora, anziani, malati, poveri, depressi. Qualsiasi iniziativa che riduca la popolazione è ritenuta positiva. Lo osserviamo nei messaggi continui del cinema, delle serie televisive, della stampa, delle reti sociali, della musica. È la teoria insegnata nelle università che formano le classi dirigenti. Vi sono dichiarazioni esplicite di molti esponenti dell’oligarchia estrattiva. La popolazione sta crescendo più rapidamente dove le persone sono meno in grado di gestirla. È nei luoghi più poveri che la popolazione triplicherà entro il 2050. Dobbiamo dare una mano ora, in modo che non si trovino in una situazione impossibile in seguito. (Bill Gates). Tutti i nostri problemi sono il risultato della sovrappopolazione tra la classe operaia. (Margaret Sanger, fondatrice dell’organizzazione antinatalista Planned Parenthood). Sono a favore del suicidio assistito, ecco a cosa mi ispiro. il pianeta è troppo affollato e dobbiamo promuovere la morte (Bill Maher, proprietario di catene televisive). La sfida principale che la nostra specie deve affrontare è la riproduzione della specie stessa. È tempo di avere una discussione sulla quantità ottimale di esseri umani. (Boris Johnson, ex primo ministro conservatore del Regno Unito). Non possiamo affrontare le enormi sfide della povertà, della fame, delle malattie e della distruzione ambientale se non affrontiamo i problemi della popolazione e della salute riproduttiva. (T.A. Obaid. Ex segretario generale ONU). La procreazione [dovrebbe essere] un crimine punibile contro la società, a meno che i genitori non siano in possesso di una licenza governativa. Tutti i potenziali genitori [dovrebbero essere] tenuti a usare sostanze contraccettive, con il governo che rilascia antidoti ai cittadini scelti per la procreazione. (David Brower, direttore del Sierra Club, maggiore organizzazione ambientalista americana). Nel caso in cui mi reincarnassi, vorrei tornare come virus mortale, per contribuire a risolvere la sovrappopolazione. (Principe Filippo di Edimburgo, marito di Elisabetta II d’Inghilterra, co-fondatore del WWF, World Wildlife Fund). Questo pensa l’oligarchia. Dobbiamo difenderci e contrattaccare. Innanzitutto, è necessario sapere, dare nomi e cognomi ai padroni del mondo, alle loro organizzazioni, alle strutture – finanziarie, culturali, comunicative, economiche, istituzionali pubbliche, private o riservate - di cui si servono contro di noi, la trascurabile maggioranza del genere umano. Ne parleremo prossimamente. |