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Ebrei russi, una storia lunga e complessa ![]() Ebrei russi La Russia continua ad avere buoni rapporti con molti paesi arabi, grazie a una diplomazia di altissimo livello che da molti anni studia e comprende bene quei paesi servendosi di specialisti veri, che parlano arabo e non solo l’inglese (e non dimentichiamoci della presenza dal 1882 in Terra Santa della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, che poi con nomi diversi arriva fino a oggi). Il rapporto con Israele non è chiaro a chi non conosce alcuni particolari della storia russa. Vero è che durante l’Impero russo gli Ebrei non erano ben visti, e non avevano accesso alle alte cariche, per non parlare dei pogrom, non pianificati centralmente ma frutto della rabbia di vari lumpenproletariat locali. Però, leggendo i capolavori di Israel Singer (ebreo della Polonia facente parte dell’Impero Russo che narrava di quel mondo tra fine Ottocento e primo ventennio del Novecento, e lui avendoci vissuto lo raccontava perfettamente), si vede che alla fine molti Ebrei di quell’area, anche per motivi economici, preferivano l’Impero russo alla successiva repubblica di Polonia, piccola e ultranazionalista. Degli Ebrei di quel mondo dobbiamo ricordarne uno sconosciuto ai più: Ivan Stanislavovic Bloch, banchiere e finanziere ebreo di Varsavia che nel 1898 aveva dato alle stampe il libro “Le guerre future”, opera che anticipava molti aspetti della Grande Guerra (mentre per la guerra che sta per scoppiare ora bisognerebbe riflettere su “La grande illusione” scritta nel 1910 da Norman Angell, inglese) e aveva molto impressionato lo zar Nicola II, ma non era stata presa sul serio dai vertici militari dei vari paesi (in Germania cominceranno a rifletterci dopo le analisi del colonnello Hoffmann, attentissimo osservatore della guerra russo-giapponese del 1904 e destinato a una brillante carriera come ufficiale di stato maggiore con Hindenburg e Ludendorff). Se poi si guarda al censimento imperiale del 1897, dove gli Ebrei sono indicati come se fossero una nazionalità, si nota che da Mosca verso Ovest, in alcune province (Vilnius-Vilna, Minsk, Bialystok, Kishinev-Chisinau e tante altre) gli Ebrei erano numerosissimi. Ma il grande salto avviene con la Rivoluzione di Febbraio e poi ancora di più dopo quella di Ottobre: tra i rivoluzionari gli Ebrei erano tantissimi (ricevendo i vertici della comunità ebraica in Russia, che ancora si lamentavano della rivoluzione, Putin, scherzando ma non troppo, disse una volta: “Ma come, se l’avete fatta voi!”), e durante la guerra civile l’antisemitismo dei “bianchi” ne aveva convogliati molti a combattere per i “rossi”. Il risultato è che nell’Urss post staliniana, e oggi in Russia, gli Ebrei sono fortemente integrati nella società e fanno parte della quotidianità dei Russi. Mia moglie, che è russa, si ricorda dei compagni di classe ebrei, degli insegnanti ebrei, del medico ebreo, del vicino di casa ebreo. E molti russi ortodossi hanno nell’albero genealogico parentele ebraiche. Persino Lenin, pare. Insomma, gli Ebrei non solo russi ma anche sovietici (oltre agli Ebrei ashkenaziti ci sono i karaiti turcofoni del Mar Nero in Lituania e in Crimea da secoli, gli Ebrei di Bukhara che parlano un dialetto tagiko, gli Ebrei georgiani, gli Ebrei delle montagne, che vivono nel Caucaso russo e azero e parlano un dialetto persiano) sono a tutti gli effetti “russkij mir“, mondo russo, a cui non appartengono solo i Russi etnici e ortodossi, concetto non facile da capire se non si conosce quel mondo. Se consideriamo che in Israele vivono un milione e mezzo di Ebrei ex sovietici (in alcune loro macellerie si trova il maiale! E mia moglie, che da anni cercava un libro dello scrittore Lion Feuchtwanger, ebreo tedesco, lo ha trovato in una libreria russa di libri usati sopra la stazione centrale degli