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Al lavoro ! di Don Louis-Marie Berthe, FSSPX ![]() Vignaiuolo al lavoro Al pari del mangiare e del bere, il lavoro comporta, con i frutti e il profitto che ne deriva, la felicità: segno che è così che Dio lo vuole e lo benedice. Nel Vecchio Testamento, i libri
sapienziali ne parlano spesso: nell’Ecclesiaste
(3, 13) si legge: «Per
tutti, il mangiare, il bere e il trovare prosperità nel proprio
lavoro è un dono di Dio».
Il Salmo 127 rivolgendosi al padre di famiglia dice: «Ti nutrirai col lavoro delle tue mani, beato te! Felice tu!». Nel libro dei Proverbi (cap. 31) si legge che la donna forte – il modello della donna ebrea fedele a Dio e saggia nel governo della casa è lodata per il lavoro delle sue mani: dalla preparazione dei pasti al governo delle domestiche, dagli affari commerciali alle opere di misericordia: «Rendile grazie per i frutti del suo lavoro!». Che Dio benedica così il lavoro non significa che esso non sia diventato penoso dopo il peccato originale. Il castigo di Dio si abbatte, inesorabile, su Adamo e la sua discendenza: «Ti guadagnerai il pane col sudore della tua fronte, fino a quando ritornerai alla terra da cui sei venuto» (Genesi 3, 19). Perciò Dio ci ricorda: «Non disdegnare il lavoro penoso, né il lavoro dei campi istituito dell’Altissimo» (Sapienza 7, 15). E nel Nuovo Testamento, San Paolo riprende gli insegnamenti di questa saggezza ispirata e li applica a coloro che, col pretesto dell’imminente fine del mondo, si adagiano nell’ozio: «Veniamo a sapere che tra voi vi sono di quelli disordinati, che non lavorano e si occupano solo di cose vane. Li invitiamo e li esortiamo per il Signore Gesù Cristo a lavorare pacificamente per mangiare il pane che spetta a loro» (Cfr. Tess. 3, 11). |