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|   Quarant’anni fa Mons. Lefebvre diceva la verità ![]() https://edizionipiane.it/prodotto/lettera-aperta-ai-cattolici-perplessi/ Quant’anni dopo, nel 2025, il sito americano The Remnant ha pubblicato, a firma di Robert Morrison, un articolo intitolato Archbishop Marcel Lefebvre’s Holy Wisdom on the Crisis in the Catholic Church (La santa saggezza di Mons. Marcel Lefebvre sulla crisi nella Chiesa Cattolica), in cui cita ampi stralci di questa lettera aperta, riconoscendo che «le citazioni di Mons. Lefebvre, oggi risultano più vere di quando le scrisse, decenni fa, ed esse illuminano la via da seguire per rimanere dei cattolici fedeli». Due anni dopo, nel 1987, Mons. Lefebvre pubblicò Ils l’ont découronné : du libéralisme à l’apostasie, la tragédie conciliaire (Lo hanno detronizzato: dal liberalismo all’apostasia, la tragedia conciliare) [https://edizionipiane.it/prodotto/lo-hanno-detronizzato/] Nel 2025, lo stesso sito The Remnant ha pubblicato un articolo, a firma di Andrew Pollard, intitolato Christ the King must be recrowned to save the world (Per salvare il mondo, bisogna incoronare di nuovo Cristo Re). Quarant’anni fa, agli occhi dei «moderati» impenitenti, Mons. Lefebvre poté sembrare uno di quei «profeti di sventura» che Giovanni XXIII non voleva più ascoltare quando aprì il concilio Vaticano II, con un ottimismo la cui ingenuità ormai fa sorridere… o piangere. Noi constatiamo lo stato presente della Chiesa: pratica religiosa al livello più basso, seminari deserti, conventi vuoti, chiese distrutte o trasformate in sale di esposizione. Oggi, noi non siamo più «perplessi», ma convinti che la diagnosi di Mons. Lefebvre era giusta. I fatti gli danno ragione in maniera inconfutabile, e i rimedi che egli proponeva sono più che mai attuali, proprio perché non sono i suoi, ma quelli della Tradizione bimillenaria: «Ho trasmesso ciò che ho ricevuto». Quarant’anni, è il tempo impiegato dagli Ebrei per attraversare il deserto per andare nella Terra promessa. Noi non osiamo affermare che presto raggiungeremo il paese «dove scorre latte e miele», ma adottiamo l’atteggiamento coraggioso dei veri pellegrini. Nel deserto spirituale in cui viviamo, noi non fabbrichiamo idoli a nostra immagine e somiglianza, e non rimpiangiamo le «cipolle d’Egitto»: questa sazietà di beni materiali che offre il progresso tecnico in cambio della servitù all’ideologia consumistica promossa dai nuovi faraoni. Noi andiamo avanti! Non al seguito degli idoli moderni, ma dietro l’icona della Santissima Vergine. Andiamo avanti! Non sazi delle cipolle appassite di un edonismo ampiamente biodegradato, ma ben fortificati dalla manna della Santa Eucarestia. Andiamo avanti! Con l’inossidabile certezza che al termine di questa lunga marcia si trova il trionfo dei Cuori uniti di Gesù e Maria. Smettiamo di lamentarci per l’aridità del deserto spirituale che ci circonda, con i suoi tanti accessori di paccottiglia. Andiamo a fondo, con la grazia di Dio, nella nostra avidità spirituale: la fame e la sete dell’Unico necessario.  |