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Criminali spirituali e assassini di anime Intervista che Mons. Athanasius
Schneider
ha concesso alla vaticanista americana Diane Montagna e che lei ha pubblicata sul suo sito. ![]() A sinistra: Padre James Martin, SJ A destra: omosessuali nella Basilica di San Pietro a Roma Nell’intervista Mons. Athanasius Schneider si è espresso con forza e indignazione contro il recente pellegrinaggio internazionale del “Giubileo LGBTQ+” sancito dal Vaticano, denunciandolo come una “profanazione” della Porta Santa e una “presa in giro” di Dio che esige riparazione. Il pellegrinaggio, iscritto nel calendario generale del Giubileo 2025 per sabato 6 settembre è stato organizzato dall’associazione italiana pro LGBTQ+ La Tenda di Gionata; dalla Rete mondiale dei cattolici arcobaleno; e dal gruppo Outreach con sede negli Stati e diretto dal gesuita Padre James Martin. Intervista
Diane Montagna: Una foto virale di due uomini omosessuali che si tengono sfacciatamente per mano nella Basilica di San Pietro, uno con uno zaino con la scritta “F*** the Rules” (Fanculo le regole), e un’altra immagine di un giovane con una maglietta “arcobaleno” che si scatta un selfie della sua mano artigliata con il Baldacchino del Bernini sullo sfondo, hanno fatto il giro del mondo dal 6 settembre. Il gruppo di pellegrini è anche riuscito in qualche modo a entrare nella Basilica tenendo in alto una croce “arcobaleno”; non si sa come un oggetto del genere abbia superato i controlli di sicurezza. Il pellegrinaggio è stato approvato dal Vaticano, nell’ambito dell’anno giubilare indetto da Papa Francesco. Eccellenza, qual è stata la sua prima reazione quando ha visto queste foto? Mons. Athanasius Schneider:
La mia reazione è stata un grido silenzioso di orrore,
indignazione e tristezza. Tutti i veri credenti nella Chiesa, sia
fedeli sia membri del clero, che ancora difendono il valore dei
Comandamenti di Dio e Lo prendono sul serio, dovrebbero vivere questa
provocazione come uno schiaffo in faccia. […] Quest’atto può
essere descritto, secondo le parole di Nostro Signore, come «l’abominazione della desolazione nel Luogo
Santo» (cfr. Mt
24, 15).
Qual è il significato della Porta Santa e in che modo il suo significato influisce sulla realtà di ciò che è accaduto il 6 settembre? Uno dei significati
essenziali dell’Anno Giubilare e della Porta Santa consiste nel «condurre l’uomo alla conversione e alla
penitenza», come ha spiegato Papa Giovanni Paolo II nella
Bolla di Indizione dell’Anno Santo 2000.
Un altro segno distintivo è l’indulgenza, che è uno degli elementi costitutivi del Giubileo. L’Anno Giubilare è un
potente mezzo della grazia di Dio per aiutare i fedeli a compiere
progressi reali nella santità attraverso una fruttuosa ricezione
del sacramento della penitenza e l’ottenimento dell’indulgenza, che
implica un distacco consapevole da tutti i peccati gravi e da ogni
disordine morale.
L’obiettivo dichiarato delle organizzazioni LGBTQ+ che hanno riunito aderenti e militanti per questo pellegrinaggio giubilare era che la Chiesa riconoscesse e legittimasse i cosiddetti diritti omosessuali, comprese le pratiche omosessuali e altre forme di comportamento sessuale extraconiugale. Non c’era alcun segno di pentimento e di rinuncia ai peccati omosessuali oggettivamente gravi e allo stile di vita omosessuale da parte degli organizzatori e dei partecipanti a questo pellegrinaggio. Attraversare la Porta Santa e partecipare al Giubileo senza pentimento, promuovendo insieme un’ideologia che rifiuta apertamente il Sesto Comandamento di Dio, costituisce una sorta di profanazione della Porta Santa e una presa in giro di Dio e del dono dell’indulgenza. I gruppi implicati nell’evento di sabato rifiutano l’idea di una conversione dallo stile di vita LGBTQ+ e invece ritengono che per la Chiesa cattolica sia venuto il momento di riconoscere tale stile di vita. Cosa rivela il fatto che questo evento sia stato autorizzato dal Vaticano? Le autorità
responsabili della Santa Sede hanno collaborato de facto a indebolire e a mettere
in discussione il Sesto Comandamento e in particolare la sua condanna
esplicita degli atti omosessuali.
