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La tregua a Gaza e la via di uscita di Tommaso Merlo ![]() Palestinesi ricevono il cibo Il Nobel per la pace non è andato a Trump che ha armato e difeso i carnefici del genocidio del secolo fino all’altro ieri, ma nemmeno ai bambini di Gaza. A quelli sterminati dal regime sionista e a quelli mutilati che gioiscono timidamente per la tregua. Magari riusciranno a mangiare decentemente e ritrovare barlumi di speranza in quell’inferno. Ma le buone notizie finiscono qui. Tutte le campane concordano che si tratta di un accordo ridicolo che non risolve nulla, la solita pagliacciata narcisistica di Trump anche se perlomeno sospende il genocidio e smuove le acque torbide. Se il regime sionista ed Hamas hanno firmato una tregua, è perché conveniva ad entrambi. Trump è parte integrante del conflitto, nonché il burattino di turno della lobby sionista che solo qualche settimana fa ha approvato altri miliardi di aiuti militari e finanziari a quel maniaco omicida di Netanyahu. Una tregua conveniva ad Hamas per evitare che anche Gaza City venisse rasa al suolo e della Striscia non rimanesse più nulla. La partecipazione alle trattative di altri paesi arabi può avere influito, ma soprattutto le condizioni di una popolazione allo stremo. Servono aiuti umanitari urgenti ed ulteriori spargimenti di sangue sono inutili dato che Hamas per adesso ha strategicamente vinto. L’obiettivo del regime sionista era infatti quello di sradicare Hamas che invece è ancora viva e vegeta. Il regime sionista voleva poi riprendersi gli ostaggi con la forza bruta ed invece ha dovuto scendere a patti nuovamente e rinunciare ad un ulteriore avanzata che ne metteva a rischio la vita. Perfino i capi dell’esercito più amorale del mondo erano contro l’invasione di Gaza City anche perché dopo due anni di feroce assedio, Hamas ancora combatte. Quanto al sogno di un esodo di massa forzato verso l’Egitto o chissà dove, tutto saltato per adesso. Ma anche al regime sionista conveniva siglare una tregua, per portare a casa gli ostaggi e calmare una popolazione israeliana esasperata e per prendere fiato dopo due anni di guerra totale senza uno straccio di vittoria. I nemici di sempre sono tuti lì mentre Israele è in frantumi economicamente, socialmente e moralmente ed è vittima di un inedito isolamento internazionale che ne mette addirittura a rischio la sopravvivenza. Israele dipende totalmente dall’Occidente e in particolare dagli Stati Uniti dove il consenso verso il sionismo è ai minimi storici. Se Washington dovesse staccare la spina, sarebbe la fine ed è per questo che Netanyahu ha spinto i miliardari sionisti della lobby a comprare il Tik Tok americano. Nel disperato tentativo di imporre la propaganda sionista alle nuove generazioni ed evitare che la politica americana gli volti le spalle. E volente o meno, è questa la vera vittoria strategica di Hamas. Nel giro di due anni la questione palestinese è tornata al centro del dibattito mondiale e per la prima volta in modo veritiero. Decenni di corruzione politica e mediatica sionista sono finiti sotto le macerie di Gaza insieme a migliaia di innocenti. Altro che avamposto della nostra civiltà in Medioriente, altro che democrazia modello, altro che vittime sacrificali. Il sionismo ha mostrato il suo vero volto, quello di un regime di apartheid e terrorista perlomeno quanto i suoi efferati nemici, un paese in balia di una ideologia fanatica intenta a portare avanti un fallimentare progetto coloniale con ogni mezzo. E c’è da scommetterci che non appena gli converrà, i sionisti tradiranno anche questa tregua e riprenderanno la pulizia etnica che hanno iniziato oltre settant’anni fa che è la loro unica vera stella polare. Per Netanyahu ed i suoi complici, gli accordi sono da sempre carta igienica, la parola data di nessun valore ed ammazzano pure i negoziatori se gli gira. E appena gli converrà, riprenderanno a bombardare i paesi limitrofi e buttare benzina sul fuoco per convincere gli Americani a ridurre l’Iran come la Siria e coronare così i loro sogni egemonici nella regione. Inutile farsi illusioni quindi. L’unica vera via di uscita dalla spirale di violenza in Terra Santa, è la sconfitta storica del sionismo e il contemporaneo scioglimento della resistenza islamica. L’unica via di uscita è ripartire dal 1948 con un nuovo percorso politico costituente sotto l’egida della comunità internazionale. Lo stato ebraico ha fallito come sono fallimentari le repubbliche islamiche. La Terra Santa appartiene al mondo intero e deve essere governata da una repubblica moderna all’altezza in cui tutti i suoi cittadini abbiano pari diritti e dignità a prescindere dalle appartenenze etniche e religiose. Una democrazia autentica e aperta al mondo. Dal fiume fino al mare. Con capitale una Gerusalemme liberata da ogni delirante fanatismo. In modo che la Terra Santa torni ad essere simbolo dell’amorevole convivenza pacifica tra tutti i popoli invece che vergognoso simbolo del folle odio fratricida. |