Cristianofobia e odio anticristiano in Europa


della Fraternità San Pio X







Chiesa Saint-Martin-le-Beau  ad Angers, incendiata nel gennaio 2024



Con questo titolo, Il Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia (ECJL) ha pubblicato un articolo molto dettagliato e preciso, che vale la pena leggere nella sua integralità.

Qui ne presentiamo un compendio per incoraggiare a leggerlo per intero sul sito del ECJL - https://eclj.org/.

Nel 2023, sono stati registrati in Europa 2.444 atti di odio contro i cristiani, tra cui 232 aggressioni fisiche.
Queste cifre, in costante aumento negli ultimi anni, indicano un preoccupante incremento dell’intolleranza anticristiana.

Si moltiplicano le aggressioni, le profanazioni di chiese, gli impedimenti per le preghiere e i licenziamenti per motivi religiosi.
Questo comporta la marginalizzazione dei cristiani nell’ambito pubblico, nonché la progressiva criminalizzazione delle credenze relative al cristianesimo.

E necessario far luce su questo fenomeno, che può essere definito cristianofobia, anticristianesimo, odio e crimini anticristiani, per permettere all’opinione pubblica e ai responsabili politici e giudiziari di poter operare per meglio proteggere la libertà religiosa in Europa. 


Definizione e riconoscimento della cristianofobia

Che cos’è la cristianofobia?

Il termine cristianofobia indica l’odio, la discriminazione o la violenza verso le persone, i luoghi o i simboli che appartengono al cristianesimo. Vi sono inclusi le ingiurie, il vandalismo, le minacce, le discriminazioni o le aggressioni basate sulla fede cristiana delle vittime, nonché gli attacchi alla libertà religiosa.

Tra gli atti di cristianofobia più gravi si annovera l’attentato del 25 gennaio 2023 ad Algesiras, in Spagna: un uomo armato di machete uccise un sacrestano e ferì un sacerdote: gridando «morte ai cristiani».

In diversi paesi europei si sono registrati altre aggressioni con sempre maggiore frequenza: come incendi di chiese e profanazione di statue religiose.


Dibattiti sul termine «cristianofobia»

Sono utilizzate diverse espressioni per indicare l’ostilità diretta contro il cristianesimo, i suoi valori e i suoi fedeli. Fra di esse, il termine «cristianofobia» è quello che ricorre più spesso nel dibattito pubblico e sta per essere utilizzato da alcune istituzioni, comprese le Nazioni Unite.
Il termine indica una paura irrazionale: fobia. 

C’è da dire che l’odio anticristiano non deriva necessariamente da una paura, ma può derivare da una palese ostilità ideologica, da un rifiuto culturale o anche da conflitti politici o storici.
E’ per questo che alcuni preferiscono usare altre espressioni come «anticristianesimo», «odio contro i cristiani» o «intolleranza anticristiana», che si ritiene siano più precise.

Nonostante i suoi limiti, l’uso del termine «cristianofobia» rimane strategico. Esso permette di indicare una realtà ancora troppo spesso ignorata: una crescente ostilità contro i cristiani nelle società cristiane secolarizzate.
Questo rifiuto si manifesta, non solo nell’ambito pubblico e istituzionale, ma anche nelle relazioni sociali, professionali e perfino familiari.

Non si tratta di un fenomeno marginale: secondo l’OSCE [Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa], gli atti motivati dalla fede cristiana della vittima rientrano nella categoria dei crimini di odio.
Pertanto, il termine «cristianofobia» si impone malgrado tutto come un utile strumento per far sentire la voce dei cristiani discriminati e per sollecitare una risposta istituzionale. Il suo utilizzo, benché imperfetto, è oggi legittimo.


Cristianofobia e diritto internazionale ed europeo

La cristianofobia è riconosciuta esplicitamente o implicitamente da diverse organizzazioni internazionali incaricate della protezione dei diritti fondamentali. Queste istituzioni talvolta usano altre formulazioni, come discriminazione basata sulla religione», ma alcune parlano chiaramente di odio verso i cristiani.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) parla esplicitamente di cristianofobia in molte sue risoluzioni ufficali.. La Risoluzione 72/177 invita gli Stati a prevenire gli atti motivati dalla cristianofobia, al pari dell’antisemitismo e dell’islamofobia.

Secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) un atto è qualificato come crimine di odio anticristiano quando mette insieme una infrazione penale con una motivazione che prende di mira una persona o un bene a causa della sua identità cristiana reale o supposta. Il 28 luglio 2025, l’OSCE ha pubblicato una guida pratica: «Comprendere i crimini di odio anticristiano e rispondere ai bisogni di sicurezza delle comunità cristiane».

Secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) un atto è qualificato come crimine di odio anticristiano quando mette insieme una infrazione penale con una motivazione che prende di mira una persona o un bene a causa della sua identità cristiana reale o supposta.
Il 28 luglio 2025, l’OSCE ha pubblicato una guida pratica: «Comprendere i crimini di odio anticristiano e rispondere ai bisogni di sicurezza delle comunità cristiane».

L’Unione Europea non riconosce la cristianofobia come una categoria distinta dal discorso o dal crimine di odio. Gli atti ostili contro i cristiani sono raggruppati nella categoria dei discorsi o crimini di odio basati sulla religione, senza distinzione specifica.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) vieta ogni discriminazione basata sulla religione (Art. 14 della Convenzione), ma non usa il termine «cristianofobia» nella sua giurisprudenza.
Questa omissione di esplicito riconoscimento mette in questione il principio di parità di trattamento delle confessioni religiose, poiché nella giurisprudenza della Corte è riconosciuto «l’antisemitismo» e «l’islamofobia».

