Sinodalità:

il «sì, ma» di Papa Leone XIV


di  Fraternità San Pio X







Eremo Camaldolese



Ricordando, come ha fatto recentemente, l’importanza fondamentale del potere episcopale di Ordine e Governo, di cui la sinodalità non può fare a meno, Papa Leone XIV sembra esprimere la sua speranza di una «transizione fluida» con la quale verrebbe mantenuta l’eredità del precedente pontificato e al tempo stesso la fedeltà alla costituzione divina della Chiesa.

Dal 6 al 9 ottobre 2025 si è tenuta una sessione di teologia presso il celebre Eremo Camaldolese, un convento fondato da San Romualdo esattamente mille anni fa. Una cornice grandiosa situata sugli Appennini, che ha permesso ai partecipanti di prendersi del tempo per respirare un po’ di aria fresca e sfuggire a un’atmosfera a volte viziata dai fumi tossici della sinodalità.

Il simposio, di quattro giorni, ha avuto per scopo il ministero episcopale alla luce della nozione molto vaga della Chiesa sinodale, progetto sempre incompiuto del precedente pontificato, ereditato dall’attuale successore di Pietro. Ma con qualche sfumatura: secondo le indicazioni date dalla Santa Sede, si trattava di insistere sull’autorità del vescovo, senza la quale non potrebbe esistere una «vera» sinodalità.

Il messaggio di Papa Leone XIV è stato letto l’8 ottobre ai convenuti dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che si era recato sul posto.
Nel messaggio si dice: «Una autentica sinodalità esige per sua natura l’ascolto e la partecipazione di tutti i battezzati, secondo la vocazione di ciascuno, ma essa non può ignorare l’autorità conferita da Cristo al Collegio dei vescovi con a capo il successore di Pietro».

Una messa a punto importante se si tiene conto che la «Chiesa sinodale» ha assunto l’aspetto di una macchina infernale: si tratta di stabilire un nuovo modo di pensare la Chiesa e di vivere in essa, riorganizzando i tradizionali poteri di insegnamento, di governo e di santificazione nell’ottica della «inclusione».
In altre parole si tratta di giungere ad una Chiesa «appiattita e orizzontale», come abbiamo già spiegato in questa sede in un altro articolo.

L’intervento di Papa Leone XIV a un convegno le cui conclusioni potrebbero essere utilizzate nelle prossime sessioni sinodali giunge in un momento in cui il dibattito sul peso dell’autorità episcopale sta scuotendo la barca di Pietro.
Al recente Sinodo sulla sinodalità, i voti dei vescovi hanno avuto lo stesso peso di quelli dei rappresentanti laici e religiosi presenti.

Una pratica che alcuni osservatori, tra cui un prelato ortodosso e l’Esarca greco-cattolico in Grecia, hanno ritenuto che equivalga «a minare le strutture tradizionali di governo».
Allo stesso modo con cui il Cammino Sinodale tedesco ha seminato la confusione proponendo la creazione di un Consiglio sinodale nazionale con un ruolo consultivo e decisionale, in cui le voci dei laici sarebbero importanti quanto quelle dei vescovi.

Mosso dal suo impegno, ribadito di fronte al Sacro Collegio, di seguire le orme del defunto Pontefice argentino, e dalla sua preoccupazione per la fedeltà alla costituzione divina della Chiesa, di cui è garante come successore di Pietro, Papa Leone XIV intende imporre delle garanzie al fine di evitare l’imperversare generalizzato della sinodalità.
Missione impossibile o avvio di un salutare cambiamento?
La risposta si avrà tra alcuni mesi.

Tuttavia, come abbiamo già detto in questa sede, la nozione di sinodalità sembra che non sia molto chiara nemmeno a Papa Leone XIV, poiché, in una intervista accordata a Croix per la sua biografia, egli spiega:
«Penso che la sinodalità sia un modo per descrivere come possiamo unirci, formare una comunità e cercare la comunione come Chiesa, affinché questa non sia principalmente centrata su una gerarchia istituzionale, ma su un senso di “unione”, di “nostra Chiesa”».





 
ottobre 2025
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