Esse hanno permesso che fosse ridicolizzato e i Comandamenti di Dio disprezzati con derisione. Secondo lei, questo evento è stato peggiore dello scandalo della Pachamama? Da un punto di vista
teologico e oggettivo, la venerazione della Pachamama nella Basilica di San
Pietro è stata peggiore del pellegrinaggio LGBTQ+, poiché
ha costituito una trasgressione diretta del Primo Comandamento del
Decalogo ed è stata quindi più empia persino dell’evento
atroce che contraddice o ridicolizza il Sesto Comandamento.
La promozione della sodomia e di altre immoralità sessuali equivale ad una forma di idolatria indiretta, mentre la Pachamama ha ricevuto atti di venerazione: incenso, luci, candele e prosternazioni. Questi due eventi devono essere pubblicamente riparati dallo stesso Papa. E’ urgente agire prima che sia troppo tardi, poiché Dio non si lascia prendere in giro (Cfr. Ga 6, 7). Prima che i pellegrini LGBTQ+ si recassero ad attraversare la Porta Santa, Mons. Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha celebrato una Messa nella chiesa del Gesù a Roma retta dai Gesuiti. Tutti sono stati invitati a ricevere la Santa Comunione. L’adesione a tutti gli insegnamenti della Chiesa (dottrina e morale) non è forse una condizione previa per ricevere Nostro Signore nella Santa Eucarestia? Sì, questa è
certamente una condizione previa, come ordinato da Dio nella Sacra Scrittura attraverso
l’insegnamento di San Paolo: «Chi
mangia e beve senza discernere il corpo, mangia e beve la sua condanna.
Per questo molti di voi sono deboli e malati, e alcuni sono morti»
(1 Cor 11, 29-30).
La Chiesa ha mantenuto questo precetto immutato e universalmente valido per duemila anni e lo mantiene ancora nel suo insegnamento ufficiale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n° 1415), afferma chiaramente: «Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione Eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l’assoluzione nel sacramento della Penitenza». Inoltre, esso sottolinea che la Sacra Scrittura «presenta dli atti omosessuali come atti di grave depravazione», e la Tradizione ha sempre dichiarato che «Gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati». Sono contrarii alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non procedono da una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (n° 2357). Autorizzando tali Messe pubbliche per le organizzazioni LGBTQ+ a Roma e concedendo loro il passaggio attraverso la Porta Santa della Basilica di San Pietro, le autorità della Santa Sede hanno mostrato al mondo intero una flagrante contraddizione tra l’insegnamento ufficiale della Chiesa e la sua pratica. Così facendo, queste autorità di alto rango hanno de facto ripudiato la dottrina stessa che sono tenute a difendere. Alla luce di questi fatti manifesti, evidenti a tutti, ci si deve chiedere: il mondo può ancora prendere sul serio l’insegnamento ufficiale della Chiesa? Qual è il suo messaggio alle persone che hanno partecipato all’evento di sabato, che sono state fuorviate da Padre James Martin e dal movimento LGBTQ+? Il mio messaggio è
innanzi tutto un messaggio di compassione. Il rifiuto cosciente del
Sesto Comandamento di Dio espone al pericolo di perdere la vita eterna
e di essere condannati all’Inferno eterno.
Il vero amore per queste persone consiste nel chiamarle, con gentilezza ma con costanza, a una conversione autentica alla volontà rivelata da Dio. Queste persone ingannate da Satana, il padre della menzogna, in fin dei conti sono infelici, anche se hanno messo a tacere la voce della loro coscienza. Noi dobbiamo essere animati da un grande zelo per salvare queste anime. I sacerdoti che li confermano nel loro peccato sono criminali spirituali, assassini di anime, e Dio chiederà loro conto severamente, conformemente alla Sua parola: «Se io dico all’empio: “tu morirai senza rimedio” e tu non parli per avvertirlo che si converta dalla sua condotta, l’empio morirà per sua colpa, ma io chiederò conto del suo sangue a te» (Ez 33, 7-8). Questo evento era stato pianificato prima dell’elezione di Papa Leone XIV. Alcuni hanno sostenuto che avrebbe potuto essere peggio se Papa Francesco fosse stato ancora vivo. Sottolineano che Papa Leone non ha ricevuto una delegazione del gruppo LGBT+ durante l’udienza generale del Giubileo in Piazza San Pietro sabato scorso, né ha inviato un messaggio al gruppo. Queste argomentazioni non
sono convincenti. Se il Papa avesse ricevuto una delegazione pro LGBTQ+
sarebbe stato il massimo dello scandalo.