autobus di Gerusalemme), che festeggiano ogni anno il 9 maggio e hanno perfino un partito di riferimento (Israel Beitenu, quello di Avigdor Liberman, nato a Kishinev-Chisinau), si capiscono molti legami extra politici. Ricordiamo che nel cuore di tutti i Russi c’è Odessa, città dalla doppia anima, russa ed ebraica. Quindi, se c’è contrasto tra Russia e Israele, e magari in un futuro potrebbe anche essere molto grave, è per motivi legati a mere logiche geopolitiche di potenza (rapporto Usa – Russia). Non a caso, la Russia è decisamente fredda verso Hamas (come verso tutti gli islamisti radicali sunniti), che ha fatto il grave errore di esultare per la rimozione di Assad, inimicandosi tutto l’Asse della Resistenza (che è sciita, oltretutto). E avete forse visto manifestazioni pro-Pal in Russia? La Russia ed i Russi solidarizzano umanamente con i Gazawi, ma non c’è molto di più. Israele si fida della Russia, e la vede come presenza di garanzia ancora oggi in Siria. La Russia protagonista del mondo multipolare e Israele punta di lancia dell’Occidente collettivo sono naturalmente antagonisti, ma nei fatti dialogano. I motivi, incomprensibili per molti, sono quelli che ho spiegato sopra. Facendo un po’ di nomi, oltre a quello di Bloch e del nonno materno di Lenin (cognome Blank), si capisce di più. Partiamo dai rivoluzionari. Il più famoso è Trotskij (cognome originario Bronshtein), poi abbiamo Kamenev (Rozenfeld), Zinoviev (Apfelbaum), Anjelika Balabanova, la “dottoressa dei poveri” Anna Kulisciova (Rozenshtein), Parvus (Gelfand), i menscevichi Martov (Tsederbaum) ed Akselrod, e tanti altri. Nel periodo staliniano troviamo Litvinov (Finkelshtein), ministro degli esteri dal 1930 al 1939, Maiskij (Ljakovetskij) ambasciatore a Londra dal 1932 al 1943, il capo del GPU Jagoda (Laguda), il “commissario di ferro” Kaganovic, e Naftali Frenkel, figura affascinante, che da detenuto in un gulag per motivi poco nobili (speculazione e borsa nera) era diventato il capo di tutto l’universo concentrazionario staliniano. Famoso per tutti i Russi è Levitan, l’annunciatore alla radio durante la Grande Guerra Patriottica, che il 9 maggio 1945 con la sua bellissima voce diede l’annuncio della vittoria (così come l’ebreo ferrarese dalla bellissima voce Arnoldo Foà diede alla radio l’annuncio dell’armistizio l‘8 settembre). Tantissimi gli Ebrei anche nella cultura: ricordo Eizenshtein padre (architetto che ha realizzato il bellissimo quartiere Art Nouveau di Riga) e figlio (il famoso regista), l’attrice Ksenija Rappoport, gli scrittori Irene Nemirovskij, Grossman e Mandelshtam, il pittore Chagall. Per non parlare di tanti scienziati (mi viene in mente Gintsburg, l’attuale direttore del Centro epidemiologico Gamaleja). Famosi sono molti oligarchi, come il celebre giornalista televisivo Vladimir Solovjov, uno che conta molto, il fondatore della PMC Wagner Prigozhin e diversi noti politici tra cui la ex oppositrice Ksenija Sobchak (figlia di Anatoli Sobchak, il mentore pietroburghese di Putin e Medvedev), il governatore di Kursk Khinshtein (un emergente), e il capo della Repubblica dei Comi Rostislav Goldshtein, mentre hanno parenti ebrei nell’albero genealogico l’attuale primo ministro Mishustin e i precedenti Fradkov e Kirienko, e il compianto grande patriota russo Vladimir Volfovic Zhirinovskij. Tra i primi ministri israeliani con origini nell’Impero russo ci sono Ben Gurion, Sharett, Eshkol, Golda Meir, Begin, Shamir, Peres. Aggiungiamo Ben Yehuda, il fondatore dell’ebraico moderno (contestato dagli ultraortodossi che regolarmente a Gerusalemme imbrattano una targa a lui dedicata) e il fondatore del “sionismo revisionista” Zhabotinskij, odessita. Insomma, questo lungo e per nulla esaustivo elenco vi fa capire come i due mondi abbiano molti punti di contatto. Il rapporto tra i due Stati sfugge quindi a schematismi e reazioni pavloviane. |