Gerusalemme:

il più vecchio organo della Cristianità

ha ritrovato la sua voce




della Fraternità San Pio X







David Catalunya fa suonare 18 canne dell’organo di Betlemme



Per la prima volta dopo secoli, le canne dell’organo medievale di Betlemme hanno fatto sentire di nuovo la loro voce.

Nella grande sala del convento del Santo Salvatore, sede della Custodia della Terra Santa, i ricercatori hanno presentato il frutto di un’avventura scientifica e patrimoniale fuori dal comune.

L’organo, dell’XI secolo, è il più vecchio del mondo cristiano. Fu fabbricato in Francia e condotto dai Crociati a Betlemme per abbellire la Basilica della Natività.
Nel 1244, i Crociati lo smontarono e lo sotterrarono per proteggerlo dalle invasioni musulmane.
Dopo la partenza dei Crociati, l’organo cadde naturalmente nell’oblio; è stato ritrovato per caso durante dei lavori effettuati nella Basilica.

Dal 2021, una squadra di ricercatori ha analizzato le 222 canne, per riportare l’organo al suo stato originale.
Durante i lavori si è scoperto che otto canne producevano un suono puro, come 1000 anni fa.
Nel corso di una presentazione dei lavori è stato utilizzato un sistema che ha permesso di far suonare queste canne, accompagnate da altre dieci riprodotte in modo identico. 

C’è da precisare che non è stato necessario alcun intervento per riparare le canne originarie.
Un suono dell’XI secolo ha investito il numeroso pubblico presente alla conferenza stampa organizzata del Terra Sancta Museum.
Il Padre Eugenio Alliata, archeologo francescano dello Studium Biblicum Franciscanum ha parlato del contesto della scoperta. 

Sebbene la memoria francescana avesse trasmesso l’esistenza di un tesoro sepolto a Betlemme, solo nel 1906, durante la costruzione della Casa Nova – un ospizio per pellegrini – furono trovate le canne di bronzo, un carillon di tredici campane e altri oggetti liturgici. Il tutto conservato in condizioni eccezionali.

Esposto dal 1930 al Museo della Flagellazione, l’insieme degli oggetti non era mai stato oggetto di uno studio sistematico da parte di un musicologo.
Fu durante le sue ricerche all’Università di Oxford che David Catalunya, storico della musica, scoprì una menzione dell’organo di Betlemme.
Egli riunì un gruppo per studiarlo.

Le analisi effettuate sulle canne – materiale, tecniche di fabbricazione, acustica – hanno confermato la loro autenticità e il loro eccezionale stato di conservazione: alcune di esse suonano ancora. «E’ come ritrovare un dinosauro vivente», riassume Alvaro Torrente. «Un miracolo», esclama prontamente Catalunya.

In effetti, il suono è unico, prodotto da uno strumento che non è da meno.
«E’ uno strumento», spiega Winold van der Putten, costruttore di organi, che ha progettato la cassa che spinge l’aria nelle canne. «Occorrerà effettuare numerose ricerche aggiuntive per restituire l’oggetto alla sua interezza». 

L’evento non attiene solo al campo della musicologia; esso riguarda la storia, l’archeologia, la tecnologia e il patrimonio spirituale.
Per Frate Stéphane Milovitch, responsabile dei Beni Culturali della Custodia e della sezione storica del Terra Sancta Museum, «Quest’organo è più di un oggetto di studio: è una eredità vivente». 

Il Terra Sancta Museum, attualmente in fase di sviluppo nel cuore di Gerusalemme, prevede di dedicargli una intera sala: il «chiostro musicale». Questo futuro Museo dell’arte e della storia della Terra Santa esporrà questo tesoro ai visitatori di tutto il mondo.

Con l’organo di Betlemme, è una parte dimenticata della Cristianità che riemerge. Non come una reliquia silenziosa, ma come una voce ritrovata.
Nella risonanza di queste canne, riprendono fiato otto secoli di storia, di fede e di arte. Nonché la meravigliosa epopea della fede che furono le Crociate.


Per ascoltare il suono dell’organo dei Crociati: https://www.youtube.com/shorts/wel_c44y4nI




 
settembre  2025
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