Il fatto che Papa Leone XIV non abbia causato tale scandalo non giustifica in alcun modo il suo consenso de facto a questo evento. Non si può ragionevolmente presumere ingenuità da parte sua, poiché era del tutto prevedibile che un’organizzazione pro LGBTQ+, o almeno alcuni dei suoi membri, avrebbero sfruttato la Porta Santa e la Basilica di San Pietro come una tribuna per promuovere un’ideologia che disprezza e rifiuta apertamente la volontà esplicita di Dio espressa nel Suo Comandamento. Padre James Martin ha diffuso le foto di dell’udienza che ha avuto con Papa Leone alcuni giorni prima dell’evento. I Papi precedenti a Papa Francesco hanno incontrato personaggi del genere in questo modo? Qual è la sua opinione su questo e su altri recenti incontri, come quello con la controversa suora domenicana Lucia Caram, che secondo quanto riferito sostiene il “matrimonio gay”? Prima del pontificato di
Papa Francesco, i successori di Pietro non ricevevano ufficialmente
né posavano per fotografie con coloro che, con parole o azioni,
rifiutavano apertamente l’insegnamento dottrinale e morale della
Chiesa.
Attraverso questi incontri ufficiali e queste fotografie, Papa Leone ha inviato de facto al mondo il messaggio che non prende le distanze dal loro insegnamento e comportamento eterodosso e scandaloso, tanto più che la Santa Sede non ha fornito alcuna chiarificazione in seguito e non ha corretto i messaggi trionfalisti di Padre James Martin diffusi sulle reti sociali. C’è un detto popolare che dice: «Chi tace acconsente». La Chiesa ha non solo predicato la verità, ma ha anche combattuto attivamente l’errore. Mentre l’Islam continua a svilupparsi in Occidente e l’Europa si scristianizza, cosa c’è in gioco se la Chiesa cattolica cede la sua autorità morale a queste lobby e movimenti? San Pietro, i suoi
successori e la Chiesa cattolica in quanto tale, hanno ricevuto da
Cristo stesso la più alta autorità morale in questo
mondo. Questa autorità consiste nell’insegnare a tutti senza
eccezione i Comandamenti di Dio, cioè ad osservare tutto
ciò che Cristo ha comandato (cfr. Mt 28,20).
Nella misura in cui il Magistero della Chiesa – nella Santa Sede e nell’episcopato cattolico – diventa debole, poco chiaro, ambiguo o addirittura contraddittorio, l’influenza dell’errore in tutte le sue forme ideologiche e religiose, aumenterà inevitabilmente. Io vivo in un paese a maggioranza musulmana, che conta anche una forte presenza ortodossa; quando le persone vedono questi eventi, sia i capi religiosi sia le persone comuni si chiedono cosa stia succedendo con il Papa e la Santa Sede. Permettendo eventi così scandalosi, le autorità della Santa Sede de facto stanno mettendo a tacere la verità di Cristo, la voce di Cristo. E’ dunque imperativo che le parole del Papa e delle autorità ecclesiastiche sull’insegnamento della Chiesa corrispondano fedelmente alle loro azioni. Poiché non esiste in questo mondo alcuna autorità morale più elevata di quella di Gesù Cristo, che ha affidato la Sua autorità al Magistero del Papa e dell’episcopato. Quale responsabilità! Quale immensa responsabilità davanti al tribunale di Cristo! Io ho scritto al portavoce del Vaticano: Matteo Bruni, e gli ho chiesto se la Santa Sede avesse riconosciuto che l’evento non avrebbe dovuto essere autorizzato e di scusarsi per lo scandalo causato, ma non ho ricevuto risposta. Cosa pensa che riveli questo silenzio? La Santa Sede si trova ad
affrontare due reazioni.
