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| L’ala progressista tenta di rilanciare il Sinodo sulla sinodalità ![]() Cardinale Jean-Claude Hollerich – Arcivescovo di Lussemburgo L’intervista dell’alto prelato, che è stato uno dei più stretti collaboratori di Papa Francesco, è stata pubblicata del settimanale austriaco Die Furche ai primi di settembre 2015. Per il porporato lussemburghese, che è stato Presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (2018-2023). è stata l’occasione per manifestare le sue riflessioni sul Sinodo, sul recente Conclave e più ampiamente sulle prospettive della Chiesa in Europa. Fedele ai mantra progressisti, il cardinale Hollerich chiama la Chiesa a superare ciò che egli descrive come una prospettiva retrograda: «Alcuni guardano al passato con nostalgia, altri con paura. Entrambe le attitudini sono errate. Noi facciamo parte di una storia, noi dobbiamo accettarla e trarne degli insegnamenti. Ma noi dobbiamo anche andare avanti». Nel contempo, il cardinale ribadisce una posizione che aveva già manifestata in passato: «Da parte mia, non definirei la morale sessuale in modo così restrittivo come fa oggi la Chiesa». Il cardinale gesuita in seguito richiama in dettaglio il suo lavoro svolto nel quadro del Sinodo sulla sinodalità, paragonando il processo avviato dal predecessore di Papa Leone XIV a «l’immagine di una tenda che bisogna allargare perché tutti possano trovare in essa il loro posto». L’alto prelato ha ammesso che sebbene tale immagine sia stata «ben accolta da molti partecipanti al Sinodo», non lo è stata «per niente in Africa». Su questo continente, «le persone hanno detto: “una tenda ci ricorda i campi dei rifugiati”. In Africa l’immagine preferita è quella di una famiglia». Una famiglia in cui le coppie dello stesso sesso non sono le benvenute, con grande costernazione dell’alto prelato. Mons. Hollerich ha anche sottolineato che Papa Francesco aveva «insistito» sulla partecipazione dei laici a quello che Papa Paolo VI aveva concepito come un Sinodo riservato ai soli vescovi. «E’ stata una decisione controversa – molti vescovi non l’hanno apprezzata, ed è stata anche oggetto di discussione nel corso del pre-conclave. Ma ha fatto molto bene all’atmosfera generale», assicura l’alto prelato. Cosa che non corrisponde all’opinione dominante in seno al Sacro Collegio. L’alto prelato lussemburghese esprime anche alcune riflessioni su Papa Leone XIV, nel quale percepisce «una continuità nella sostanza, ma una discontinuità nella forma» rispetto a Papa Francesco, e aggiunge: «Ogni Papa ha la sua personalità». Un modo per lasciare intendere che il nuovo Pontefice romano potrebbe prendere le distanze dal metodo riformista del precedente pontificato, pur continuandolo nella sostanza – o no. Poco prima della sua morte, Papa Francesco aveva approvato – mentre era sul letto d’ospedale – un documento che prolungava il processo sulla sinodalità di quasi tre anni e mezzo, annunciando lo svolgimento di una «assemblea ecclesiale» per il 2028. Sebbene Papa Leone XIV abbia confermato questo piano, i suoi contorni rimangono incerti. Come a voler anticipare tutti possibili scenari, il cardinale Hollerich spiega che una tale assemblea è «più flessibile di un Sinodo. Il Diritto Canonico stabilisce chi può partecipare ad un Sinodo». E prosegue dicendo: «ho assistito ad una assemblea ecclesiale in America Latina in cui la partecipazione era così suddivisa: 20% di vescovi, 20% di preti e diaconi, 20% di religiosi e 40% di laici. E’ un buon equilibrio». Un modo discreto per spingere il nuovo Papa ad andare in questa direzione, ma non è detto che questo sia il pensiero di Papa Leone XIV che, a parte la prosecuzione del Sinodo, ha lasciato trasparire ben poco. |