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha già usato il termine «cristianofobia» nel 2011.


Cifre e tipologie dei fatti anticristiani in Europa

Crimini di odio contro i cristiani – statistiche 2023 e tendenze in Europa

Nel 2023, l’Osservatorio della Tolleranza e della Discrimanazione contro i Cristiani in Europa (OIDAC) ha registrato 2.444 crimini di odio anticristiano in 35 paesi europei. Questa cifra, in crescita rispetto al 2022, indica l’intensificazione delle violenze contro le chiese, i simboli religiosi e le persone sulla base dell’appartenenza alla fede cristiana, 232 aggressioni riguardano direttamente le persone.

Vandalismo (62%): scritte, croci rovesciate, statue decapitate.

Incendii (10%): chiese incendiate, spesso senza rivendicazione. In Francia, gli incendii dolosi sono aumentati del 30% nel 2024.

Minacce o molestie (8%): lettere anonime, intimidazioni verbali.

Violenze fisiche (7%): aggressioni contro sacerdoti, religiosi o fedeli.

Omicidii (consumati o tentati) (2%): uccisioni o attacchi mortali contro sacerdoti, religiosi o fedeli.


I paesi più interessati nel 2023

Francia: registrati 950 casi, di cui il 90% sono attacchi a chiese e cimiteri. Per la festa dell’Assunzione, il Ministro degli Interni ha invitato i Prefetti a vigilare, spiegando che in Francia gli atti anticristiani sono aumentati del 13% e che i terroristi islamici incitano ad attaccare i cristiani in Europa.

Regno Unito: registrati 702 casi solo in Inghilterra e Galles. Nel giugno 2025 è stata incendiata una grande croce in legno e sono state distrutte circa 40 pietre tombali nel cimitero Saint-Conval a Barrhead, nell’East Renfrewshire (Scozia).

Germania: registrati 277 casi, corrispondenti al raddoppio degli atti anticristiani tra il 2022 e il 2023.
Le statistiche ufficiali del governo riportano solo i crimini di odio per motivi politici.

L’Articolo del ECJL parla in seguito «delle discriminazioni e della emarginazione dei cristiani in Europa», poi delle «restrizioni alla libertà religiosa dei cristiani, delle leggi e degli abusi amministrativi in Europa».
Cerca quindi di comprendere le cause dell’odio anticristiano, che ritiene sia radicato nella secolarizzazione, nel laicismo e nella cultura della blasfemia, nonché nel declino del cristianesimo in Europa. 

Quindi, l’ECJL si chiede: «Chi sono gli autori degli atti anticristiani?». Essi appartengono a contesti ideologici diversi. Il loro punto in comune è l’esplicita ostilità contro il cristianesimo in quanto fede, eredità o struttura culturale.
Nei casi in cui sono state accertate le motivazioni o i profili degli autori, emergono profili diversi di gruppi o individui.

Il primo gruppo identificato è quello dei musulmani radicali, spesso implicati nei casi di violenza fisica. Nel 2023, 21 attacchi documentati in Europa presentavano una motivazione islamica. Sono particolarmente presi di mira i musulmani convertiti al cristianesimo.

Il secondo gruppo identificato è quello delle organizzazioni laiciste militanti. Queste organizzazioni si battono attivamente per l’esclusione totale dall’ambito pubblico di ogni espressione religiosa, in particolare cristiana.
In Francia, la Federazione Nazionale del Libero Pensiero conduce delle azioni giudiziarie per ottenere la rimozione delle croci, delle statue o dei presepi dai luoghi pubblici. Queste azioni contribuiscono alla cancellazione dei riferimenti cristiani dall’ambiente simbolico comune.

Infine vi sono i militanti di estrema sinistra, che manifestano una ostilità ideologica contro il cristianesimo, percepito come portatore di valori conservatori, in particolare in difesa della vita. 

Questi diversi gruppi condividono la volontà di discreditare o emarginare il cristianesimo nella società contemporanea. La loro azione, benché motivata da logiche diverse, alimenta un clima di odio verso i credenti e le loro espressioni culturali o simboliche.

Il seguito dell’articolo citato fa l’elenco delle protezioni giuridiche per i cristiani. Tra queste, quella dell’ONU è definita come «protezione a distanza».
Critica poi l’Unione Europea perché non protegge abbastanza i cristiani. In pratica, solo due religioni beneficiano di un dispositivo istituzione dedicato: l’Islam e l’Ebraismo.

Quanto alla CEDU, anche se in teoria afferma i principii di protezione del cristianesimo, la sua giurisprudenza rivela un approccio diverso nella protezione delle diverse religioni. Da un lato, gli attacchi al cristianesimo sono generalmente tollerati in nome della libertà di espressione, dall’altro, le critiche all’Islam sono spesso limitate al motivo di lotta contro l’odio.

La penultima parte dell’articolo spiega le ragioni per cui è opportuno segnalare un atto anticristiano e le misure da adottare per farlo. Fornisce poi alcuni suggerimenti concreti per lottare contro la cristianofobia in Europa.


 


 
settembre  2025
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