Molteplici contraddizioni



di Don Bernard de Lacoste, FSSPX


Don Bernard de Lacoste è
Direttore del Seminario Internazionale San Pio X a Ecône, Svizzera;
 e
Direttore del mensile Courrier de Rome



Pubblicato sul Courrier de Rome n° 689, settembre 2025

Ripreso sul sito francese della Fraternità

 La Porte Latine











Un cattolico non ha scelta: o accetta quello che la Chiesa ha sempre insegnato, e allora rifiuta le novità contraddittorie; o accetta le novità, e allora rifiuta il Magistero della Chiesa.

Una cosa non può essere e non essere nello stesso tempo e sotto lo stesso rapporto.
In altri termini: se una proposizione è vera, allora la proposizione contraddittoria è necessariamente falsa; e viceversa. Questo è evidente.
Se una persona nega tale principio, essa afferma qualcosa: e cioè che tale principio è falso.
Ma con questa affermazione essa rifiuta la proposizione contraddittoria e cioè che tale principio non è falso. Dunque, questa persona ammette che è impossibile essere e non essere nello stesso tempo (1).

E’ in forza di questo principio che ogni cattolico è in grado di rifiutare alcune proposizioni che contraddicono ciò che insegna il Magistero della Chiesa.

Ora, accade che, a partire dal concilio Vaticano II, si constatano delle contraddizioni fra ciò che la Chiesa ha sempre insegnato come facente parte della dottrina cattolica e ciò che insegnano oggi gli uomini di Chiesa.
Bisognerebbe dunque negare il principio di contraddizione?


Ecco sei contraddizioni:

Prima contraddizione

Proposizione A: I cattolici sono i soli ad avere il diritto di non essere impediti da qualsivoglia potere umano e di esprimersi pubblicamente.

Proposizione B: I cattolici non sono i soli ad avere il diritto di non essere impediti da qualsivoglia potere umano e di esprimersi pubblicamente.

La proposizione A è insegnata da Papa Pio IX nell’Enciclica Quanta cura del 1864. Certo, Pio IX ammette che i poteri pubblici possano tollerare l’espressione dell’errore. Ma la tolleranza è ben diversa dal riconoscimento di un diritto. Come ha spiegato bene Leone XIII nella sua Enciclica Libertas del 1888, una falsa religione non ha il diritto di diffondersi.

La proposizione B si trova al n° 2 della Dichiarazione Dignitatis humanae del concilio Vaticano II; ed è ripresa nel Catechismo della Chiesa cattolica del 1992, che al n° 2108 afferma: «Questo diritto naturale [alla libertà religiosa] deve essere riconosciuto dall’ordinamento giuridico della società, così da costituire un diritto civile».


Seconda contraddizione

Proposizione A: La Chiesa di Cristo e la Chiesa cattolica sono assolutamente identiche.
Proposizione B: La Chiesa di Cristo e la Chiesa cattolica non sono assolutamente identiche.

La proposizione A è insegnata da Papa Pio XII nella sua Enciclica Mystici corporis del 1943 e nella sua Enciclica Humani generis del 1950. Inoltre, Papa Pio XI parla delle comunità non cattoliche, come appartenenti ad «una falsa religione cristiana, del tutto estranea all’unica Chiesa di Cristo» (2).

La proposizione B si trova al n° 8 della Costituzione Lumen Gentium del concilio Vaticano II. Qui è scritto infatti che la Chiesa di Cristo «sussiste nella Chiesa cattolica».
Secondo la Sacra Congregazione per la Dottrina delle Fede (3), questa espressione significa che, in termini di durata e di unicità, la Chiesa di Cristo e la Chiesa cattolica sono identiche. Ma in termini di presenza attiva, la Chiesa di Cristo si distingue dalla Chiesa cattolica perché è più ampia di quest’ultima.


Terza contraddizione

Proposizione A: Esiste un solo soggetto del potere supremo della Chiesa.

Proposizione B: Non esiste un solo soggetto del potere supremo della Chiesa.

La proposizione A si trova nella Costituzione Pastor æternus del concilio Vaticano I, secondo la quale solo il Papa è il capo supremo della Chiesa.

La proposizione B si trova al n° 22 della Costituzione Lumen Gentium del concilio Vaticano II, secondo la quale esistono due soggetti del potere supremo della Chiesa: il Papa e i vescovi uniti al Papa. Questa tesi è insegnata esplicitamente anche dal Canone 336 del Codice di Diritto Canonico del 1983. 


Quarta contraddizione

Proposizione A: Lo Spirito di Cristo rifiuta di servirsi delle comunità separate dalla Chiesa cattolica come mezzi per la salvezza.

Proposizione B: Lo Spirito di Cristo non rifiuta di servirsi delle comunità separate dalla Chiesa cattolica come mezzi per la salvezza.

Anche se lo Spirito Santo non rifiuta di agire all’interno di queste comunità per donare la grazia alle anime di buona volontà (Cfr. la Mystici corporis di Pio XII e la Lettera del Sant’Uffizio del 1949 (4)). Lo Spirito Santo rifiuta di agire tramite queste comunità.
In effetti, la proposizione A è insegnata in modo equivalente dal quarto concilio del Laterano, al capitolo primo, che ricorda che fuori dalla Chiesa cattolica non vi è salvezza. Questa dottrina si trova anche nell’Enciclica Mirari vos di Gregorio XVI, nel Syllabus di Pio IX (nelle proposizione condannate n° 16 e n° 17), e nell’Enciclica Satis cognitum di Leone XIII. 