Da un lato le organizzazioni della causa LGBTQ+. La presenza di attivisti tra i pellegrini dell’Anno Santo e il loro ingresso solenne in San Pietro ha trasmesso al mondo intero il messaggio che la Santa Sede riconosce l’obiettivo principale di queste organizzazioni: l’approvazione degli atti omosessuali e di altri comportamenti sessuali extraconiugali. Il mondo applaude Papa Leone XIV e la Santa Sede per questo. Dall’altro, ci sono tutti quelli – cattolici e non cattolici – che continuano a difendere il valore dei Comandamenti di Dio, che prendono Dio sul serio, e che attualmente sono scioccati. Tutti i figli fedeli della Santa Chiesa si sentono profondamente umiliati. Si tratta, per così dire, di una vergogna per i figli della Chiesa. Noi ci vergogniamo davanti a Dio. Il silenzio della Santa Sede è simile al silenzio di chi in coscienza sa che agito male. Questo evento si è svolto il primo sabato del mese, giorno in cui la Madonna di Fatima ha chiesto in modo particolare riparazione per le offese commesse contro il suo Cuore Immacolato. Come possono i fedeli contribuire a rimediare a quanto è accaduto? Quello che si prodotto
è una pubblica umiliazione della nostra Santa Madre Chiesa
davanti al giubilo spudorato dei nemici dei comandamenti di Dio.
Dovremmo tutti compiere un atto collettivo di riparazione per
l’oltraggio commesso contro la santità della casa di Dio e la
sacralità dei Suoi Comandamenti.
Primo tra tutti il Papa, poi in particolare gli ecclesiastici che hanno permesso, sostenuto o perfino giustificato una tale abominazione Durante il Grande Giubileo del 2000, Roma ha ospitato il primo (1-9 luglio 2000). Papa Giovanni Paolo II ha pubblicamente denunciato l’evento, dicendo: «World PrideA nome della Chiesa di Roma non posso che esprimere la mia profonda tristezza per l’affronto al Grande Giubileo dell’Anno 2000 e l’offesa ai valori cristiani di una città così cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere sulla verità, perché verrebbe meno alla sua fedeltà a Dio Creatore e non aiuterebbe a distinguere il bene dal male» (CCC, n. 2358). Eccellenza, quale messaggio vorrebbe inviare a Papa Leone XIV? Vorrei supplicare Papa Leone
XIV di ripetere, in sostanza, queste parole di Papa Giovanni Paolo II,
manifestando così davanti al mondo intero la vera umiltà
nel riconoscere la colpa della Santa Sede riguardo allo scandaloso
evento LGBTQ+ nella Basilica di San Pietro.
L’umiltà è un atto di coraggio per la verità. Se Papa Leone XIV compisse atti pubblici di pentimento e anche di riparazione, non perderebbe nulla. Se non lo facesse, perderebbe qualcosa agli occhi di Dio, e solo Dio conta. Dal profondo del mio cuore auguro a Papa Leone XIV la grazia di Dio perché abbia il coraggio di riparare a quest’atto abominevole che ha macchiato la santità dell’Anno Giubilare. Eccellenza, c’è qualcosa che vorrebbe aggiungere? Papa Leone XIV non è
il vicario di Papa Francesco, ma il Vicario di Gesù Cristo, che
gli chiederà conto della sua difesa della verità.
L’armonia non era l’obiettivo di Gesù Cristo, altrimenti non sarebbe stato crocifisso. E Sant’Agostino avrebbe goduto di una vita molto tranquilla se non avesse combattuto gli errori del suo tempo, anche all’interno della Chiesa. Che il nostro Santo Padre, il Papa leone XIV, prenda sul serio le seguenti parole di Nostro Signore, che ha pronunciate un giorno per il tramite di Santa Brigida di Svezia rivolto ad uno dei suoi predecessori (Papa Gregorio XI): «Sradica, sradica e distruggi tutti i vizi della tua corte! Allontanati dai consigli dei tuoi amici carnali e mondani e segui umilmente i consigli spirituali dei miei amici! «Alzati come un uomo e rivestiti di forza con fiducia! Comincia a riformare la Chiesa che ho redendo col mio sangue affinché sia riformata e ricondotta spiritualmente al suo originario stato di santità, perché oggi vi è più venerazione per un luogo di prostituzione che per la mia Santa Chiesa. Figlio mio, ascolta il mio consiglio. Se tu mi obbedirai in ciò che ti ho detto, io ti accoglierò con misericordia come un padre amorevole. «Avanza coraggiosamente sul cammino della giustizia e prospererai. Non disprezzare chi ti ama. Se tu mi obbedirai io ti mostrerò la mia misericordia, ti benedirò, ti vestirò e ti adornerò con i preziosi ornamenti pontificali di un santo papa. Ti rivestirò di me stesso così che tu sarai in me ed io in te, e sarai glorificato per l’eternità» |