Il Rapporto ONU che inchioda Israele

e svela le sue menzogne


di Francesco Agnoli


Pubblicato sul sito di Marco Tosatti
 





26 settembre 2025 - Netanyahu all’ONU:

“A Gaza né genocidio né fame”



Dopo l’operazione Piombo Fuso contro Gaza da parte di Israele, esce un Rapporto della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza, del 23 settembre 2009, presieduto dal giudice di origine ebrea Richard J. Goldstone.

Nelle prime pagine si ricorda:

1) che Gaza era una prigione a cielo aperto, resa invivibile dalle scelte dei governi di Israele;

2) che sono morti, in quella operazione, circa 1400 palestinesi e 13 israeliani (di cui 4 per fuoco amico).

3) che non vi sono prove che “EDIFICI OSPEDALIERI sarebbero stati utilizzati dalle autorità di Gaza o dai gruppi armati palestinesi come copertura per attività militari”, mentre ve ne sono che Israele abbia gettato “granate al fosforo bianco sull’ospedale Al-Quds e sul deposito di ambulanze adiacente, nella città di Gaza, provocando incendi domati solo dopo un’intera giornata.
Tali incendi hanno seminato il panico tra i malati e i feriti, che è stato necessario far evacuare.
La Commissione constata che non è mai stato diffuso alcun avvertimento dell’imminente attacco.
Sulla base delle indagini svolte, la Commissione esclude che le forze armate israeliane abbiano subito attacchi provenienti dall’interno dell’ospedale”; inoltre: “La Commissione ha anche esaminato il fuoco intenso d’artiglieria, incluso anche in questo caso l’utilizzo di FOSFORO bianco, contro l’ospedale Al-Wafa ad Est della città di Gaza, struttura per pazienti lungo degenti o con traumi particolarmente gravi. Sulla base delle informazioni raccolte, la Commissione ha concluso che in questi due casi era ravvisabile una violazione del divieto di attaccare gli ospedali civili”.

4) “La Commissione si è interessata ai colpi di mortaio esplosi all’incrocio tra al-Fakhura e Jabaliyah, vicino ad una scuola dell’UNRWA che all’epoca dava riparo a più di 1.300 persone (cap. X).
Le forze armate israeliane hanno esploso almeno quattro colpi di mortaio. Uno di questi è caduto nel cortile di un’abitazione privata, uccidendo 11 persone. Altri tre si sono abbattuti nella via al-Fakhura, uccidendo almeno altre 24 persone e ferendone una quarantina.
La Commissione ha esaminato in modo approfondito le dichiarazioni dei rappresentanti del governo israeliano che lasciavano intendere che l’attacco fosse stato sferrato in reazione ai colpi di mortaio esplosi da un gruppo armato palestinese.
Pur non escludendo la veridicità dell’episodio riferito, la Commissione considera che la credibilità della posizione di Israele sia affievolita da una serie di incoerenze, di contraddizioni e di inesattezze di fatto nelle dichiarazioni tese a giustificare l’attacco israeliano”.

5) Attacchi ai civili: “La Commissione ha indagato su 11 episodi nel corso dei quali le forze armate israeliane hanno sferrato attacchi diretti contro i CIVILI con conseguenze mortali (cap. XI).
Ad eccezione di uno tra questi, dai fatti non emerge alcun obiettivo militare giustificabile. I primi due sono attacchi contro case del quartiere al-Samouni situato a Sud della città di Gaza, incluso il bombardamento di una casa in cui alcuni civili palestinesi erano stati costretti a radunarsi dalle forze armate israeliane.
Negli altri sette casi, alcuni civili sono stati colpiti mentre cercavano di lasciare le loro case per recarsi a piedi verso un luogo più sicuro, agitando alcune bandiere bianche e, in certi casi, obbedendo agli ordini delle forze israeliane.
Gli elementi raccolti dalla Commissione indicano che tutti gli attacchi si sono prodotti in circostanze in cui le forze armate israeliane avevano il controllo della zona in cui operavano e avevano in precedenza preso contatto con le persone che in seguito avevano attaccato, o le avevano almeno osservate, di conseguenza dovevano averli riconosciuti come civili. Nella maggior parte dei casi, le conseguenze degli attacchi israeliani contro i civili sono state aggravate dal rifiuto da parte di Israele di autorizzare l’evacuazione dei feriti e l’accesso alle ambulanze. ”.

6) “La Commissione ha indagato su numerosi episodi nel corso dei quali sono state distrutte infrastrutture industriali, industrie di produzione alimentare, installazioni di approvvigionamento di acqua, stazioni di depurazione delle acque e abitazioni”, concludendo che si è trattato, per lo più, di violazioni del diritto.

7) ”La Commissione ha indagato su numerosi casi in cui alcuni militari israeliani si sono riparati dietro a Palestinesi per entrare in abitazioni che potevano essere minate o ospitare combattenti nemici (pratica conosciuta in Cisgiordania con il nome di “procedura del vicino” e chiamata “procedura di Johnnie” nel corso delle operazioni militari a Gaza).
La Commissione ha concluso che tale pratica corrisponde all’utilizzazione di SCUDI UMANI vietata dal diritto internazionale umanitario”.

Non serve proseguire, né analizzare le violazioni del diritto e le aberrazioni di Hamas, anch’esse, evidentemente, reali, per capire che siamo ancora una volta, oggi come nel 2009, di fronte ad una quantità di menzogne, delle quali la più vergognosa è che l’IDF sia, come dichiara Netanyahu, “l’esercito più morale del mondo”.

Non si vuole ovviamente dire che la verità sia l’esatto contrario, ma certamente che ancora una volta non vi è alcun pudore nella propaganda del premier di Israele.
E ancora una volta non si può dimenticare che le atrocità di Hamas sono in buona parte la conseguenza di una condizione invivibile in cui Israele ha ridotto i legittimi abitanti della Palestina, sottraendo loro terra, acqua, diritti…”.





 
ottobre 2025
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