La proposizione B è insegnata nel n° 3 del Decreto Unitatis redintegratio, del concilio Vaticano II, dove è scritto: « (…) Queste Chiese e comunità separate, nonostante noi crediamo che soffrano di deficienze, non sono affatto prive di significato e di valore nel mistero della salvezza. Lo Spirito di Cristo, infatti, non rifiuta di servirsi di esse come mezzi di salvezza».  


Quinta contraddizione

Proposizione A: L’Antica Alleanza è abrogata.
Proposition B: L’Antica Alleanza non è abrogata

La proposizione A è insegnata da San Paolo al capitolo VII dell’Epistola agli Ebrei:
«12. Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge. (…) 18. Si ha così l’abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità»,
Il Concilio di Firenze insegna la stessa cosa nella Bolla Cantate Domino del 4 febbraio 1442 (5). Anche il Papa Pio XII, nell’Enciclica Mystici corporis, scrive: «La morte del Redentore ha fatto sì che il Nuovo Testamento succedesse all’Antica Legge, abolita».

La proposizione B è insegnata da Papa Giovanni Paolo II nel 1980: «(…) L’Antica Alleanza, mai revocata da Dio» (6). Lo stesso nel suo discorso dell’11 settembre 1987: «(…) Un solo Dio, che ha scelto Abramo, Isacco e Giacobbe, e ha concluso con loro una alleanza d’amore eterno, che non ha mai revocata» (7).
Essa è insegnata anche da Papa Francesco: «Una speciale attenzione è rivolta al popolo ebraico, la cui alleanza con Dio non è mai stata revocata» (8). Essa  si trova anche nel n° 121 del Catechismo della Chiesa cattolica del 1992 : «L’antica Alleanza non è mai stata revocata» (9).


Sesta contraddizione

Proposizione A: La pena di morte può essere ammessa moralmente.
Proposizione B : La pena di morte non può essere ammessa moralmente.

La proposizione A è insegnata, non solo da San Tommaso d’Aquino (10), ma anche dal Magistero costante della Chiesa. Nel 1208, Papa Innocenzo III impone ai Valdesi una formula di giuramento che contiene questa proposizione: «Noi affermiamo che il potere temporale può, senza peccato mortale, pronunciare pene capitali, purché disponga queste sentenze in un processo giudiziario e non per odio, e dopo una deliberazione e con la dovuta precauzione» (11).
Nel 1520, Papa Leone X condannò questa proposizione di Lutero: «Che gli eretici siano stati bruciati è contrario alla volontà dello Spirito» (12).
Nel 1891, Papa Leone XIII, condannando il duello, riconosceva il diritto della pubblica autorità di comminare la pena di morte (13). Lo stesso il Papa Pio XI nell’Enciclica Casti connubii (14).

La proposizione B è insegnata da Papa Francesco. Nel discorso dell’11 ottobre 2017 egli afferma: «La pena di morte è inammissibile poiché lede l’inviolabilità e la dignità della persona». Citazione ripresa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 1 agosto 2018 per modificare il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica del 1992.


Conclusione

Quindi, un cattolico la cui intelligenza funziona normalmente non ha scelta: o accetta quello che la Chiesa ha sempre insegnato, e allora rifiuta le novità contraddittorie; o accetta le novità, e allora deve rifiutare il Magistero della Chiesa.



NOTE

1 - Si veda Aristotele, Metafisica, L. IV, capp. 3 et 4.
2 - Pio XI, Enciclica Mortalium animos del 6 gennaio 1928, AAS, t. XX, p. 11 : « Quae cum ita se habeant, manifesto patet, nec eorum conventus Apostolicam Sedem ullo pacto participare posse, nec ullo pacto catholicis licere talibus inceptis vel suffragari vel operam dare suam ; quod si facerent, falsae cuidam christianae religioni auctoritatem adiungerent, ab una Christi Ecclesia admodum alienae» [Stando così le cose, è evidente che la Sede Apostolica non può in alcun modo partecipare alle loro riunioni, né è lecito ai cattolici sostenere o contribuire a tali iniziative; perché se lo facessero, attribuirebbero autorità a una falsa religione cristiana, del tutto estranea all’unica Chiesa di Cristo].
3 - Réponses aux dubia sur certaines questions ecclésiologiques” [Risposte ai dubia su alcune questioni ecclesiologiche] dell'11 lugliot 2007 in La Documentation catholique, n°2385, p. 717.
4 - Lettera all’arcivescovo di Boston dell’8 agosto 1949, Dz dal 3866 al 3873.
5 - Decreto per i Giacobiti, Dz 1348.
6 - Discorso ai rappresentanti della comunità ebraica di Magonza, 17 novembre 1980, § 3 :“Von Gott nie gekündigten Alten Bundes” [L'Antica Allleanza non è mai stata revocata da Dio] (www.vatican.va).
7 - “It is Sitting at the beginning of our meeting to emphasize our faith in the One God, who chose Abraham, Isaac and Jacob, and made with them a Covenant of eternal love, which was never revoked” [È la seduta all’inizio del nostro incontro per sottolineare la nostra fede nell’Unico Dio, che ha scelto Abramo, Isacco e Giacobbe e ha stretto con loro un’Alleanza di amore eterno, che non è mai stata revocata.] (www.vatican.va).
8 - Esortazione Apostolica Evangelii gaudium del 24 novembre 2013, n° 247.
9 - Mame, 1992, p. 38.
10 - Somma teologica, IIaIIae, q. 64, art. 2 et 3.
11 - Dz 795.
12 - Dz 1483.
13 - Dz 3272.
14 - Dz 3720.





 
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